Alla fine il blocco ha ceduto. A Sairano di Zinasco, in provincia di Pavia, attivisti e animalisti si erano barricati nel santuario dell’associazione Progetto Cuori Liberi per salvare da morte certa i maiali che per ordine dell’Agenzia di Tutela della Salute dovevano essere abbattuti, a causa dei contagi da peste suina. Le misure di contenimento dell’infezione prevedono infatti l’uccisione di tutti gli esemplari presenti all’interno di un allevamento in cui siano presenti animali malati e la conseguente erogazione di ristori per i proprietari. Ma gli animalisti non hanno acconsentito e sono rimasti all’interno della struttura da venerdì, quando hanno impedito alle autorità di entrare nel santuario costringendole così a posticipare l’operazione. Ma all’alba di oggi, un blitz di polizia e carabinieri in tenuta antisommossa ha sgomberato l’edificio, manganellando gli attivisti e provocando 3 feriti. Nulla da fare per i maiali sopravvissuti, che sono stati tutti uccisi nonostante alcuni animalisti avessero ripreso con fotocamere e cellulari le ottime condizioni di salute di alcuni esemplari.
In una nota, gli attivisti hanno riferito che «avevamo dichiarato che avremmo fatto tutto il possibile per impedire questo inutile massacro, abbiamo resistito il più possibile anche se sapevamo di essere in minoranza. Già da ieri i controlli delle volanti e dei droni della polizia si erano intensificati lasciandoci supporre uno sgombero imminente. Ci siamo quindi organizzati richiamando quanta più gente possibile sia come testimoni, sia per cercare di impedire ai veterinari di entrare».
All’alba di oggi, il Santuario Cuori Liberi di Sagrano è stato accerchiato «da una decina di camionette della celere e decine di agenti della Polizia», che si sono presentati sul posto per portare a termine l’abbattimento di tutti gli esemplari presenti (una decina in tutto), che fossero contagiati dalla peste suina o meno. La resistenza degli attivisti, che hanno cercato di impedire che ciò avvenisse, è stata non violenta, ma sono stati comunque trascinati fuori dalla struttura e manganellati. «Molti tra loro sono stati picchiati, presi a calci e pugni e manganellati, alcuni fatti salire sulle camionette della celere e portati via senza rispettare i protocolli di sicurezza e sanificazione e per uno di loro colto da malore non è stato chiesto soccorso dalle forze dell’ordine» riferiscono i presenti. Poco dopo, i veterinari hanno fatto ingresso nella struttura e hanno ucciso i maiali.
«Nonostante oggi siamo stati sconfitti, continueremo a lottare per difendere i rifugi e l’idea che essi rappresentano» scrivono gli animalisti. «Un’alternativa di convivenza rispetto a un sistema che uccide per profitto. La proposta di una società dove umani e non umani possano coesistere senza una graduatoria di valore e senza sfruttamento. Dove tutti gli animali possano vivere pienamente la loro esistenza come soggetti e non come risorse da sfruttare e sacrificare (letteralmente macellare) sull’altare degli interessi economici. Una società in cui riscoprirci parte della vita e non suoi dominatori».
[di Roberto Demaio]