Nel Nuovo Galles del Sud, in Australia, è stato annunciato il divieto di disboscamento per creare una nuova area protetta per i koala e salvare la popolazione locale dall’estinzione. Lo stop proteggerà circa 8.400 ettari di foresta in cui si trovano 106 centri hot spot e diventerà una parte fondamentale del Parco Nazionale dei grandi Koala, un progetto più grande che mira a salvaguardare la specie nell’intero Stato. Dal 2022, il koala è stato inserito nella lista di specie a rischio estinzione in due stati australiani e nel territorio della capitale. Brad Smith, amministratore delegato ad interim del Nature Conservation Council – organizzazione non governativa e senza scopo di lucro che rappresenta più di 100 gruppi ambientalisti comunitari in tutto il Nuovo Galles del Sud – ha descritto l’area come «l’habitat per i koala più importante al mondo». Ha poi aggiunto: «Si tratta di un passo in avanti storico, che è anche un riconoscimento del fatto che il disboscamento ha un impatto devastante sui koala e sulla biodiversità».
Il koala (anche detto fascolarto) è un mammifero marsupiale australiano che trascorre quasi tutta la vita sugli alberi di eucalipto, che sono anche la sua principale fonte d’alimentazione. Le maggiori concentrazioni di koala si trovano lungo la costa orientale dell’Australia, da Adelaide fino alla base della Penisola di Capo York. La specie, nonostante all’inizio del secolo scorso era formata da centinaia di migliaia di individui, sta ormai affrontando da decenni seri problemi d’estinzione: già nel 2012 la specie era stata dichiarata “vulnerabile” dal Governo Federale australiano e nel 2019 l’ente di beneficienza Australian Koala Foundation ha stimato una popolazione residua di circa 80mila esemplari, dichiarando di «credere che i koala potrebbero essere funzionalmente estinti», ovvero non più in grado di mantenere una varietà genetica adatta alla sopravvivenza della specie. A seguito degli incendi del 2019-2020, il numero si è ulteriormente ridotto e le stime hanno rilevato un forte rischio di estinzione entro il 2050. Dal 2022, il governo australiano ha inserito i koala nella lista delle specie a rischio d’estinzione del Queensland, nel Nuovo Galles del Sud e nell’Australian Capital Territory, vale a dire gran parte del loro habitat naturale.
Secondo Stuart Blanch, il portavoce del WWF (World Wide Fund for Nature) Australia, il numero di koala nel Nuovo Galles del Sud ha subito un drammatico calo, diminuendo di oltre il 50% solamente tra il 2000 e il 2020 a causa proprio della deforestazione, della siccità e dei devastanti incendi boschivi. «La scelta del governo è perciò un’opportunità per ribaltare questa tragedia. Se vogliamo salvare i koala dall’estinzione in questo secolo, allora abbiamo bisogno di nuove e enormi aree protette che coprano milioni di ettari di foreste», ha poi aggiunto. Tuttavia, la portavoce dei Verdi Sue Higginson ha definito l’iniziativa come «un regalo all’industria del legno». Secondo Higginson, il 58% della popolazione di koala dell’area proposta rimarrebbe non protetta dal divieto ed «è probabile che il disboscamento continui in tutta l’area del Great Koala National Park almeno fino al 2025, a causa del lungo periodo di tempo in cui il governo metterà in atto questi divieti». Ha poi concluso: «Il governo deve lavorare adesso per iniziare la transizione dell’industria forestale pubblica nativa prima che sia troppo tardi per i koala e troppo tardi per le altre specie che in passato dipendevano dalla foresta». Il governo statale ha riferito che presto avvierà le consultazioni con l’agenzia per il legname Forestry Corporation del Nuovo Galles del Sud per «determinare le opzioni di fornitura del legname».
[di Roberto Demaio]