Dopo la sentenza del TAR di qualche settimana fa, che ha bocciato il decreto risalente a quest’estate che avrebbe voluto equiparare i prodotti a base di cannabidiolo a sostanze stupefacenti vietandone il commercio, il governo Meloni torna all’attacco della cannabis con uno spot, da qualche giorno in onda sui canali Rai. Il messaggio che si vuole trasmettere in appena 30 secondi di immagini è chiaro: la cannabis è una droga pericolosa che può potenzialmente aprire le porte al consumo di sostanze assai più dannose, quali (verosimilmente) la cocaina e l’eroina. Un problema che riguarda almeno un giovane su dieci. Tuttavia, la teoria della cannabis come droga di passaggio (vecchia di circa un secolo) è stata ripetutamente contraddetta da decine di studi, che hanno invece dimostrato il ruolo dell’alcol nell’aprire le porte al consumo delle droghe pesanti. Recentemente, alcune ricerche sembrano persino aver confermato il ruolo della cannabis nella disintossicazione da altre sostanze.
«Che stai facendo?» esclama con un tono tra lo stupito e l’accusatorio un ragazzino di una dozzina d’anni alla vista di uno un po’ più grande che, appoggiato a un muro, sta girando una canna. «Ti stai facendo una canna! Guarda che ti fa male» prosegue, spiegando che «è un attimo che passi ad altre droghe» e sottolineando con amarezza «l’ho visto con i miei occhi». A quel punto, sulle note di una melanconica musica di sottofondo, una voce fuori campo ci fa sapere che «Ogni anno, migliaia di persone vanno al pronto soccorso per patologie direttamente legate al consumo di droghe» e che «Circa una su dieci è minorenne». «Butta via la droga, non la vita» intima allora il ragazzino più giovane. L’idea che implicitamente si sta cercando di far passare è quella che la cannabis funzioni come gateway drug, ovvero come droga di passaggio che potrebbe facilmente aprire la strada al consumo di sostanze più pesanti, come eroina o cocaina. Eppure sono anni che tale teoria è stata smontata, in quanto non esistono prove a suo sostegno. Di fatto, la formulazione della teoria del passaggio risale al periodo del proibizionismo americano negli anni ’30 del ‘900, ma fu smentità già negli anni ’70 dalla stessa American Medical Association, che confermò come “se si esamina accuratamente la documentazione, non si trova conferma dell’esistenza di una relazione causale tra l’uso di marijuana e l’eventuale uso di eroina”. Successivamente, furono moltissime le ricerche che giunsero agli stessi risultato. Una recente ricerca condotta nell’arco di alcuni decenni dalle Università del Colorado e del Minnesota ha inoltre avanzato la tesi che non solo la cannabis non costituirebbe una droga di passaggio, ma potrebbe anzi essere utile nel processo di disintossicazione da altre droghe più pesanti, come cocaina ed eroina.
Pubblicato sulla rivista scientifica Psychological Medicine, lo studio è stato condotto su 4 mila gemelli, il 40% dei quali residenti in Colorado (dove l’uso ricreativo della cannabis è consentito) e il 60% in Minnesota (dove non vi è cannabis legale). John Hewitt, tra gli autori della ricerca, ha spiegato che sono stati tenuti in conto fattori quali «l’età, il background sociale, la vita domestica e persino l’eredità genetica». Gli individui che vi hanno preso parte sono stati osservati in due momenti differenti: prima del 2013, anno in cui il Colorado ha legalizzato la cannabis, e il periodo successivo. Christian Hopfer, co-autore dello studio, ha spiegato come «Per quanto concerne l’utilizzo moderato di cannabis, che valeva per la maggior parte dei soggetti, la legalizzazione non sembra aumentare il rischio di disturbi da uso di sostanze» e che «La legalizzazione della cannabis non era associata ad altri esiti avversi […] incluso il disturbo da uso di cannabis». Inoltre, numerosi altri studi recenti sembrano poi dimostrare come in realtà la cannabis sia una sostanza di aiuto nel percorso di uscita dalle dipendenze.
La sostanza per la quale, al contrario, sembrano esservi conferme in merito al ruolo di sostanza di passaggio verso l’uso di droghe più periocolose è l’alcol. Secondo i risultati di uno studio effettuato su 8 mila giovani e giovanissimi americani (dai 12 anni in su), «Coloro che hanno provato la cannabis prima dell’alcol e del tabacco sembravano avere meno probabilità di sviluppare problemi di abuso di sostanze rispetto a coloro che hanno provato la cannabis alla stessa età in cui hanno provato almeno un’altra sostanza». E nella stragrande maggioranza dei casi, hanno rilevato i ricercatori, l’alcol viene consumato ben prima della cannabis o di altre sostanze.
Antonella Soldo, di Meglio Legale, ha definito lo spot del governo come «un tentativo di avvalorare uno dei vecchi cavalli di battaglia del proibizionismo: quello della cannabis come droga di passaggio», ma che questa costituisce fondamentalmente una fake news. «La dipendenza da cannabis è nettamente inferiore a quella di altre sostanze, lo dicono tutti i dati del Ministero della Salute sull’accesso ai SERT – spiega Soldo – Parlando dei ricoveri: oltre 43mila persone vanno al pronto soccorso per abuso di alcol. A fronte di 350 persone all’anno che ci vanno per problematiche legate alla cannabis. Il 50% dei giovani italiani ha dichiarato di essersi ubriacato almeno una volta nell’ultimo anno: forse, questa è un’emergenza più seria».
[di Valeria Casolaro]
Tra l’altro bisogna specificare che “la dipendenza” al cannabis, quando esiste e’ in realtà dipendenza dal tabacco. Quando si fa un joint si usa infatti abbastanza tabacco. L’uso della cannabis, invece, per es. in torte, immesso nella minestra, in salsa, insomma facendolo cuocere procura un effetto duraturo e se usato di sera agevola anche una bella dormita.
Ma cosa volevate aspettarvi da un governo di idioti fascisti?