Fathallah, trentun’anni… Ullah, quindici anni… Blessing, ventun’anni… altre e altri mai trovati o ritrovati dopo il disgelo, ridotti a resti irriconoscibili…
È la storia di chi si perde, nel vano tentativo di superare il confine tra Italia e Francia, risalendo la Valle di Susa verso la Valle della Durance.
Oggi arriva la notizia dell’ennesima vittima della frontiera, anche lui giovanissimo, trovato tra le pinete abbarbicante sul ripido versante che da Montgenèvre scende a Briancon. Sentieri di lupi e di fuggiaschi… e di migranti sul cammino della disperazione, caduti mentre cercano di sfuggire alle guardie di frontiera.
I giornali non ci dicono nulla di lui se non la presunta età di 20-25 anni, ma è facile immaginarlo sulla strada da Oulx verso Claviere, poi sul viottolo che, lasciato l’abitato, si inerpica lungo pendii sempre più ripidi, l’occhio e l’orecchio attento dell’animale braccato dai cacciatori. Equipaggiamento nullo, forse qualche generica indicazione, ma a temperare la fatica c’è il sollievo che la Francia è vicina (che cosa sono pochi chilometri rispetto ad un cammino che dura da anni, tra pericoli e soprusi infiniti?) e forse la meta – un parente, amici, o comunque qualche prospettiva per cui è valsa la pena tanta sofferenza – si trova lì, a portata di mano.
Più in basso, a Claviere, a Montgenèvre, si respira il clima festaiolo delle vacanze: sono stati riaperti alberghi e alloggi stagionali; quelle che d’inverno diventano piste da sci, si sono trasformate in campi da golf (sponsor la Lavazza) e in percorsi ginnici; il bacino artificiale, le cui acque vengono utilizzate per l’innevamento invernale, è diventato una sorta di solarium per gli amanti della la tintarella, mentre la statale di valico funziona da via dello “struscio” per chi vuol farsi “due passi in frontiera”.
Qui, lo scorso fine settimana, i solidali NO Border avevano organizzato Passamontagna, un campeggio itinerante “senza frontiere né autoritarismi”. Contro di loro la frontiera ha reagito con ferocia: la Gendarmerie in assetto antisommossa, manganelli e un fuoco di fila di lacrimogeni. Naturalmente a sollecitare l’indignazione dei bempensanti non è stato il fumo dei lacrimogeni ma la “maleducazione dei manifestanti che hanno calpestato i campi da golf”.
Intanto poco lontano, nel cuore della foresta, ai bordi di un sentiero che si perde nel nulla, moriva, solo, un ragazzo.
[di Nicoletta Dosio – Oltre ad essere da sempre attiva in numerose lotte
sociali e politiche sul territorio piemontese, Nicoletta Dosio è uno dei volti storici del Movimento No TAV. Condannata ai domiciliari per aver partecipato a una manifestazione pacifica del Movimento, ma rifiutandosi di sottostarvi e divenire così “carceriera di sé stessa”, Nicoletta è stata imputata di almeno 130 evasioni, che le sono valse la condanna a oltre un anno di carcere presso il penitenziario di Torino]
Triste e inaccettabile dover trovar la morte scappando lungo i sentieri dove in tanti vanno a fare escursioni e divertirsi, quanto triste ed inaccettabile dare più valore ad un campo da golf che alla incolumità dei manifestanti.
Forza Movimenti NO TAV e No Border, sono con voi, sempre, fino alla vittoria!