giovedì 21 Novembre 2024

L’Italia contribuisce alla guerra in Palestina inviando fregate missilistiche

Nei giorni scorsi, l’Italia ha inviato nel Mediterraneo orientale due fregate missilistiche che stanno navigando al largo delle coste tra Israele, Gaza e il Libano, in acque internazionali. Le unità della nostra marina militare impegnate nell’area sono la “Carlo Margottini” e la “Virginio Fasan”, due nuove fregate europee multi-missione di classe Bergamini, che operano a sostegno dei gruppi portaerei a propulsione nucleare statunitensi Carrier Strike Group 12, guidato dalla Uss Gerald R. Ford, e Carrier Strike Group 12, guidato dalla Uss Dwight D. Eisenhower. Mentre tutto ciò è passato mediaticamente in sordina, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha invece pubblicizzato in pompa magna l’invio in Medio Oriente della nave “Vulcano” della Marina militare, una nave-ospedale che, a detta dello stesso ministro, accoglierà i feriti della Striscia di Gaza. Una scelta propagandistica che ha influenzato anche i media, che hanno dedicato ampio spazio alla misura umanitaria (tra l’altro di dubbia efficacia, visto che non è chiaro né dettagliato come i feriti di Gaza potrebbero raggiungere la struttura), ma hanno taciuto l’invio delle navi da guerra.

La “Carlo Margottini”, consegnata alla Marina Militare nel 2014 ed entrata ufficialmente a far parte delle navi di prima linea della Squadra Navale, è la terza delle Fregate Europee Multi Missione e la seconda in configurazione Anti Submarine Warfare. Ha preso parte a una lunga serie di attività addestrative e operative, sia sul piano nazionale che a livello internazionale. La “Virginio Fasan”, consegnata alla Marina Militare nel 2013, è invece la seconda delle Fregate Europee Multi Missione e la prima in versione Anti Submarine Warfare. A proposito dell’invio delle due fregate missilistiche, su X (ex Twitter) la stessa Marina militare ha scritto che “l’elevato grado di interoperabilità raggiunto ben testimonia lo stretto e profondo legame che unisce le Marine di Italia e Stati Uniti”. Alcuni giorni fa, infatti, le navi italiane si erano unite a due gruppi di portaerei statunitensi “per esercitare l’integrazione dell’alleanza Nato”. Come ricostruito dall’esperto in armamenti e geopolitica Antonio Mazzeo sul suo blog, inoltre, nelle ultime ore è stato deciso di trasferire nelle acque del Mediterraneo orientale il pattugliatore d’altura della Marina militare “Paolo Thaon di Ravel”, che andrà ad affiancarsi agli altri mezzi presenti nell’area. Contemporaneamente, però, l’Esecutivo ha voluto evidenziare che alla volta delle aree in cui si sta consumando il conflitto sarà mandata la nave “Vulcano” della Marina, che, ha riferito Crosetto, vedrà a bordo “170 persone, di cui 30 della Marina, formati per l’emergenza sanitaria”, a se ne aggiungeranno altrettante di altre forze armate, che verranno inviate su un aereo, al fine di portare soccorso alla popolazione di Gaza. Crosetto ha aggiunto che “oltre all’ospedale imbarcato, alle sale operatorie, alle attrezzature diagnostiche, saranno portati medicinali e soccorsi” per “dare segnali concreti di vicinanza al popolo palestinese” e che si sta organizzando “l’invio di un ospedale da campo su terra”.

Ad ogni modo, già a pochi giorni dallo scoppio del conflitto israelo-palestinese le armi statunitensi destinate a Tel Aviv avevano cominciato a decollare dal territorio italiano. Le tracce registrate dai portali specializzati nel monitoraggio del traffico aereo hanno infatti manifestato come, dalla base militare americana di Sigonella, in Sicilia, aveva effettuato vari viaggio alla volta di Nevatim, nel deserto del Negev, dove sorge un’importante militare israeliana, un grande cargo – nello specifico di un C-17 Globemaster III – in forza alla “Air Mobility Command” dell’aviazione americana. In quei giorni, l’aereo era più volte passato da Ramstein, in Germania, dove sorge la più grande base americana nel continente europeo.

[di Stefano Baudino]

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6 Commenti

  1. Condivido il suo pensiero , e comunque non mi aspettavo nulla da questa commissione , solito copione all’italiana ; la classe politica nostrana ormai non ha più limiti di vergogna basta pensare come Tajani e Meloni hanno deciso in modo vigliacco di astenersi sul voto all’ONU per il cessate il fuoco , gli interessi ENI e i diktat USA sono quello che Tajani dice scelta equidistante …. Da brividi. come deprecabile il comportamento a riguardo della
    Cosiddetta opposizione …. Silenzio assoluto
    Burattini senza vergogna. Rispedire subito al mittente la tessera elettorale . Sarebbe un bel segno di dissenso .

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