Studenti e studentesse dell’Università di Pisa hanno risposto all’appello del movimento “End Fossil: occupy!” e hanno occupato nella serata di mercoledì il Polo didattico Carmignani, uno dei plessi principali dell’ateneo. Altre occupazioni sono previste nelle università italiane ed europee nelle prossime settimane per sensibilizzare e fare pressione sulle amministrazioni universitarie al fine di interrompere ogni collaborazione con le aziende dell’energia fossile. End Fossil é una campagna internazionale per la fine della dipendenza dei combustibili fossili e ha già coinvolto molte scuole e Università in 12 paesi europei tra novembre 2022 e maggio 2023. «I luoghi della formazione sono il cuore propulsivo di questa mobilitazione perché da lì parte l’ingerenza delle compagnie fossili nella nostra società. Finanziamenti a corsi di laurea, master, contratti di ricerca, partenariati: attraverso questi canali, creano un treno di legittimazione sociale al loro operato e la dipendenza stretta di molte facoltà, da tempo sottofinanziate dallo stato e quindi costrette ad accogliere i privati», scrivono spiegando le ragioni dell’azione gli studenti in un comunicato.
L’occupazione del polo pisano ha già un fitto programma per i prossimi giorni, con numerose iniziative di sensibilizzazione sulla tematica che si terranno all’interno della struttura. «Anche a Pisa, Eni e altre multinazionali mortifere ed ecocide come Leonardo, hanno accordi stabili con molti dipartimenti. Questi colossi petroliferi e industriali sono responsabili della crisi climatica ed ecologica che nelle scorse – e prossime – settimane assume l’aspetto di alluvioni mortifere, nonché delle crisi belliche», ribadiscono gli attivisti. Le rivendicazioni sono chiare: l’interruzione – o il non rinnovo – degli accordi tra Università e aziende del fossile; l’istituzione di un corso obbligatorio sulla crisi climatica ed ecologica in ogni corso di studio; la richiesta che l’Università si faccia protagonista di esperienze di comunità energetiche rinnovabili e solidali, mettendo a disposizione fondi e propri edifici.
Afferma uno degli attivisti: «I luoghi del sapere hanno una responsabilità per quello che é l’indirizzo della politica energetica, prendere finanziamenti influenza la didattica e può creare conflitti di interessi: questa è la dinamica da rompere». L’occupazione di End Fossil non vuole essere solo il luogo in cui dire «no» al modello di sviluppo fossile, ma anche dove riflettere sulle possibili alternative, riferiscono gli occupanti. «La chiave di lettura, comunque, deve essere quella della decrescita, ovvero l’unico orizzonte sensato da tenere assieme alla transizione ecologica affinché questa non riproduca le stesse storture del capitalismo fossile, solo in chiave green».
Nei loro comunicati, il movimento End Fossil pisano esprime la sua solidarietà con gli attivisti di Extinction Rebellion e Ultima Generazione che nonostante la continua repressione non smettono di «lanciare l’allarme con l’urgenza dovuta». Solidarietà anche ai lavoratori in sciopero e al popolo palestinese, per il quale scenderanno in piazza oggi anche con gli studenti delle scuole superiori.
[di Monica Cillerai]