La morte del 43enne Stefano Paternò, sottufficiale della marina militare di Augusta, fu correlata con l’inoculazione del vaccino Astrazeneca, avvenuta 12 ore prima del decesso – datato 9 marzo 2021 -, ma per il suo caso non ci saranno colpevoli. Nonostante la perizia disposta dal pubblico ministero avesse fin da subito attestato che la morte del militare fosse stata provocata dal vaccino, infatti, la Procura aveva chiesto l’archiviazione degli indagati, sostenendo che non siano state violate norme penali. Dopo aver archiviato la posizione di un medico, di un infermiere dell’ospedale militare di Augusta e di un medico del 118 intervenuto nella casa di Paternò tentando di rianimarlo – tutti indagati per omicidio colposo -, il gip del Tribunale di Siracusa negli scorsi giorni ha in ultimo disposto anche l’archiviazione per Lorenzo Wittum, l’amministratore delegato di AstraZeneca. “Il decesso è ascrivibile alla risposta individuale al vaccino indotto da uno stato di sensibilizzazione al Sars-Cov-2, contratto in via asintomatica – ha scritto il gip di Siracusa, Carmen Scapellato, nel decreto con cui ha disposto l’archiviazione – ma dalle “complesse e articolate indagini è emerso” che “sono state compiute regolarmente le attività di trasporto, consegna e stoccaggio del vaccino” e che il lotto al centro dell’inchiesta “non presentava in sé alcuna anomalia”.
La prima dose del vaccino fu somministrata a Paternò l’8 marzo del 2021. L’uomo morì poche ore dopo, nella notte del giorno successivo. Nella perizia depositata il 25 maggio del 2021, si legge nero su bianco che la morte di Paternò “non può che essere ascrivibile alla risposta individuale al vaccino, indotta da uno stato di sensibilizzazione al Sars-Cov-2”. Paternò, infatti, “ebbe una risposta infiammatoria abnorme al vaccino, stimolata dal pregresso contatto con il virus (dimostrato dalla positività all’Rna su tampone e dalla presenza di IgG a titolo significativo) e sostenuta da una risposta citochinica che ha indotto un eclatante e drammatico danno polmonare, con la conseguente Ards”. Al militare, che aveva precedentemente contratto il Covid da asintomatico, è infatti risultato fatale “un complesso meccanismo di risposta immunitaria certamente esagerata”. Il pubblico ministero ha riconosciuto che “in teoria, un’ipotesi di responsabilità penale” a carico di Astrazeneca “potrebbe consistere nell’avere omesso di indicare” nelle avvertenze “la sussistenza di un rischio di potere sviluppare l’Ards in soggetto positivo al Covid-19 sia pure asintomatico o paucisintomatico e, dunque, avere impedito al vaccinando di potere scegliere se sottoporsi precauzionalmente a tampone”, potendosi dunque “vaccinare in sicurezza” sulla base di “un consenso informato completo ed effettivo”, oppure di “sottoporsi a test sierologico” al fine di accertare “l’eventuale presenza di anticorpi già sviluppati quale segno di una pregressa infezione”. D’altra parte, però, “mancherebbero dati oggettivi”, dunque il pm ha chiesto l’archiviazione.
L’inchiesta della Procura si è incentrata sul lotto di vaccino somministrato a Paternò, ma le indagini di laboratorio, effettuate dal Rivm in Olanda, hanno dato esito negativo, confermando che tale fiala non presentava criticità. Secondo i pm, insomma, né i medici “che avevano curato l’anamnesi, inoculato la dose e soccorso Paterno” né “Lorenzo Wittum, quale amministratore delegato di Astrazeneca” sarebbero stati responsabili di condotte penalmente rilevanti.
[di Stefano Baudino]
Non ci sono parole. E questa sentenza dimostra che non si esce da questo sistema. Follia pura.
Da quando eravamo bambini, già alle elementari, ci dicevano che non si vaccinava chi si era già contagiato. Questi signori hanno obbligato a vaccinarsi un ragazzo con IgG elevate, causando una Ards mortale, e non è colpa di nessuno??? Mi è andato in cortocircuito il cervello!
Una vergogna infinita!