lunedì 4 Novembre 2024

Mondo Convenienza, dopo 160 giorni di sciopero l’azienda cede ai lavoratori

Dopo 160 giorni di resistenza a sgomberi, manganellate e licenziamenti, è finito lo sciopero dei lavoratori di Mondo Convenienza: i 26 dipendenti e apprendisti della ditta Rl2, che erano stati tutti licenziati per aver iniziato una protesta durata oltre cinque mesi a denuncia delle condizioni di lavoro “inaccettabili” e della mancata applicazione del contratto della Logistica, sono stati tutti riassunti con contratti a tempo indeterminato e con un aumento di 100 euro, oltre che risarciti per i mesi trascorsi senza paga. Tuttavia, come spiegato dal sindacalista Luca Toscano, il termine del presidio non costituisce ancora una vittoria piena in quanto le nuove assunzioni sono state comunque effettuate secondo il contratto “Pulizie e multiservizi” (6,80 euro lordi l’ora) e non secondo quello richiesto, che avrebbe comportato un aumento in busta paga che va dai 400 ai 500 euro al mese. «La lotta continuerà, in altre forme ed altri tempi. Perché senza lotta non sarebbero nemmeno esistiti i tavoli», ha scritto il sindacato in una nota.

Tra i protestanti c’era chi era stato assunto con contratti di apprendistato che si prolungavano oltre il tempo prestabilito dalla legge, chi denunciava orari di lavoro insostenibili (fino a 5 turni a settimana da 12 ore), chi straordinari non pagati o l’indennità di trasferta non riconosciuta e chi protestava per la mancanza di una serie di strumenti di lavoro. Ora le acque sembrano essersi calmate, ma per Si Cobas la vittoria definitiva arriverà solo quando verrà applicato il contratto di lavoro della Logistica al posto di quello “Pulizie e multiservizi”: «A livello pratico, la differenza salariale tra il contratto multiservizi e quello della logistica vale dai 400 ai 500 euro al mese in busta paga. Con l’assunzione si supera una situazione di precarietà che andava avanti da anni e il gruppo di autisti, facchini e montatori riceve un risarcimento per i mesi di licenziamento», spiega il sindacalista Luca Toscano, che ha poi aggiunto: «L’assunzione c’è stata, ma resta l’applicazione di un contratto ritenuto inappropriato per il lavoro svolto da facchini, autisti e montatori. La lotta andrà avanti con nuove forme perché senza questa vertenza non sarebbe iniziata neanche la trattativa in corso con la società».

Una vicenda che ricorda quella di Bologna nel 2017, dove anche lì gli scioperanti, che protestavano per motivi simili, furono tutti licenziati: «Era applicato, solo formalmente, il Ccnl Logistica. I licenziati furono fatti rientrare a condizione di firmare il contratto Pulizie Multiservizi. All’ultimo tavolo in Regione Toscana Mondo Convenienza ci aveva offerto una sorta di ripetizione del 2017: ritiro dei licenziamenti in cambio di accordo che avrebbe fatto rientrare (“legalizzandolo”) il Regolamento Aziendale che la lotta era riuscita solo in quattro mesi a eliminare. Per questo lo sciopero finisce senza un accordo sindacale. Siamo orgogliosi di questa scelta. Meglio una battaglia che rimane aperta che una chiusa tradendo se stessa», scrive Si Cobas, che conclude: «Il contratto Multiservizi (6,80 euro lordi) non è solo un contratto inapplicabile a facchini autisti e montatori. È un contratto che per con le paghe che ha andrebbe abolito. Perché un salario indegno non lo dovrebbe avere nessuno: che tu faccia le pulizie in ospedale o in un condominio, che tu lavori in una mensa o in una portineria».

[di Roberto Demaio]

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1 commento

  1. ma i Sindacati Confederali, che immagino abbiano sottoscritto quel contratto indegno del comparto Pulizie/Servizi, hanno deciso di tornare a tutelare i lavoratori oppure no? Scioperano venerdì perché al governo ci sono gli “altri”. Contro il lavoro povero. Che non è mica nato nel 2023, ma è il risultato di almeno 20 anni di ritardi nei rinnovi dei contratti nazionali, di ammiccamenti a Confindustria e alla politica di “sinistra”. Ma quando c’rano i “loro” Letta, Zingaretti, Renzi e compagnia, perché hanno taciuto? Il sindacato deve capire, una volta per tutte, che il PCI è morto, quelli del PD non ne sono assolutamente gli eredi, (salvo un galantuomo che si chiama Bersani), ergo il sindacato non ha più, da decenni, una sponda politica. Devono andare avanti in autonomia, diventare grandi insomma e tornare a fare il mestiere per i quale sono pagati dai lavoratori. Quando lo capiranno?

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