A poco meno di una settimana dall’offensiva senza precedenti di Hamas contro Israele e la conseguente rappresaglia dello Stato ebraico che ha riacceso il pluridecennale e mai risolto conflitto israelo-palestinese, si possono già osservare le diverse posizioni che le varie potenze internazionali stanno assumendo all’interno del tormentato contesto mediorientale: da una parte, l’Occidente ha optato per un integrale abbandono del ruolo di mediazione – abdicando così ad un importante funzione diplomatica – per schierarsi incondizionatamente con Israele. E se da parte degli USA questo è un atteggia...
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Probabilmente è il Qatar, piccolo Stato plutocratico, in grado di scombussolare i mondo del calcio organizzando dei mondiali in mezzo al deserto, a essere maggiomente coinvolto in questa guerra di religione fra Semiti. Purtroppo è noto che la religione, vero oppio dei popoli, offusca le menti degli Uomini (Donne) rendendo i sostenitori di Hamas perfettamente uguali ai sionisti ultraortodossi.
Bell’articolo. Condivisibile il fatto che le nuove potenze emergenti dimostrino di esserlo dal fatto che stiano affrontando questa crisi con una visione più olistica e volta alla mediazione e al dialogo piuttosto che all’uso della forza. Sarebbe però interessante capire, aldilà delle previsioni, se veramente tutto questo sia una conseguenza indiretta e non prevista delle politiche USA e occidentali in Medio Oriente o non sia ancora una volta tutto premeditato, a partire dal casus belli, proprio a Washington, nel senso che gli USA, seguendo la loro innata specialità, potrebbero avere interesse ad accendere direttamente un altro conflitto in zona, sia per tentare di estendere il proprio controllo in zona e destabilizzarla ulteriormente, come anche per fare sfumare l’attenzione sulla guerra in Ucraina, mentre si stanno preparando una via di uscita dalla stessa.
È una guerra Mondiale in corso, tutti sempre più cattivi, speriamo che le due Coree non facciano partire le bombe nucleari, ma lo temo.