Un rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), basato su dati provenienti da uno studio di monitoraggio biologico dell’UE, ha rivelato che fino al 100% delle persone provenienti da 11 paesi dell’Unione Europea potrebbe essere stata esposta al Bisfenolo A (BPA) – una sostanza chimica sintetica nociva impiegata nella produzione delle plastiche in policarbonato – oltre ai livelli considerati sicuri per la salute. I dati emersi mettono in luce il potenziale rischio per la salute pubblica nel Vecchio Continente, soprattutto per quel che riguarda i bambini e le donne in gravidanza.
Il rapporto si è basato su dati provenienti dallo studio Human-Biomonitoring-Studie (HBM4EU), condotto da gennaio 2017 a giugno 2022. Il progetto europeo di biomonitoraggio umano ha misurato la presenza di bisfenolo A e altri due bisfenoli, utilizzati come sostituti del BPA (bisfenolo S e bisfenolo F), nelle urine di 2.756 adulti provenienti da 11 paesi (Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Finlandia, Germania, Islanda, Lussemburgo, Polonia, Portogallo e Svizzera, che rappresentano l’Europa settentrionale, orientale, meridionale e occidentale). Quel che è emerso ha sollevato la preoccupazione dei ricercatori poiché tra il 71% e il 100% dei partecipanti ha superato i limiti consentiti nell’UE di esposizione alla sostanza. “Va notato – scrive l’EEA per descrivere la vastità del problema – che il limite di quantificazione dei metodi analitici utilizzati per monitorare il BPA nelle urine umane è superiore al valore guida per il biomonitoraggio umano (HBM-GV). Ciò significa che i superamenti segnalati sono numeri minimi; Esiste la probabilità che in realtà tutti gli 11 Paesi abbiano tassi di superamento del 100% esposti al di sopra dei livelli di sicurezza”. Numeri troppo elevati e che costituiscono un problema per la salute pubblica nell’Unione Europea.
Il Bisfenolo A, infatti, è una sostanza chimica sintetica nota per danneggiare il sistema immunitario umano anche a dosi molto basse, con effetti indesiderati che implicano la riduzione della fertilità, l’interferenza endocrina e le reazioni allergiche cutanee. La contaminazione del corpo umano da BPA avviene principalmente attraverso il cibo – in quanto la sostanza è presente nella plastiche e nelle resine utilizzate per confezionare alimenti e bevande – ed è stata collegata ad un aumento del rischio di cancro al seno, sovrappeso, danni al sistema nervoso e comportamenti anomali nei bambini.
I problemi derivanti dal BPA sono noti già da tempo e sebbene l’Unione Europea abbia introdotto misure restrittive sul suo utilizzo dal 2011, quanto emerso dallo studio dell’EEA dimostra come tali regolamentazioni siano state insufficienti. È per questo motivo che l’Agenzia Europea dell’Ambiente, insieme all’Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche hanno raccomandato la necessità di un intervento immediato per mitigare l’esposizione dei cittadini europei a questo tipo di sostanze.
A riguardo, la Commissione Europea dovrebbe presentare, con l’inizio del nuovo anno, il regolamento per vietare l’uso del bisfenolo A nei contenitori alimentari di plastica e nelle lattine. Un provvedimento che dovrebbe includere regole anche per evitare che l’uso del Bisfenolo A venga sostituito con altre sostanze simili, già rivelatesi dannose, e che dovrebbe prevedere deroghe e periodi di transizione per i produttori e gli utilizzatori. Una decisione che è arrivata a seguito del parere dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), che ha ridotto di 20mila volte la dose tollerabile della sostanza chimica (ancora utilizzata in moltissimi tipi di contenitori alimentari).
[di Iris Paganessi]
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