giovedì 26 Dicembre 2024

Il Trentino potrà abbattere i lupi: respinto il ricorso delle associazioni

Il Tar di Trento ha respinto l’istanza di tre associazioni animaliste che chiedevano la sospensione del decreto della Provincia, firmato lo scorso 24 luglio dal Presidente Maurizio Fugatti, con cui era stato disposto l’abbattimento di due lupi appartenenti a un branco che gravita nell’area della malga Boldera, in Lessinia, inquadrati come responsabili di alcune predazioni ai danni di animali d’allevamento. Al contempo, però, i giudici hanno chiesto al comune di Ala – di cui la malga fa parte -, alle associazioni ricorrenti e alla Provincia ulteriore documentazione, relativa in particolare alle recinzioni poste intorno all’area in questione. I documenti dovranno essere presentati entro sabato. Il prossimo 8 agosto i giudici torneranno ad esprimersi sulla sospensiva al decreto richiesta dalle associazioni. Nel frattempo, il decreto di abbattimento resta efficace e valido.

Nella pronuncia, il Tar ha per ora riconosciuto la “legittimità del decreto presidenziale” che soddisfa la “fondamentale e del tutto imprescindibile condizione che non esista un’altra soluzione valida e che il prelievo non pregiudichi il mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente della popolazione della specie”. Nel testo si legge infatti che l’uccisione di due soli esemplari “non compromette l’integrità della specie animale tutelata”, assumendo invece “la funzione di legittimo ed efficace strumento di tutela del patrimonio zootecnico locale”.

In difesa dei due esemplari, raggiunti dal primo caso di prelievo tramite abbattimento di lupi in Italia, si era mosso immediatamente l’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa), che a margine della firma del decreto da parte di Fugatti aveva annunciato “un’offensiva legale a tutto campo finalizzata ad accertare che quanto scritto nel testo del decreto risponda a verità”, partendo da “un accesso agli atti sui controlli eseguiti dalla Forestale, sui referti veterinari che hanno accertato la predazione, sui pareri resi da Ispra”.

Sulla stessa scia si erano posti anche Wwf Italia, Lndc Animal Protection e Lav, che avevano presentato ricorso. “I soli recinti elettrificati possono non essere sufficienti a evitare quello che è accaduto – avevano affermato i portavoce delle tre associazioni -. In situazioni come il ricovero notturno degli animali più indifesi, la presenza del pastore o quanto meno dei cani da guardia appositamente educati, diventa basilare”. Il Wwf aveva inoltre dichiarato che “non siamo davanti a misure urgenti da adottare per la salvaguardia dell’incolumità pubblica e non siamo in presenza di animali che hanno mostrato comportamenti pericolosi per le persone”, ribadendo fosse invece opportuno mettere sul piatto “valutazioni per migliorare la sicurezza del bestiame e mitigare il rischio di predazioni prima di considerare la soluzione estrema dell’abbattimento”.

Un’altra associazione animalista, la Leal, aveva sostenuto che l’abbattimento fosse stato disposto “su due esemplari di lupo qualsiasi, senza nemmeno tener conto delle ripercussioni che l’uccisione degli esemplari avrebbe sulla medesima specie e delle conseguenze che ne deriverebbero anche all’interno del branco”.

Ad ogni modo, secondo la pronuncia del Tar, l’abbattimento di due lupi non metterebbe a rischio la popolazione della specie. Per i giudici amministrativi, infatti, occorre operare una distinzione tra gli orsi, per i quali “il regime normativo di tutela attiene ad invidi che vivono e agiscono isolatamente”, e i lupi, per cui “le misure di deroga non possono che essere applicate al branco“. Secondo questa logica, dunque, con l’abbattimento dei due lupi non si violerebbe una delle condizioni previste dalla direttiva europea Habitat sulla conservazione degli ambienti naturali e della fauna e flora selvatiche, recepita dalle leggi nazionali. Gli animalisti, però, protestano dati alla mano, evidenziando come il decreto di Fugatti sia paradossale e abnorme, avendo certificato la stessa provincia di Trento che nel 2022 gli eventi predatori sono risultati in calo e che gli indennizzi non abbiano nemmeno raggiunto la cifra di 70mila euro.

Ora tutti gli occhi sono puntati su martedì 8 agosto, quando il Tar si esprimerà nuovamente sulla sospensiva al decreto dopo aver acquisito la documentazione richiesta. L’intera questione sarà poi trattata in occasione della camera di consiglio fissata al prossimo 14 settembre.

[di Stefano Baudino]

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