Ieri mattina le forze dell’ordine hanno cercato di smantellare il presidio che i lavoratori in appalto a Mondo Convenienza hanno realizzato a Campi Bisenzio, fuori ai cancelli dell’azienda. La mobilitazione, che va avanti da oltre tre mesi, non è stata fermata del tutto grazie all’arrivo «di molti solidali» e all’intervento «della Regione Toscana e del Comune», come scritto dai Si Cobas in una nota. Il sindacato ha poi aggiunto che quanto accaduto «non è accettabile, di fronte a un’azienda sotto processo per sfruttamento e caporalato che calpesta sistematicamente i diritti di facchini autisti e montatori in tutta Italia, che diserta i tavoli di trattativa regionali e che ad oggi continua a rifiutarsi anche solo di inserire un marcatempo in azienda». Per questo motivo è stata indetta, dall’8 al 15 settembre, una settimana di mobilitazione generale.
Secondo quanto dichiarato dai Si Cobas, la polizia è intervenuta ieri a Campi Bisenzio in tenuta antisommossa, accompagnata dai vigili del fuoco e dai camion di Alia Servizi Ambientali, l’azienda che gestisce i rifiuti in Toscana. «L’intenzione era fare macerie da gettare in discarica di tende, gazebi e gli altri materiali del presidio acquistati grazie al sostegno di migliaia di persone». Parte di questo materiale è stato distrutto all’alba, all’inizio del tentato sgombero. L’ennesimo, dopo i vari tentativi di giugno, quando la protesta dei lavoratori in appalto a Mondo Convenienza era appena iniziata in via Gattinella. I lavoratori, che oggi “festeggiano” il centesimo giorno di presidio, hanno dovuto subire anche la violenza dell’azienda stessa: a giugno un camion per le consegne ha travolto – prima dell’arrivo delle forze dell’ordine – un gruppo di manifestanti, mandandone uno all’ospedale.
I lavoratori che la cooperativa Rl2 assume per conto di Mondo Convenienza ricoprono i servizi di trasporto, montaggio e facchinaggio. Dallo scorso 30 maggio hanno incrociato le braccia per denunciare una situazione lavorativa insostenibile, chiedendo 5 turni a settimana di 8 ore (e non 12), maggiore sicurezza e l’applicazione del contratto collettivo nazionale della logistica (attualmente sono inquadrati col Multiservizi) per ottenere salari adeguati alle mansioni svolte: si tratterebbe di passare da uno stipendio base di 1180 euro a circa 1600. A ciò si aggiungono poi straordinari non pagati (come nel caso del sabato lavorativo) e un regolamento aziendale che nega ai lavoratori l’indennità di trasferta se vanno in malattia o infortunio e non lavorano almeno 22 giorni al mese, come evidenziato da Potere al Popolo in una nota.
Per il momento la lotta dei lavoratori ha portato i primi frutti: la procura di Bologna si è interessata alla causa e ha aperto un’indagine, chiedendo il processo per cinque persone, tra cui Mara Cozzolino, presidente del Consiglio d’amministrazione di Mondo Convenienza. Tra settembre e ottobre, il giudice per le indagini preliminari si esprimerà sulla questione, disponendone l’archiviazione o accogliendo la richiesta di un processo. Nel frattempo i lavoratori continuano la loro mobilitazione, in attesa di un reale supporto istituzionale per portare Mondo Convenienza sulla strada della tutela del lavoro. Un caso che farebbe scuola, dal momento che l’azienda romana non è un’anomalia ma espressione del nostro settore produttivo, affrontando finalmente gli scheletri di un armadio tutto italiano.
[di Salvatore Toscano]