Il litorale della Sardegna è, per l’ennesima volta, sotto attacco. A sferrare l’offensiva è la giunta regionale di centro-destra guidata da Christian Solinas, che, per mano dell’assessore all’Urbanistica Aldo Salaris, ha consegnato al Ministro per i beni ambientali e culturali Gennaro Sangiuliano una richiesta di modifica delle attuali norme di tutela della costa sarda. L’obiettivo di Solinas è infatti quello di provvedere al più presto a nuove costruzioni e riqualificazioni edilizie che possano superare i vincoli inerenti la difesa delle coste contenute nel Piano paesaggistico regionale approvato nel 2006, puntando, tra le altre cose, a un’importante espansione di villaggi turistici e hotel di lusso. Per questo, però, serve l’ok del Ministro, che non si esprimerà prima di fine settembre.
La bozza inviata a Sangiuliano contiene un elenco di specifici punti, resi noti alla stampa: concedere la possibilità di demolire e ricostruire edifici in aree tutelate, anche attraverso modifiche all’architettura degli edifici; permettere una riqualificazione degli immobili esistenti; correggere i vincoli nelle zone nei pressi degli stagni, ridefinendo i divieti; ridelineare i confini intorno a una serie di beni archeologici e storici tutelati, rendendo meno stringenti i vincoli presenti nell’area costiera e nelle campagne; snellire pratiche e procedure collegate a interventi urbanistici, nella città e nei comuni dell’entroterra.
Bersaglio delle critiche delle associazioni ambientaliste è anche il contenuto di due emendamenti alla manovra finanziaria regionale, approvati in Commissione con il voto contrario delle opposizioni. Il primo prevede che gli alberghi che sorgono nella fascia costiera protetta dei 300 metri dal mare possano ottenere un incremento del 15% rispetto alle attuali cubature; il secondo consente un aumento degli indici di fabbricabilità del 25% nella fascia oltre i trecento metri della battigia, non tutelata dal Ppr. Proprio per questo motivo, la giunta attende con ansia la decisione del governo sulla eventuale modifica del Piano. La proposta di modifica, si legge, è destinata alla “riqualificazione delle strutture ricettive esistenti che per essere competitive hanno necessità di offrire un elevato e diversificato standard di servizi, come risulta anche dal Piano strategico del turismo, e in coerenza con le previsioni del Piano paesaggistico regionale”.
Se l’Associazione Nazionale Costruttori Edili plaude all’iniziativa della giunta sarda, piovono critiche da Ordine dei geologi, Wwf e Italia Nostra, secondo cui il blitz potrebbe mettere in pericolo non solo la tutela ambientale, ma anche la sicurezza delle persone. Si fa sentire anche Fridays for future Sardegna: «La situazione riflette una realtà politica in cui gli interessi di gruppi potenti come le aziende edili spesso guidano le decisioni politiche – commenta uno dei membri, Luca Pirisi -. Il settore turistico e l’edilizia, profondamente radicati nell’economia e nella società sarda, fanno pressione per una ulteriore deregolamentazione. È questa la dinamica che spiega gli attacchi continui all’integrità delle coste». Ora la palla passa al governo.
[Stefano Baudino]