In Italia, il numero delle minacce rivolte ai giornalisti è in crescita, mentre diminuisce progressivamente quello delle loro denunce. Lo rivela l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Ossigeno, che nei primi sei mesi del 2023 ha rilevato 83 episodi di intimidazione e minaccia a danno di 234 giornalisti. In media 1,3 vittime al giorno.
Le vicende legate a intimidazioni e minacce a danno di operatori dell’informazione, nello Stivale, sono più numerose di ogni altro Paese europeo. Lo scenario appare ancora più inquietante se si considera che solo il 22% delle vittime avrebbe denunciato alle autorità le violenze e gli abusi subiti. Un dato estremamente eloquente che dimostra come in Italia molti giornalisti abbiano meno fiducia di prima nella giustizia e nella capacità riparatoria dello Stato.
La situazione era risultata molto preoccupante anche nel 2022, in cui Ossigeno aveva contato 107 episodi e 359 giornalisti minacciati. I numeri, fa notare l’Osservatorio, risultano più alti di un terzo rispetto all’anno corrente solo perché vi è stata una “analoga diminuzione delle risorse impiegate” nel 2023 rispetto al precedente (il 35% in meno). Ossigeno sottolinea che “da dieci anni le intimidazioni sono molte più di quelle che l’Osservatorio è in grado di sottoporre alla verifica dei fatti a cui ogni episodio viene sottoposto prima di essere conteggiato, inserito nelle statistiche e segnalato pubblicamente” e che “di anno in anno varia il numero di episodi per i quali è minacciato un numero elevato di giornalisti”.
Il 16 agosto il Ministero dell’Interno ha reso note statistiche da cui si ricava che “le intimidazioni contro i giornalisti rilevate dalle denunce da loro presentate sono diminuite del 28,12%”. Infatti, “dalle 64 del 2022 si è passati alle 46 di quest’anno: di queste ultime, 4 hanno una matrice di criminalità organizzata, 21 sono riconducibili all’attività socio politica e 21 ad ‘altro‘”. La regione italiana che conta il maggior numero di intimidazioni a giornalisti è la Lombardia (11), a cui seguono Lazio (7), Campania (6), Puglia (4) e Sicilia (4).
Sulla base dei dati diramati da Ossigeno, nei primi sei mesi del 2023 si attesta che il 62% dei giornalisti aggrediti o minacciati ha deciso di non denunciare. Ad affidarsi alla giustizia è stato solo il 22%, mentre per il rimanente 16% l’Osservatorio non ha potuto sapere se siano state o meno avviate denunce.
Raddoppiano le intimidazioni ai danni dei giornalisti locali da parte degli amministratori pubblici, che passano dal 6% all’11%. Aumentano, poi, gli episodi che hanno origine dalle tifoserie calcistiche organizzate (se nei primi sei mesi del 2022 erano il 2% del totale, nello stesso periodo del 2023 rappresentano il 10%). Il 22% delle vittime registrate nei primi sei mesi del 2023 è rappresentato da donne (erano state il 25% del totale l’anno precedente). Il 15% di loro è stato vittima di attacchi discriminatori connessi al genere, con insulti e minacce di matrice sessista.
Nel lasso di tempo considerato, sono stati compiuti soprattutto avvertimenti attraverso lettere minatorie, striscioni offensivi, insulti pubblicati sui social media che hanno colpito 68 giornalisti (45%) e azioni legali pretestuose allo scopo di intimidire o mettere a tacere 54 operatori dell’informazione (35%). A seguire, ci sono le azioni violente, che hanno coinvolto 24 giornalisti (16%). Il 2% ha subito, invece, forme di ostacolato accesso all’informazione. Un altro 2% danneggiamenti all’attrezzatura di lavoro.
Il fatto che all’aumento delle intimidazioni ai danni dei giornalisti non consegua un incremento delle denunce, bensì una loro diminuzione, rappresenta un campanello d’allarme importante per la libertà di informazione, nonché per l’incolumità di chi – potendo spesso contare solo su stipendi risibili e poche garanzie sul versante legale – opera nel mondo dell’informazione. Un dato che va letto in combinato disposto con quanto attestato dalla Coalizione contro gli SLAPP in Europa, che ha recentemente attestato come le cause legali abusive intentate in Europa ai danni di giornalisti e media nel 2022 abbiano raggiunto il numero più alto mai registrato.
[di Stefano Baudino]
Fanno tutto questo sotto il nostro naso e la maggior parte delle persone rimane cieca. Senza speranza
Paese di pecore,corruzione e mafiosi.che bello esser italiani