giovedì 21 Novembre 2024

Nello Yucatan è stata portata alla luce un’altra antica città Maya

Ci sono imponenti edifici alti più di 15 metri, piramidi, ceramiche, incisioni, complessi architettonici disposti in strutture concentriche e tre piazze con campi da gioco nell’ultima cantica città Maya rinvenuta nello Yucatan, in Messico. L’area è circondata da 3.000 chilometri quadrati di vegetazione, per questo è rimasta nascosta fino ad oggi. Ivan Šprajc, archeologo e ricercatore presso l’Accademia slovena delle scienze e delle arti, ha spiegato che è rimasto incredibilmente sorpreso dal ritrovamento: «La città assomiglia ad altre città Maya dello stesso periodo ma ci sono alcune caratteristiche peculiari». La scoperta è stata resa possibile grazie alla tecnologia laser LIDAR, che ha permesso di “filtrare la vegetazione” ed è stata utilizzata nei tre voli di quattro ore sopra la giungla di Campeche. La città è stata denominata Ocumtún e, secondo gli esperti, risale ad un periodo compreso tra il 600 e il 900 d.C., compatibile quindi con lo sviluppo dell’antica civiltà Maya. Per risalire all’epoca di appartenenza sono risultati decisivi i frammenti di ceramica rinvenuti in una fossa scavata nel sito. Secondo Šprajc “la missione non è finita qui e potrebbero venire fuori altre scoperte: molti insediamenti risalenti a centinaia di anni fa furono abbandonati per una combinazione di ragioni diverse, tra cui esaurimento del suolo, siccità prolungata e guerre”. Per questo i ricercatori hanno annunciato che ritorneranno sul sito l’anno prossimo per proseguire le indagini.

Il principale merito della scoperta va all’utilizzo della tecnologia LIDAR: si tratta di uno strumento di telerilevamento che permette di determinare la morfologia dell’area esaminata emettendo impulsi laser e calcolando la distanza degli oggetti tramite il tempo di ritorno dei raggi riflessi. I primi prototipi LIDAR risalgono al 1961 e hanno permesso alla missione Apollo 15 del 1971 di mappare la Luna. A partire dagli anni ’80 la tecnologia è stata impiegata anche per la comunicazione satellitare e negli ultimi decenni si sta diffondendo in moltissimi altri ambiti, come l’archeologia. Con l’evoluzione dell’informatica, oggi gli strumenti LIDAR consentono di rimuovere la vegetazione dalle mappature, consentendo ai ricercatori di ottenere immagini più pulite che permettono di rilevare caratteristiche del terreno altrimenti invisibili. Fernandez-Diaz, pioniere della tecnologia a cui si deve la scoperta del più grande tempio Maya a Tabasco, ha spiegato che la LIDAR è come una partita di tennis: «È come se si lanciasse una palla verso il muro per poi vederla tornare indietro misurando così il tempo impiegato tra i due punti». La tecnologia è già stata utilizzata per scovare altre città perdute, come la Mahendraparvata dell’Impero Khmer in Cambogia, Kweneng degli Twsana in Sudafrica e monumenti risalenti a 3.500 anni fa nella foresta di Dean nel regno unito.

Gli antichi Maya furono una popolazione insediata in Mesoamerica a partire dal 750/500 a.C. Le aree di maggiore sviluppo comprendono una zona che va dall’odierno sud-est messicano fino a porzioni occidentali dell’Honduras e di El Salvador, passando per il Guatemala ed il Belize. Sono comprese anche le aree del nord della penisola dello Yucatán, dagli altopiani della Sierra Madre fino alle pianure meridionali del litorale del pacifico. I Maya sono una civiltà nota per l’arte, l’architettura, i raffinati sistemi matematici e astronomici e per aver sviluppato l’unico sistema di scrittura nelle Americhe precolombiane. L’antica città rinvenuta è solo l’ultima di una lunga scia di scoperte effettuate sempre grazie alla tecnologia LIADAR: a giugno 2021, sempre nello Yucatán, sono stati ritrovati altri edifici nascosti dalla vegetazione, a dicembre 2022 sono stati scoperti altri mille insediamenti Maya antichissimi e a gennaio 2023 sono state scoperte altre 400 città e il primo sistema di autostrade in pietra del mondo antico.

[di Roberto Demaio]

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