sabato 2 Novembre 2024

Gli ultimi dati confermano il collasso dei giornali mainstream italiani

Gli introiti della stampa mainstream italiana sono, da anni, in caduta libera. A certificarlo, fornendo nuovi spunti relativi al confronto tra il 2023 e le annate precedenti, sono le statistiche diramate da ADS (Accertamenti Diffusione Stampa, società che certifica diffusione e vendita delle copie dei giornali nel nostro Paese), che segnalano un brusco calo in quasi tutte le voci. Specie nel settore del cartaceo, che fa acqua da tutte le parti.

I dati, che passano in rassegna il primo semestre dell’anno corrente, attestano che le copie vendute nel giorno medio sono state 1,49 milioni, comprendendo nel conteggio sia le copie cartacee sia quelle digitali. Nei primi sei mesi del 2022 erano 1,60 milioni e, nello stesso arco temporale del 2021, 1,74 milioni. Nello specifico, la flessione registratasi nella prima metà del 2023 è di 112mila copie rispetto al 2022 (-7%) e di 248mila sul 2021 (-14,3%). Nello specifico, il canale che incide di più in questo decremento è quello delle edicole, che rappresenta il 70% del totale. In tale settore, quest’anno la vendita si è fermata a 1,052 milioni di copie medie, calando di 117mila copie rispetto all’anno precedente (-10%) e di ben 244mila copie sul 2021 (-18,8%).

Si difende il mercato giornalistico digitale – che detiene un peso sul totale del 23% -, ma è facile constatare come i numeri migliorino soltanto quando le copie online vengono vendute a un prezzo compreso tra il 10 e il 30% del costo pieno. Infatti, le copie vendute a un prezzo uguale o superiore a tale soglia sono ferme a circa 195mila unità medie fin dal 2017.

A rappresentare un eloquente spaccato sull’importante crollo delle vendite sono i dati legati a quattro delle principali testate giornalistiche italiane. Il Corriere della Sera, nei primi sei mesi del 2023, fa ad esempio registrare la vendita di 225 mila copie medie, perdendo 8.800 copie sullo stesso periodo del 2022 (-3,8%). Il canale edicola segna addirittura un -10,6% a causa della perdita di circa 16mila copie. Rispetto al 2022, La Repubblica, con 115mila copie medie, perde invece nel complesso addirittura il 12,3%, con -10.640 copie medie vendute in edicola e -5.520 copie medie digitali. Il Sole 24 Ore, che fa registrare 92.400 copie medie (con una preponderanza di quelle digitali, che sono ben 58mila), va a perdere rispetto all’anno precedente il 4,4%. Le copie digitali vendute a prezzi più bassi rappresentano la voce di maggior peso sul volume di venduto: 37%. In ultimo, La Stampa, con 76.700 copie medie, vede una netta flessione degli abbonamenti cartacei (con addirittura un -59% sul 2021). Per quanto riguarda le copie vendute in edicola rispetto all’anno scorso, si attesta un’altra importante flessione (-16,10%).

Mettendo a confronto le vendite del mese di luglio 2023 con quelle di luglio 2022, i numeri risultano impietosi per la quasi totalità delle testate nazionali, con picchi fino al -11,93% e pochissime eccezioni. Nelle statistiche riferite alla diffusione totale delle copie cartacee e digitali, grazie all’online fanno registrare un incremento delle vendite soltanto i giornali sportivi Gazzetta dello Sport (+50,97%) e Corriere dello Sport (+5,42%) e le testate La Repubblica (8,56%) e Avvenire (+3,27%). Tutte le altre sono in rosso. Se poi si guarda alla tabella concernente le sole vendite in edicola, la situazione è ancora più preoccupante. Tutti i giornali, ad eccezione solo di Libero (+9,84%, comunque in calo rispetto al mese precedente), presentano cali in rosso, con picchi che raggiungono il -16,93%. E nulla fa pensare che questo declino possa arrestarsi.

[di Stefano Baudino]

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4 Commenti

  1. Ringrazio Lindipendente per l’informazione libera. Negli anni ho sempre di più incrementato gli abbonamenti a diverse testate libere e indipendenti, togliendo risorse ai “giornaloni”. Auspico che tutti gli abbonati di Repubblica, il Corriere, ecc. facciano altrettanto.

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