giovedì 21 Novembre 2024

In Italia la mobilitazione per la Palestina non si ferma: occupate università e sedi UE

Ieri pomeriggio decine di attivisti hanno occupato la sede milanese del Parlamento europeo per chiedere il cessate il fuoco immediato a Gaza e l’ingresso di consistenti aiuti alla popolazione. I manifestanti hanno poi reclamato la fine di ogni vendita di armi italiane ed europee a Israele, così come l’interruzione degli accordi commerciali e politici. Nelle ore precedenti era stato il mondo studentesco a ribadire il sostegno alla Palestina: a Venezia gli studenti universitari hanno occupato il rettorato centrale dell’università Ca’ Foscari, mentre i colleghi di Padova la facoltà di scienze politiche, raccogliendo l’appello della Birzeit University di Ramallah, che ha spronato le istituzioni accademiche internazionali a prendere una posizione per fermare il massacro in atto a Gaza. L’invasione sferrata dalle forze di occupazione israeliane a seguito dell’attacco di Hamas ha causato oltre 9mila vittime, di cui 3800 bambini.

«L’Unione Europea è nata perché le guerre e i genocidi fossero un brutto ricordo del passato e proprio ora che il passato è presente, la UE e il governo italiano sono indifferenti, o peggio complici, di un altro genocidio», ha dichiarato il centro sociale Cantiere, tra le realtà che ieri pomeriggio hanno occupato la sede milanese del Parlamento europeo. Nelle stesse ore, Israele bombardava gli ingressi di tre ospedali della Striscia di Gaza, bersagliando ambulanze e cavalli che trasportavano civili. L’attacco è stato rivendicato da Tel Aviv, che l’ha definito un’azione contro Hamas, accusata di nascondersi nelle ambulanze. I video mostrano diversi corpi smembrati di donne e bambini (secondo il ministero della Sanità di Gaza il bilancio è di 13 morti e 26 feriti), di fronte ai quali il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e il direttore dell’Oms Tedros Ghebreyesus si sono detti inorriditi. I media locali riferiscono poi della distruzione di un serbatoio d’acqua, che veniva utilizzato per rifornire diversi quartieri, e del bombardamento di una moschea nel popoloso quartiere di Sabra. Israele sta inoltre approfittando dell’attenzione mediatica su Gaza per annettere più territori possibili in Cisgiordania occupata: dal 7 ottobre le espulsioni forzate di residenti palestinesi sono cresciute del 40%.

Ieri pomeriggio, dopo tre ore di proteste, le realtà sociali che hanno occupato la sede milanese del Parlamento europeo hanno ottenuto l’impegno dei rappresentanti a trasmettere le loro istanze a Bruxelles. La mobilitazione a sostegno del popolo palestinese non si ferma e continua per la quarta settimana consecutiva. Oggi scenderanno in piazza i cittadini di Palermo, Milano, Padova, Modena, Roma, Parma e Torino; le piazze di Cagliari e Mestre si sono invece animate questa mattina, riunendo centinaia di manifestanti. Negli ultimi giorni gli studenti di diversi atenei hanno ribadito il loro sostegno al popolo palestinese, condannando non solo il massacro messo in atto da Israele ma anche le istituzioni universitarie e statali, accusate di sostenere indistintamente Tel Aviv. Alle occupazioni di Venezia e Padova si aggiungono diversi presidi e cortei: giovedì pomeriggio un centinaio di studenti della Sapienza ha sfilato per la città universitaria al grido di “Free Palestine”.

[di Salvatore Toscano]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

3 Commenti

  1. Per anni Israele ha convissuto con attentati giornalieri, civili uccisi a coltellate, quartieri chiusi dove gli Israeliani vengono uccisi a vista, continui richiami alla violenza di Hamas che sfrutta la popolazione locale in un misto di paura e connivenza. Tutte queste morti non sono mai interessate a nessuno. Questo senza considerare gli attentati più clamorosi negli ultimi vent’anni, e le uccisioni anche all’estero perpetrate da Palestinesi ai danni degli ebrei. Ora, improvvisamente dovremmo dire a Israele di fermarsi? Mi spiace, credo abbiano tutto il diritto di reagire e di assicurarsi che nessuno possa più aggredirli.

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria