giovedì 14 Novembre 2024

Il silenzio unico

Dopo il pensiero unico è arrivato il silenzio unico. Sembra impossibile che non ci sia un parlamentare che esige e ottiene spiegazioni a proposito di vere o presunte scie chimiche, che rilasciano filamenti, di manipolazioni del clima ottenute con vari mezzi e di tutti gli allarmi da cui, a ragione o no, siamo circondati. Ci troviamo nelle condizioni di non potere né credere né non credere, dovendo accettare che la cronaca dei media martelli sempre in un’unica direzione non facendo mai emergere posizioni alternative o interlocuzioni autorevoli da parti opposte, con eguale dignità, come ad esempio prevederebbe il servizio pubblico televisivo. Ne deriva che, o ci asteniamo e pensiamo ad altro, o ci incazziamo ma non si sa bene con chi.

Gli interventi non conformisti, non obbedienti vengono qualificati come casi di aggressione, chi non si adegua alla musichetta passa da ignorante. E il governo di destra, a sua volta, passa da alibi per convogliare contro di esso una opposizione preconcetta, raramente nel merito, allo scopo di legittimare una sinistra senza idee. Col risultato che sentiamo mancare una rappresentanza delle varie opinioni realmente e logicamente possibili e soprattutto una presa di posizione  sulle minacce incombenti.

Non è più soltanto omologazione, repressione, è annullamento di alternative, di regole logiche, del pensiero in sé. Ora l’agenda del conflitto sociale e ideologico passerebbe esclusivamente per i problemi di genere se non ci fossero le alluvioni e la guerra in Ucraina che comunque ricevono spiegazioni a senso, quasi, unico.

La televisione certifica, nel fragore degli scontri sceneggiati, che il silenzio della ragione è alle porte. Dopo il partito unico, prima del fascismo poi della televisione bonacciona, dopo il pensiero unico della postmodernità, prima saccente poi ignorante e presuntuosa, è in arrivo il silenzio a senso unico, quello a cui saremmo prima o poi costretti.

Occorre insistere nella assunzione forte, indispensabile, del ruolo di denuncia del giornalismo vero!!

Sui social, certi lodevoli, rari, coraggiosi, intraprendenti e tenaci,  documentano e denunciano, ma sono sovrastati purtroppo da insulsi ingiustificati attacchi di nervi.

E incalzano quei commenti risentiti, fuori luogo, che hanno il sapore dell’ora d’aria dei carcerati e anche un po’ della vittoria, in ultima analisi compiacente, degli imbecilli.

[di Gian Paolo Caprettini]

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10 Commenti

  1. Prego il Dott. Caprettini affinché muova inchieste giornalistiche volte a sviscerare le problematiche sollevate altrimenti rischia di risultare parte del sistema silente che egli stesso denuncia. Sono convinto che i temi affrontati nell’articolo abbiano consistenza e siano causa di un disagio sociale dilagante, però da un giornalista mi aspetto che trovi argomentazioni fondate su fonti conclamate ed opinioni autorevoli da parte di intellettuali e luminari, per muovere l’interesse delle persone verso un pensiero libero, appassionato e complesso, fuori da questa mediocre alienazione cui stagna l’umanesimo contemporaneo.

    • Gent.mo, io scrivo come intellettuale, già professore di Semiologia dei media. Il mio curriculum è tutto sui temi della comunicazione della letteratura del cinema e della TV. È vero che ho diretto un master di giornalismo ma non ho gli strumenti che forse lei mi sollecita. La ringrazio comunque molto del commento.

  2. E perché le scie chimiche no?
    C’è qualcosa di più evidente della manipolazione del clima? Basta credere ai propri occhi e alzarli al cielo.
    Fra i temi su cui grava il silenzio di cui parla l’articolo quello delle scie è per me il più emblematico, tanto evidente quanto apparentemente inesistente. Fino a ieri l’altro. Poi arriva qualcuno che parla di geo-ingegneria dicendo che si fa da decenni e di nuovo cala il silenzio perché non ha senso parlare dell’ovvio. E ovviamente la geo-ingegneria è lì per il nostro bene, nonostante nessuno dica chiaramente chi la fa, come la fa e perché.
    Il servizio pubblico che paghiamo con le nostre tasche semplicemente ignora l’argomento mentre i media mainstream scrivono articoli incompetenti e contraddittori.
    Quando chi ha un ruolo di responsabilità tace e qualcun altro risponde penso proprio di essere preso in giro.

    • È davvero frustrante . Recentemente ho rilevato che nemmeno ‘il manifesto’ veicola dubbi. È avvenuta la saldatura tra scienza voce ufficiale governativa, controllo sociale remoto. Ci fosse adesso la guerra in Vietnam, cosa direbbero? Ma prima o poi l’ Africa o l’ India faranno pagare i conti

  3. In effetti sarebbe opportuno che i mezzi di informazione si occupassero dei temi reali con persone competenti che dibattono pubblicamente su dati piuttosto che ragazzine create ad hoc o divulgatori scientifici che di scientifico hanno solo l’ assoggettarsi al sistema.credo facciate bene a parlarne per risvegliare le coscienze.

  4. L’articolo descrive in modo efficace i meccanismi che stiamo vivendo, la povertà del dibattito intellettuale, il senso di smarrimento che proviamo. Non so se ne usciremo, ma credo che questo giornale rappresenti un modello di possibile antidoto.

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