Ieri, giovedì 21 settembre, migliaia di lavoratori sono scesi a manifestare per le strade di Atene durante uno sciopero di 24 ore proclamato contro le modifiche alla legge sul lavoro che verranno discusse oggi in Parlamento. Personale dei trasporti, insegnanti, medici, molti lavoratori del settore pubblico greco si sono ritrovati in piazza nel primo sciopero nazionale dalla rielezione del governo conservatore di Mitsikatis, avvenuta a giugno. Il disegno di legge consentirebbe ai dipendenti a tempo pieno di ottenere un secondo lavoro part-time e di lavorare fino a 13 ore al giorno, e fino ai 74 anni di età. Inoltre, permetterebbe ai datori di estendere la settimana lavorativa a sei giorni. Secondo il governo le modifiche elimineranno il lavoro nero e aumenteranno l’occupazione in generale, ma i sindacati e l’opposizione affermano che si tratta di un attacco ai diritti dei lavoratori e che creerà condizioni di lavoro e vita insostenibili.
Il disegno di legge prevede anche che un dipendente possa essere licenziato entro il primo anno di lavoro senza preavviso o retribuzione, a meno che non sia stato concordato diversamente. Altra questione spinosa, sono le pene introdotte per chi attua picchetti o blocchi durante le proteste: la proposta legislativa introduce multe fino a 5mila euro e una pena detentiva di sei mesi per chi ostacola il lavoro dei dipendenti durante uno sciopero. Il partito comunista greco KKE ha definito la legge mostruosa, mentre il principale partito d’opposizione di sinistra, Syriza, che domenica dovrebbe eleggere un nuovo leader, ha dichiarato all’inizio della settimana che il governo sta portando avanti “un’agenda segreta” contro i lavoratori.
ADEDY, il più grande sindacato greco del settore pubblico – con circa mezzo milione di aderenti – nonché la sigla che ha indetto lo sciopero, ha chiesto il ritiro del disegno di legge. I manifestanti sono arrivati fino al Parlamento, dove i legislatori stavano discutendo i cambiamenti previsti, che dovrebbero essere approvati questa settimana. Il governo di Mitotakis ha la maggioranza con 158 deputati in un parlamento di 300 seggi. «A 137 anni dalla rivolta di Chicago, che richiedeva 8 ore di lavoro, 8 ore di sonno, 8 ore di tempo libero, arriva oggi il disegno di legge di Georgiadis e del governo che stabilisce le 13 ore di lavoro quotidiano, abolisce i cinque giorni lavorativi e i contratti collettivi, dà ai datori di lavoro la possibilità di lavorare sei giorni, introduce contratti su misura che costituiscono contratti di estrema precarietà professionale a scapito dei dipendenti», comunica il sindacato ADEDY.
[di Monica Cillerai]
Ci attendono decenni di povertà e miseria (sia economica che spirituale)….
I governi di destra sono tutti uguali, spiace per i Greci che come noi in italia li abbiamo mandati al governo! Evidentemente il peso politico dei nuovi schiavi non è granchè, sia in Grecia che in Italia.
Destra e sinistra sono le 2 facce dello stesso mostro bicefalo (forse la sinistra italiana è pure la faccia più brutta delle due). In Grecia purtroppo stanno portando avanti l’agenda inaugurata dalla UE e da Draghi, perché hanno trovato e trovano una situazione di precarietà, debolezza e probabilmente corruzione; ma l’Italietta segue a ruota e infatti zitti zitti, senza proclami e senza rumore, stanno sfasciando il sistema produttivo, sanitario e scolastico sotto gli occhi indifferenti di un popolino dedito agli acquisti di paccottiglia su internet e di vari gruppi politici formati da gente senza valori etici e patriottici (oltre che di una solida cultura sia umanistica che economica che scientifica veicolata dalle università fino a 30 anni fa) che approfittano dei ruoli istituzionali per farsi passerelle in giro per il mondo, non hanno un progetto né visioni a medio-lungo termine e si fanno confezionare piani operativi a cui attribuiscono i nomi dei grandi italiani del passato (piano Mattei per citarne uno) per rivestire di un alone prestigio delle azioni scomposte dettate da fatti contingenti oppure imposte da altri.