È diventato virale il video del deputato Piero Fassino (Partito democratico) intento a sventolare a Montecitorio la busta paga di luglio, pari a «10.435 euro lordi e 4.718 euro netti». «Una buona indennità ma sicuramente non uno stipendio d’oro», ha commentato l’ex sindaco di Torino, omettendo però diverse voci che fanno lievitare il trattamento economico netto di un parlamentare a quasi il triplo di quanto dichiarato in Aula. Se all’indennità (l’equivalente dello stipendio per un lavoratore) percepita da un parlamentare si aggiungono infatti la diaria, ovvero il rimborso spese per il soggiorno a Roma, le spese di trasporto e quelle per “l’esercizio del mandato” si arriva per i senatori a un trattamento economico netto di 12.540 euro, circa mille euro in più rispetto ai colleghi deputati, che possono arrivare a guadagnare mensilmente 11.700 euro netti. Il tutto non considerando sconti ed esenzioni che non figurano nei cedolini ma di certo aiutano i parlamentari ad arrivare a fine mese.
Mentre milioni di famiglie si trovano a fare i conti con il caro vita e la perdita del potere d’acquisto, alla Camera si è discusso sugli stipendi dei deputati, con questi ultimi che hanno chiesto un adeguamento salariale rispetto ai colleghi senatori. Istanza formalizzata dall’adozione di un ordine del giorno di Maurizio Lupi (Noi moderati) che impegna l’Ufficio di presidenza a incrementare lo stipendio dei deputati di circa mille euro per allinearlo a quello dei senatori. Così facendo tutti i parlamentari arriveranno a percepire quasi 13 mila euro netti al mese, non considerando sconti, esenzioni e benefici vari che impattano positivamente sulle tasche di deputati e senatori. Come si legge sul sito della Camera, “l’importo netto mensile dell’indennità parlamentare risulta pari a circa 5.000 euro. Per i deputati che svolgono un’altra attività lavorativa, l’importo netto dell’indennità ammonta a circa 4.750 euro”. Cifre pressoché identiche al Senato, dove l’indennità mensile risulta pari ad 5.304 euro (5.122 per coloro che svolgono attività lavorative).
A questa “voce base” va poi aggiunta la diaria. Per il rimborso delle spese di soggiorno a Roma i deputati e i senatori guadagnano mensilmente 3.500 euro netti e non tassati. “Tale somma viene decurtata di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato dalle sedute dell’Assemblea in cui si svolgono votazioni con il procedimento elettronico”, tuttavia “se un deputato partecipa ad almeno il 30 per cento delle votazioni previste in un giorno, è considerato presente e quindi non subisce una decurtazione della diaria”, si legge sul sito della Camera. Discorso analogo per gli inquilini di Palazzo Madama. Sia ai deputati sia ai senatori è poi riconosciuto un rimborso spese per l’esercizio del mandato: nel primo caso si tratta di una cifra pari a 3.690 euro mensili, metà dei quali servono a coprire i costi per i collaboratori, le consulenze, la gestione dell’ufficio e il sostegno delle attività politiche. L’altra metà viene invece erogata forfetariamente al deputato, senza dunque vincoli di rendicontazione. Per i senatori il rimborso segue lo stesso principio, con l’unica eccezione rappresentata dalla cifra in ballo: 4.180 euro totali e non 3.690. Considerando indennità, diaria e rimborso spese per l’esercizio del mandato i deputati guadagnano 10.345 euro netti al mese, circa 500 euro in meno rispetto ai senatori.
Non è finita qui: “per i trasferimenti dal luogo di residenza all’aeroporto più vicino e tra l’aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l’aeroporto più vicino al luogo di residenza e a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km”. Si parla dunque di altri 1100-1300 euro netti che entrano mensilmente nelle tasche dei deputati. Per i colleghi senatori, invece, la cifra è fissa ed è pari 1.650 euro. Qui vengono incluse anche le spese telefoniche, una voce che per i deputati si traduce in un rimborso annuale da 1.200 euro. Ciò vuol dire che gli inquilini di Montecitorio possono arrivare a guadagnare mensilmente 11.745 euro netti, mentre i rappresentanti del popolo a Palazzo Madama 12.540 euro. Queste le cifre che compongono il guadagno mensile di un parlamentare, lontane dalla sola indennità sbandierata da Fassino in Aula.
A tutto ciò si aggiungono poi benefici ed esenzioni varie, come le “tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale”. Viaggi che non vengono finanziati dunque con il proprio guadagno mensile ma con ulteriori soldi dei contribuenti. Lo scorso Natale i deputati hanno ricevuto in dono il raddoppio del bonus per comprare tablet, smartphone, schermi a 34 pollici, auricolari e pc, passato da 2.200 euro a 5.500. Adesso hanno chiesto, e ottenuto, un “adeguamento salariale” rispetto ai colleghi senatori. Una richiesta decisamente fuori luogo, considerato l’attuale periodo storico, dove milioni di famiglie hanno visto bruciare i propri risparmi a causa di inflazione, caro vita e aumento del costo del denaro (attraverso i continui rialzi del tasso di interesse da parte della BCE) e ora si trovano a fare i conti con salari erosi dalla perdita di potere d’acquisto. Soltanto a fine luglio, 160 mila famiglie hanno ricevuto tramite SMS la notifica della cessione del reddito di cittadinanza, la cui abolizione è stata fortemente voluta dal governo Meloni per strizzare l’occhio alla classe imprenditoriale elettrice, che ha più volte denunciato di non trovare forza-lavoro a causa del reddito di cittadinanza, non considerando evidentemente le condizioni lavorative offerte, rasentanti spesso lo sfruttamento, soprattutto nel caso degli stagionali.
Considerando lo stipendio dato da indennità, diaria e rimborsi vari, i parlamentari italiani arrivano a percepire il miglior trattamento economico netto in Europa. A dispetto della retorica dei diretti interessati, che evitano di concentrare l’attenzione su rimborsi e benefici, i guadagni di senatori e deputati li collocano nell’élite italiana dei contribuenti con redditi superiori ai 100 mila euro. Un’élite composta nel 2022 da 576 mila persone, pari all’1,4% dei contribuenti totali.
[di Salvatore Toscano]
Mi fanno tutti schifo , i nostri politici sono il tumore dell’Italia e noi gli organi che piano piano fanno morire. Vorrei tanto che qualcuno ci dicesse come fare per sconfiggere il tumore prima che lui faccia morire tutti noi !
Alcune categorie di lavoratori non ricevono un adeguamento contrattuale da decenni, altre hanno ricevuto le briciole!
Lassismo ed impotenza davanti alle ingiustizie.
Dove sono le BR?
Fassino ha confermato in una intervista che lascia 2500 ogni mese al PD. È un filantropo.
Bisogna aggiungere anche tutte le bustarelle che intascano da privati ed aziende ( nelle loro forme più varie: cene, vacanze, orologi, gioielli per le mogli, auto per i figli, una casettina al mare a loro insaputa, ecc ecc)
Questa gente hanno la faccia come il culo…senza dignità 👎🤮🤮🤮
C’era, o c’è ancora?, l’abitudine di versare una percentuale al Partito. Così il contribuente diventava finanziatore, allora, del PCI