Si affolla ulteriormente la platea dei partiti cosiddetti “antisistema” in Italia. Sabato, all’hotel Midas di Roma, è stata infatti ufficialmente celebrata la fondazione di Indipendenza!, nuovo partito guidato dall’ex sindaco della Capitale, Gianni Alemanno. La nuova forza politica si propone, almeno idealmente, di rappresentare un’alternativa alla destra meloniana di governo, che secondo i suoi fautori si sarebbe rivelata estremamente servile nei confronti degli Usa, della Nato e dei tecnocrati di Bruxelles piegandosi ai dettami del mainstream politico-economico. Alemanno ha dichiarato che il suo partito intende superare i vecchi schemi di destra e di sinistra, ma al suo fianco tra i fondatori figurano l’ex storico leader del movimento neofascista Casapound e molte figure che appartennero al Movimento Sociale Italiano e poi ad Alleanza Nazionale. Tuttavia, alla tavola rotonda della giornata di apertura era presente anche il comunista Marco Rizzo, leader di Democrazia Sovrana e Popolare, lista con la quale si vocifera un possibile apparentamento in vista delle prossime elezioni europee. Eventualità tuttavia non confermata dai protagonisti.
Come si legge nel documento assembleare, tra i punti fondamentali in elenco ci sono “la dottrina sociale Cattolica, la cultura identitaria e l’appartenenza comunitaria al popolo italiano, l’Umanesimo del lavoro, l’Autodeterminazione e i diritti dei popoli e i principi fondamentali della Costituzione Italiana”. Si tratta, insomma, di una forza politica culturalmente posta a destra – a difesa, dunque, della famiglia tradizionale ed estremamente conservatrice sui temi etici –, ma che al contempo ambisce a recuperare quell’attenzione alle classi sociali svantaggiate promettendo battaglia al capitalismo finanziario e allo strapotere delle multinazionali, avendo dunque l’ambizione di esercitare attrattiva verso il popolo deluso della sinistra più radicale. Tra le altre figure che sosterranno Alemanno nel tentato ripristino di una certa “ortodossia missina” ci saranno anche Massimo Arlechino, che nel 1995 disegnò il simbolo di Alleanza Nazionale, Fabio Granata – ex deputato e presidente della Commissione Antimafia, che fu tra i protagonisti della “scissione” dei finiani dal Pdl berlusconiano nel 2010 –, Marcello Taglialatela, con un passato nella destra sociale e fuoriuscito nel 2018 da Fdi, ma anche l’ex deputato leghista Vito Comencini.
In particolare, Alemanno e i suoi sostenitori hanno duramente criticato il governo italiano per l’approccio adottato rispetto al conflitto mediorientale, giudicandolo prono a Washington e incapace di prendere posizione contro gli indiscriminati attacchi perpetrati da Israele a Gaza. Alla tavola rotonda che ha sancito la nascita del partito, infatti, è stato invitato il sindaco di Betlemme, Hanna Samir Hanania, personaggio di spicco dell’amministrazione locale palestinese, che ha posto al collo di Alemanno una kefiah. La sciarpa con i colori della Palestina è stata indossata anche dall’ex vicesegretario di Rifondazione Comunista Marco Rizzo, invitato all’evento dallo stesso Alemanno, che dal palco ha tuonato contro la Nato, l’Unione Europea e la «dittatura dell’euro», ironizzando sull’agenda politica e la comunicazione della segretaria del Pd Elly Schlein. L’ex sindaco di Roma ha affermato che «Meloni e Schlein sulla guerra e l’economia dicono le stesse cose, poi litigano sulle stupidaggini», spiegando di stare conducendo con Rizzo «battaglie comuni e trasversali» contro un mainstream unitario che «deve essere combattuto». Anche in merito al pensiero sulla gestione del Covid i due hanno trovato piena convergenza, attaccando le politiche vaccinali dei governi che si sono succeduti da quando è scoppiata la pandemia e l’”autoritario” strumento del Green Pass. Per ora non è stato ufficializzato uno sposalizio tra le due entità, ma nessuno ha smentito che possa esserci margine per ragionare in prospettiva.
A imprimere una forte accelerazione al progetto hanno sicuramente contribuito i recenti “smottamenti” a livello internazionale, in primis quelli conseguenti allo scoppio del conflitto russo-ucraino e poi alla guerra in Medio Oriente. Nel 2022, Alemanno è infatti diventato portavoce del Comitato “Fermare la guerra”, organizzazione che ha veementemente criticato le politiche degli aiuti militari a Kiev da parte dei Paesi occidentali e organizzato numerosi convegni nella Penisola. Nell’estate 2023 ha partecipato a Orvieto al “Forum dell’indipendenza italiana”, organizzato da una trentina di associazioni ruotanti attorno al suo Comitato, al fine di costruire un nuovo “movimento per l’Italia” che si contrapponesse a una destra sempre più filo-atlantista e liberista. Il conflitto israelo-palestinese è stata solo l’ultima – ma fondamentale – miccia. «In un mese a Gaza ci sono stati più morti civili che in due anni di guerra in Ucraina», ha detto Marco Rizzo dal palco, ammettendo che sono in particolare «i temi della guerra e della pace che fanno sì che noi siamo assieme a questo tavolo».
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*RETTIFICA: Nella versione originale dell’articolo era stato scritto che anche Gianluca Iannone aveva aderito ad Indipendenza! e lo definivamo ex presidente del movimento CasaPound. Tuttavia lo stesso Iannone ha smentito a L’Indipendente di aver aderito al nuovo movimento e ha precisato di essere tuttora presidente in carica di CasaPound Italia.
[di Stefano Baudino]
Avendo soldi a disposizione, ognuno si organizza il musical che preferisce, sperando di avere successo di pubblico.
Alemanno ai tempi del fascismo non era ancora nato. Però ha ragione: continuiamo a fidarci di una provata bugiarda sedicente sovranista.
Cioè dovremmo fidarci di un ex fascista, magari anche senza ex?