giovedì 21 Novembre 2024

Sono riprese in tutta Italia le proteste degli studenti contro il caro affitti

È ripresa con grande vigore la protesta degli studenti di tutta Italia contro il caro-affitti, che, complice il sostanziale immobilismo delle istituzioni, continua a minare seriamente il diritto allo studio, specie dei fuorisede. Le manifestazioni, partite da Roma con lo slogan “Vorrei un futuro qui”, sono in corso in 25 città italiane, e vedranno per tutta la settimana gli studenti dormire in tenda di fronte agli atenei. I ragazzi, in particolare, accusano il governo di una mancanza di strategia su alloggi universitari, borse di studio e PNRR. «Quando uno studente non riesce a pagare l’affitto, le tasse universitarie e ad accedere al welfare perché vincolato a criteri di merito, il diritto allo studio non è garantito», hanno sottolineato gli autori della protesta.

Gli studenti denunciano, ormai da mesi, come la situazione legata all’impennata dei costi degli affitti nelle città universitarie, al carolibri e alle tasse universitarie, che si somma ai rincari del carrello spesa, del carburante, del gas e dell’energia, sia ormai diventata insostenibile. E pongono la lente d’ingrandimento su dati impietosi: i posti disponibili negli studentati pubblici sono solo 42mila in tutto lo Stivale, a fronte di 840mila ragazzi che ne avrebbero diritto. Se in Europa il 18% degli studenti vive in residenze, in Italia questa percentuale scende al 5%. Inoltre, molto spesso, le condizioni degli alloggi risultano fatiscenti. “Nonostante le intense mobilitazioni di questa primavera contro il caro affitti, nulla è cambiato: dalle istituzioni, dal Governo alle amministrazioni comunali, sono arrivate soltanto finte promesse o insufficienti contentini, che non mettono in discussione i paradigmi che hanno prodotto e che continuano ad alimentare questa crisi – hanno scritto in una nota gli universitari in protesta davanti alla Statale di Milano –. Per ottenere risposte contro il carovita, per il diritto allo studio e alla casa, servono l’abolizione della legge 431/98, la reintroduzione dell’equo canone, il divieto di accesso ai privati ai bandi della legge 338/2000, studentati pubblici e accessibili e un reddito studentesco”. Ad oggi, mediamente, per uno studente fuorisede studiare costa circa 12mila euro all’anno.

Il focus della protesta è incardinato, in particolare, sulla destinazione dei denari del Pnrr. La prima tranche del Fondo, 300 milioni andati a finanziare circa 8mila posti letto – recuperati presso strutture già esistenti – per due terzi sono infatti finiti ai privati. In particolare, a beneficiarne è stata Camplus, il primo provider di housing per studenti in Italia, che ha incamerato oltre 108 milioni di euro. «Il governo si era impegnato a realizzare 7.500 posti letto nuovi con i fondi del Pnrr, invece ha indicato alloggi già esistenti – ha evidenziato Camilla Piredda, dell’Unione Universitari – Così lo stanziamento di 519 milioni è stato bloccato e slittato sulla quarta rata».

A Venezia, dove i posti letto per i turisti hanno recentemente superato quelli per i residenti, gli studenti si sono riuniti sul ponte di Rialto per denunciare l’alto prezzo dei libri e l’inefficienza del sistema dei trasporti e delle infrastrutture. A Napoli, la tendopoli è stata allestita davanti agli scaloni dell’ingresso dell’Università Federico II. A Torino, gli universitari sono tornati a protestare davanti al Campus universitario Einaudi. Nella Capitale, le tende sono state piantate in piazzale Aldo Moro, di fronte alla Sapienza. Qui gli studenti hanno esposto un cartellone gigante che rappresenta un assegno da due miliardi. “Questa è la cifra che servirebbe per garantire il Diritto allo studio a tutti coloro che non riescono a permettersi di studiare all’Università – hanno dichiarato gli studenti in un comunicato -. Eppure, dobbiamo leggere che il Ministro delle Infrastrutture pensa a un piano casa, ma per la borghesia! Mica per gli studenti accampati!”.

Solidarietà agli universitari impegnati nella protesta è arrivata dai sindacati (Cgil e Uil) e da parlamentari di Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Alleanza Verdi Sinistra.

[di Stefano Baudino]

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