giovedì 21 Novembre 2024

La nuova norma europea sulle batterie è legge: dalla produzione sostenibile al riciclo

Il regolamento UE sulle batterie sostenibili è ora legge sul territorio di tutti i paesi membri. Ai Ventisette verrà fornita la capacità di rafforzare le norme di sostenibilità per tutte le batterie e di disciplinarne l’intero ciclo di vita, dalla produzione al riciclo. Il fine è quello di ridurre gli impatti ambientali e sociali attraverso nuove regole stringenti per gli operatori, che dovranno verificare l’origine delle materie prime utilizzate per le batterie immesse sul mercato. Per questo motivo sono anche previste nuove linee guida di etichettatura e informazione sui componenti, un nuovo “passaporto della batteria elettronico”. Stabiliti anche gli obiettivi di contrasto all’abbandono delle componenti rare come litio, cobalto, rame, piombo e nichel: entro il 2031 più dell’80% dovrà essere recuperabile dopo il consumo. Infine, a partire dal 2027 i consumatori dovranno essere in grado di rimuovere e sostituire le batterie nei loro dispositivi elettronici in qualsiasi momento del loro ciclo di vita.

È dal 2006 che le batterie e i rifiuti derivati sono disciplinati a livello europeo. Nel 2017 la Commissione ha avviato l’Alleanza europea delle batterie: un progetto che mira a garantire l’approvvigionamento di tutti i condensatori necessari a “decarbonizzare” il settore dei trasporti e dell’energia. A causa delle nuove condizioni socio-economiche, degli obiettivi del Green New Deal e degli sviluppi tecnologici, a dicembre 2020 la Commissione ha proposto di rivedere la direttiva per affrontare la crescente domanda di batterie, visto che a livello globale si prevede un aumento di 14 volte entro il 2030 con l’UE che potrebbe rappresentare ben il 17% di tale domanda.

Ora, dopo il via libera del Parlamento lo scorso 14 giugno e passati i 20 giorni stabiliti dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale dell’UE, il nuovo regolamento è ufficialmente legge su tutto il territorio dei paesi membri. Sono inclusi tutti i tipi di batterie e relativi rifiuti: portatili, per veicoli elettrici, per l’avviamento, industriali, per l’accensione e fulminazione e per i mezzi di trasporto leggeri (biciclette, monopattini elettrici e scooter). È stato disposto l’obiettivo del 45% entro la fine del 2023, del 63% entro il 2027 e del 73% entro il 2030 per la raccolta dei rifiuti di batterie portatili da parte degli stessi produttori. Previsto anche di migliorare il recupero delle componenti rare: 50% entro il 2027 e 80% entro il 2031 per il litio, 90% entro il 2027 e 95% entro il 2031 per cobalto, rame, piombo e nichel. Inoltre, sono stati fissati anche gli obiettivi sui livelli minimi obbligatori di contenuto riciclato per le batterie industriali: 16% per il cobalto, 85% per il piombo, 6% per litio e nichel. Tra 13 anni le soglie saranno innalzate, rispettivamente, al 26% per il cobalto, 85% per il piombo, 12% per il litio e 15% per il nichel.

Infine, come già trattato in un altro articolo de L’Indipendente, a partire dal 2027 i consumatori dovranno essere in grado di rimuovere e sostituire le batterie nei loro prodotti elettronici in qualsiasi momento del ciclo di vita. Le informazioni e i dati chiave – tra cui l’impronta di carbonio se la capacità sarà superiore a 2 chilowattora – saranno forniti su un’etichetta e un codice QR permetterà di accedere ad un passaporto digitale con informazioni dettagliate utili sia ai consumatori che ai professionisti per incrementare l’economia circolare delle batterie. L’entrata in vigore del nuovo regolamento è stato annunciato anche su X-Twitter dalla Commissione, che ha dichiarato: «Le batterie sono strategiche per la transizione dell’UE verso un’economia climaticamente neutra. A partire da oggi, il regolamento sulle batterie garantirà che le batterie siano sicure, circolari e sostenibili per l’intero ciclo di vita».

[di Roberto Demaio]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

2 Commenti

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria