Tra venerdì e sabato si è verificato un nuovo record di sbarchi a Lampedusa. Nel weekend, si è infatti arrivati a contare 4.267 migranti nell’hotspot dell’isola (dieci volte oltre la capienza massima), che per l’ennesima volta ha rischiato il collasso. E se, da una parte, il mare mosso delle ultime ore ha scoraggiato le partenze dal Nord-Africa, frenando temporaneamente gli arrivi, dall’altra ha anche rallentato i trasferimenti dei migranti, che continuano ad affollare il centro accoglienza in attesa di capire che ne sarà del loro futuro. Insomma, nonostante le promesse della campagna elettorale, la stretta sulle Ong il varo del Decreto Cutro, i dati sull’immigrazione restano impietosi e la maggioranza sembra brancolare nel buio. Il vicepremier Matteo Salvini, nel frattempo, ha dichiarato che sarà «necessario» approvare «un nuovo Decreto Sicurezza già a settembre», ma è trapelato ancora poco su cosa esattamente andrà a contenere.
La situazione nell’isola siciliana resta estremamente critica. A lanciare l’allarme è stato anche il Prefetto di Agrigento, Filippo Romano: «Lampedusa non può più accogliere profughi – ha dichiarato -. Il messaggio che è importante che le ong comprendano è che non farle attraccare a Lampedusa non significa voler fare loro un danno o creargli ulteriori problemi. Significa soltanto che Lampedusa ora, come anche nel recente passato, non è assolutamente in grado di ricevere altri profughi. Significa dire con chiarezza che portare ulteriori persone implica un trattamento non adeguato». Dall’altra parte, il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino – che aveva peraltro raggiunto lo scranno di primo cittadino come leader di una lista civica di centro-destra, appoggiata anche dalla Lega – ha detto senza mezzi termini che «è sotto gli occhi di tutti che il fenomeno migratorio sia esploso in mano al governo, e in questo senso condivido le parole del nostro Presidente della Repubblica, secondo cui ‘occorre percorrere strade diverse’». Mannino ha inoltre sostenuto che lo stato d’emergenza proclamato lo scorso aprile dal governo «non ha prodotto alcun risultato concreto per Lampedusa». Il sindaco, accompagnato dal Prefetto, ha ricevuto ieri sull’isola il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, che ha visitato l’hotspot strapieno di migranti.
A scombinare le turbolente acque in cui nuota l’Esecutivo ci ha pensato, con una dichiarazione a caldo, il leader della Lega Matteo Salvini, che, come in un revival del suo passato ruolo al vertice del Ministero dell’Interno, ha annunciato di voler lavorare a un nuovo Decreto Sicurezza, e al contempo provando a rinviare la colpa a Bruxelles: «L’Europa dopo tante chiacchiere deve svegliarsi e deve aiutarci. I confini dell’Italia – ha detto – sono i confini dell’Europa: Lampedusa, Ventimiglia o Trieste non sono confini italiani ma europei. Siccome l’Italia manda ogni anno miliardi di euro a Bruxelles, la difesa dei confini italiani deve essere una priorità europea». Ciò che per adesso trapela sui potenziali contenuti del Decreto è una stretta sulle espulsioni degli irregolari “con elevato profilo criminale” – come annunciato ad inizio agosto dal sottosegretario all’Interno Nicola Molteni – affidando la decisione non più a un giudice ma direttamente a questori e prefetti; procedure più celeri per la realizzazione di Centri di permanenza per i rimpatri; una stretta sui controlli medici svolti sui migranti appena sbarcati (molti dei quali si dichiarano minorenni) per stabilire l’età, con particolari verifiche anatomiche. Ma tutto è ancora avvolto nella nebbia e qualche risposta concreta si potrà avere solo con l’arrivo del nuovo mese.
E dire che era stata proprio Giorgia Meloni a costruire la sua opposizione politica ai precedenti governi – nonché la sua ultima campagna elettorale, che poi l’ha portata a conquistare la Presidenza del Consiglio – sulla drammatica e irrisolta questione dei flussi migratori. «Uno Stato serio controlla e difende i propri confini. Non mi stancherò mai di ribadire che l’unico modo per fermare l’immigrazione clandestina è il blocco navale: una missione europea in accordo con le autorità nordafricane – dichiarava nell’agosto 2022, pronta a fare il “grande salto” verso Palazzo Chigi -. Solo in questo modo sarà possibile mettere fine alle partenze illegali verso l’Italia e alla tragedia delle morti in mare. È giunto il momento di voltare pagina. Avverrà il 25 settembre se gli italiani ci daranno fiducia». Alla guida dell’Esecutivo, la Meloni ha poi messo la firma sulla stretta alle ong – spesso accusate in maniera in debita, come dimostrato da un recente studio di Nature, di “pull factor” – e sul Decreto Cutro, contenente il discusso inasprimento delle pene contro gli scafisti, parso subito inidoneo a colpire i grandi “organizzatori” dei viaggi a terra.
Ebbene, da un lato molte delle proposte avanzate non hanno trovato concretezza e sono state rimangiate dai loro stessi autori, ora in posizioni apicali al governo; dall’altro, le misure introdotte attraverso norme ufficiali non sembrano aver migliorato la situazione dei flussi, che continuano a interessare l’Italia con numeri analoghi a quelli del passato. Il medesimo discorso vale per l’annosa questione rimpatri, altro cavallo di battaglia di Lega e Fratelli d’Italia che, nonostante le ingenti promesse fatte in questi anni, durante il governo Meloni stanno andando più a rilento che negli anni precedenti: solo 2.500 ad oggi nel 2023, contro i circa 6.500 degli anni 2018 e 2019.
[di Stefano Baudino]
Mi sembra tanto un gran gioco delle parti. Prima si fa credere all’opinione pubblica che i migranti (utilizzati da moltissimi settori lavorativi) siano una piaga da combattere. Quindi, aizzata l’opinione pubblica contro di loro, si strombazza che il problema verrà risolto alla radice. Poi, all’atto pratico, si torna indietro. Ma, nel frattempo, si muove una macchina colossale, fatta di scafisti che guadagnano con questi traffici, paragonabili al traffico di stupefacenti, di strutture di ogni tipo (accoglienza, smistamento, rimpatri, ecc.) che necessitano di fondi e creano posti di lavoro, ecc. I dati dell’INPS dimostrano che senza nuova forza lavoro non ci saranno soldi per le pensioni, molti settori lavorativi si basano quasi esclusivamente sugli stranieri……Sembra davvero una recita per mantenere tutto nell’illegalità e permettere guadagni illeciti a settori intoccabili
Concordo.
Ma qualcuno riesce capire che non è tollerabile un’Europa Imperialista serva degli USA, chiusa in canile dove riceve dal padrone il cibo se si sottomette e un’Africa relativamente libera che viene lasciata morire di fame in attesa di totale sottomissione?
Come dice Prodi occorrono mille Università e Politecnici Afro-Europei e occorrono subito prima che l’Impero della morte del Dark State USA e suoi servi Europei con la sola cultura del denaro servile, distrugga il mondo.
Prodi quello del “entrando in Europa lavoreremo un giorno di meno per guadagnare di più”?
Appunto