Le cause legali abusive intentate in Europa nell’arco del 2022 hanno raggiunto il numero più alto mai registrato, attestandosi a 161. Lo ha comunicato in un report, pubblicato la settimana scorsa, la Coalizione contro gli SLAPP in Europa. Il termine SLAPP, che in qualche modo rimanda anche allo “slap” – lo “schiaffo”, in lingua inglese – rappresenta l’acronimo di “Strategic lawsuit against public participation“, che in italiano si può tradurre con “azione legale strategica contro la partecipazione pubblica”. Così vengono inquadrate le azioni legali volte a bloccare la partecipazione alla vita pubblica, ovvero le cause strategiche avviate da entità o personaggi potenti all’indirizzo di giornalisti, media, organizzazioni e individui che hanno il solo obiettivo di ostacolare il loro lavoro ed evitare il controllo pubblico che ne deriva. Un comodo “scudo” per i centri di potere che ne fanno uso, un sistema ormai oliato che, non essendo arginato da leggi solide, in Europa rappresenta una grande problematica per la democrazia.
Il rapporto pubblicato da CASE, un’équipe formata da Ong ed esperti legali, che ha collaborato con la Fondazione Daphne Caruana Galizia, offre uno spaccato impietoso sull’inquietante crescita del numero degli SLAPP in territorio europeo. La lista delle cause legali abusive, ferma ad un totale di 570 dal 2010, è stata aggiornata e ora ne conta in tutto 820. Il 2022 ha rappresentato l’anno nero, con ben 161 SLAPP (nel 2021 sono stati 135). I redattori della ricerca evidenziano però che il numero effettivo degli SLAPP è estremamente più alto rispetto a quello registrato all’interno del report, in quanto il pubblico non può avere accesso a molte informazioni sulle cause legali e le vittime degli SLAPP decidono molto spesso di non denunciare quanto avviene con la paura di incorrere in ritorsioni ulteriori.
Dalla ricerca emerge come le vittime delle “cause temerarie” siano, il più delle volte, singoli individui. In cima alla classifica ci sono infatti i giornalisti (30% degli SLAPP), cui seguono i media (25%) e gli editori (12%). Fuori dal podio, ci sono attivisti (10%) e Ong (5%). I principali autori degli SLAPP sono imprese e affaristi, ma anche persone influenti, gruppi di lobby e organi statali. Oggetto del contendere sono, il più delle volte, questioni di corruzione, governative e ambientali: la base giuridica dominante resta la diffamazione. La più ingente richiesta di risarcimento del 2022 ammonta a 17,6 milioni di euro: l’ha avanzata la società energetica Iberdrola all’indirizzo del giornale spagnolo El Confidencial per presunti “danni alla reputazione”. L’8% di chi ha subito SLAPP, nel 2022, ha dovuto affrontare ripercussioni penali, tra cui anche la reclusione.
“I risultati dell’attuale rapporto CASE sottolineano l’importanza e l’urgenza delle misure di protezione anti-SLAPP, in particolare di una legislazione solida che fornisce un forte scudo di sicurezza sia a livello nazionale che, nel caso di SLAPP transfrontalieri, a livello internazionale”, viene scritto nel report. 1 su 10 delle cause legali identificate tra il 2010 e il 2022 erano transfrontaliere (cioè vedevano domiciliati in Paesi diversi l’attore e l’imputato). A questo proposito, l’anno scorso, la Commissione UE ha annunciato un pacchetto anti-SLAPP che comprende una proposta di Direttiva – un atto legislativo che stabilisce degli obiettivi vincolanti per gli Stati membri – e una Raccomandazione che va a suggerire linee di azione a livello nazionale. Gli SLAPP transfrontalieri rientreranno nell’ambito di applicazione della Direttiva, mentre i casi esclusivamente nazionali resteranno di competenza dei singoli Stati membri.
[di Stefano Baudino]