La fiction Rai Blanca, che va in onda in prima serata, riscrive la storia della protesta contro il green pass al porto di Trieste e scoppia la polemica. Sebbene si tratti di un prodotto televisivo di finzione che, come spesso accade, può ispirarsi liberamente alla vita reale, senza per questo riprodurla fedelmente, in questo caso si è ricostruito in maniera totalmente falsata, denigratoria e distorta quanto avvenne al Molo 17 di Trieste. E difficilmente la scelta di questa opera di falsificazione può non avere un fondo di malizia nel volere far passare l’idea che il dissenso contro il Green Pass sia stato violento e che i manifestanti siano dei soggetti pericolosi.
Il caso è scoppiato per una scena della serie tv che si ambienta in commissariato, in particolare per un breve monologo, in cui uno dei personaggi racconta con pathos quanto segue, tra il silenzio commosso dei colleghi: «Tre anni fa a Trieste, durante uno sciopero dei portuali, io ero a capo del servizio di ordine pubblico. La situazione era tranquilla, poi i manifestanti hanno cominciato ad aggredirci, e io ho ordinato la carica. Poi la situazione si è calmata, Frida era a terra, uccisa da un colpo violento alla testa. Il processo poi ha dimostrato che il colpo era stato inferto da uno dei dimostranti, ma per anni non si è mai rassegnato».
Le cose, nella realtà, non sono andate neppure lontanamente così. Solo che le persone, guardando un prodotto sul servizio pubblico, sono legittimate a collegare quanto raccontato nella fiction ai fatti reali di Trieste e pensare che siano effettivamente avvenuti come messo in scena da Blanca. Come noto, infatti, la manipolazione sociale – in particolare la tecnica dell’empatia (che sfrutta le emozioni, come in questo caso) – riscuote maggior successo esercitando precise tecniche di ingegneria sociale e veicolando determinati concetti attraverso lo spettacolo, quando il pubblico è rilassato e abbassa le proprie difese razionali.
In questo caso, la fiction si è ispirata a fatti reali, stravolgendoli però completamente. Ad aggravare lo scenario, dobbiamo considerare che la puntata di Blanca è andata in onda in prima serata, sulla RAI che vanta ancora, tra molti, una certa autorevolezza per quanto riguarda i prodotti televisivi che trasmette.
Come anticipato, è scoppiata una polemica che è diventata virale sui social. L’ex leader dei portuali di Trieste, Stefano Puzzer, in un’intervista a La Verità, ha parlato di “vergogna”, dato che lui e gli altri manifestanti sono stati “trattati come assassini”. Secondo Puzzer, la fiction RAI non ha solo screditato la loro azione, ma anche i princìpi che l’hanno ispirata.
Nella realtà, infatti, furono i manifestanti al Molo 17, a essere aggrediti dalla violenza delle forze dell’ordine, non il contrario. Fecero il giro del mondo, incassando lo sdegno dei media internazionali, le immagini delle proteste, con i portuali seduti pacificamente a terra, che furono raggiunti da getti di acqua gelata, raffiche di gas, manganellate e lacrimogeni dalla polizia che voleva sgomberare il porto.
Le scene di guerriglia urbana allora vennero minimizzate dai giornalisti italiani, mentre furono commentate con sgomento all’estero dai media internazionali, che già guardavano con stupore alla svolta autoritaria nel nostro Paese. Le fotografie e i video immortalavano i manifestanti pacifici, seduti per terra tenendosi per mano di fronte all’avanzata delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa.
Il messaggio che si è voluto diffondere allora come ora con Blanca, è stato l’esatto opposto di quanto si è verificato nella realtà: la violenza sarebbe stata opera dei portuali e bene avrebbero fatto le forze dell’ordine a disperderli.
A testimoniare la brutale repressione nei confronti dei portuali e dei manifestanti furono proprio i media esteri. Italian police use water cannon to break up health pass protest at port titolò Reuters: «Lunedì la polizia italiana ha usato cannoni ad acqua e gas lacrimogeni per liberare un sit-in al porto di Trieste, dove gli oppositori del pass sanitario obbligatorio Covid-19 del governo hanno cercato di bloccare l’accesso». Reuters riportò anche le parole di Stefano Puzzer dopo lo sgombero: «Ci hanno attaccato. Sono senza parole. Non me lo sarei mai aspettato […] Ci sediamo qui. Manteniamo la calma. Non ci arrendiamo».
Euronews e afp pubblicarono la notizia delle proteste a Trieste e dello sgombero, sottolineando gli slogan della folla rivolti alla polizia in tenuta anti sommossa: “Libertà, libertà” o “Non siamo violenti, abbassate gli scudi!”. È stata poi la volta di France 24: “La polizia italiana usa gli idranti sui manifestanti”. «Decine di poliziotti in tenuta antisommossa hanno affrontato centinaia di manifestanti rimasti e lavoratori portuali che venerdì hanno iniziato a bloccare uno degli ingressi del porto per protestare contro l’introduzione del “Green Pass”», si leggeva nel pezzo. «“Libertà, libertà!” gridavano i manifestanti, mentre altri gridavano “Non siamo violenti, abbassate gli scudi”».
[di Enrica Perucchietti]
Il “Bel Paese” in un “Mondo Buono” dei Posti_al_Sole, i Don_Matteo, Che_Dio_ci_aiuti e l’interminabile processione di stronzate una più stucchevole de l’altra, riversate a tonnellate nel salotto buono o dal televisore che campeggia sul frigorifero o ai piedi del letto, oramai in versione tascabile.
Un’opera massiccia, sistematica, “chirurgica” di stordimento collettivo, di anestetizzazione generale grazie alla quale l’italiano medio – cosi’ come accade in altri Paesi della Vecchia Europa e di 4/5 del pianeta – si sradica dalla propria cultura, della quale peraltro è ben poco cosciente da un pezzo, se mai lo sia veramente stato.
L’immaginario collettivo ed individuale contaminato (nel senso linguistico del termine) dallo storytelling pubblicitario e appunto televisivo (LO DICE LA TV), un’opera di acculturazione in piena regola, effettuata con la piena adesione del singolo cittadino-utente-target. Se si usassero gli stessi criteri di analisi e classificazione nutrizionale che si adoperano per il cibo, nel detto immaginario scopriremmo presenza massiccia di additivi ed edulcoranti tali da rendere lo stesso prodotto non idoeno al consumo e quindi, di fatto, illegale.
E questo avviene nel Paese della “Grande Bellezza”, Culla dell’Arte, patria di geni inarrivabili, la lingua di Dante e del fooooooood ecc ecc.
La televisione è da buttare dalla finestra .
L’importante non è la realtà dei fatti ma ciò che viene discusso nei bar.