L’azione collettiva Aria Pulita ha registrato un boom di adesioni nelle ultime settimane. L’aumento medio è del 20% e le richieste di partecipazione al Nord Italia sono cresciute del 65% con Milano, Brescia e Modena sul podio per aumento del numero di iscritti. L’obiettivo è tutelare legalmente i cittadini che tra il 2008 e il 2018 hanno respirato aria inquinata da sostanze chimiche che hanno superato le soglie stabilite dalle normative europee. L’iniziativa risale a maggio 2023 quando Consulcesi, rete europea di avvocati specializzati in salute e ambiente adibita all’assistenza legale, ha deciso di lanciare l’azione collettiva per “difendere il diritto all’Aria Pulita”. Sarebbero oltre 40 milioni le persone che possono aderire all’iniziativa e che avrebbero respirato “aria avvelenata”. Tramite il sito dell’organizzazione è possibile scoprire se il proprio comune ha superato i limiti previsti e procedere per chiedere il risarcimento, che potrebbe arrivare fino a 99 euro al giorno.
Secondo il presidente di Consulcesi Group Massimo Tortorella, il boom di richieste di partecipazione all’azione Aria Pulita potrebbe spingere le istituzioni a trovare soluzioni e a metterle in pratica più velocemente: «Nelle ultime settimane c’è stato un incremento del 20% dei partecipanti alla nostra causa per le violazioni dei limiti di Pm10 e biossido di Azoto in oltre 3mila comuni italiani. In pochi mesi abbiamo raccolto già decine di migliaia di adesioni che di giorno in giorno crescono esponenzialmente. Siamo convinti che l’ampia partecipazione all’azione collettiva Aria Pulita, oltre a riconoscere un risarcimento per il danno subito e accertato dalla stessa Corte di Giustizia Europea, servirà a scuotere le coscienze dei decisori politici. Speriamo che, una volta messi alle strette, sentiranno più forte la necessità di mettere finalmente in atto tutte le misure urgenti e necessarie di contrasto all’inquinamento atmosferico a tutela del diritto di ogni cittadino di vivere in un ambiente salubre. È importante per noi oggi e lo sarà di più per i nostri figli e le generazioni future ancora».
La maggior parte delle adesioni (65%) arrivano dal Nord Italia, in particolare da Milano, Brescia, Modena, Bologna e Carpi. Il 20% proviene dal Centro Italia con Roma, Prato e Firenze sul podio. Al Sud invece, a fare da capofila sono Catania, Palermo, Napoli, Taranto e Brindisi. Si tratta di alcune delle città che rientrano nell’elenco degli oltre 3.300 comuni individuati da Consulcesi come candidabili all’azione collettiva Aria Pulita e che avrebbero superato le soglie di PM10 e biossido di azoto sancite dalla Direttiva Comunitaria n. 2008/50/CE (recepita dall’Italia tramite il decreto legislativo 155 del 13 agosto 2010). La richiesta di risarcimento si baserebbe sulle violazioni del regolamento già punite dalla Corte di Giustizia Europea con la sentenza del 10/11/2020 e con quella del 12/05/2022. Basterebbe quindi solo dimostrare, tramite certificato storico di residenza, di aver vissuto per almeno un anno continuativo tra il 2008 ed il 2018 in uno dei 3.384 comuni individuati. La causa costa 350 euro e assicura la possibilità di ottenere risarcimenti fino a 99 euro al giorno e fino a 36.000 euro all’anno. Per scoprire come partecipare e se il proprio comune fa parte della lista, Consulcesi ha messo a disposizione una sezione del loro sito.
[di Roberto Demaio]
L’azione è interessante, però leggendo il contratto da accettare ho notato un paio di punti che fanno drizzare le antenne:
2. In caso di esito favorevole, il cliente si impegna altresì a versare a Consulcesi SA una percentuale pari al 13% (tredici percento) dell’importo complessivo riconosciuto a titolo di risarcimento e/o dell’importo riconosciuto a titolo transattivo
3. Il corrispettivo si intende comprensivo delle spese per l’avvio dell’azione giudiziaria collettiva e degli onorari spettanti al legale incaricato ai fini della rappresentanza nel I grado di giudizio, non comprendendo spese eventualmente disposte dall’organo giudiziario competente
Tralasciando il 13% di provvigione che si intascherebbe Consulcesi in caso di vittoria (se le cifre fossero quelle accennate, ci potrebbe anche stare), le spese coperte dai 350 euro utili ad aderire alla causa arrivano fino al I grado di giudizio (io, in materia di legge e diritto, conosco ben poco, ma direi che per vincere una causa contro lo Stato occorrano tre gradi di giudizio). Personalmente quest’ultimo punto mi spaventa parecchio, se qualcuno riuscisse a quantificare le spese dovute agli altri gradi di giudizio (oltre al primo) e delle spese eventualmente disposte dall’organo giudiziario competente, aderirei tranquillamente
La sensazione che ho io è che sia uno scenario win-win per Consulcesi, che nella peggiore delle ipotesi beccherebbe “solo” gli onorari compresi nei 350 a cranio. Poi, sul fatto che possa servire a mettere pressioni ai politicanti, sono d’accordo
Se qualcuno ha delucidazioni da dare in materia legale, soprattutto in merito al punto 3, sono tutt’orecchi
Grazie