Un nuovo caso di censura che riguarda YouTube. Questa volta ad essere colpita dalla mannaia di Google è stata la testata giornalistica Casa del Sole TV, la quale si è vista sospendere il canale sulla piattaforma video. Ieri, YouTube ha oscurato il canale di informazione per “violazione delle norme della community” come ormai già capitato spesso, specie nei confronti di canali che portano avanti un’informazione differente dalla narrazione dominante. Altri casi si sono già verificati, in palese contrasto con la Costituzione italiana che garantisce e difende la libertà di espressione di chiunque, figurarsi per testate giornalistiche ufficialmente registrate presso i tribunali e le istituzioni apposite e che solo ad esse dovrebbero rispondere del proprio operato.
Ieri, Margherita Furlan, direttrice della Casa del Sole TV, ha comunicato via social l’oscuramento di una settimana imposto da YouTube per vecchi video considerati “disinformazione in campo medico”, quindi contrari alle norme della community diretta da Google. Su Facebook, Furlan scrive: «A YouTube (o a chi per lui) non piacciamo. In poche ore ci hanno cancellato 5 video! Frutto del nostro lavoro! A qualcuno piacendo ritorniamo il 28 dicembre. Ma non molliamo». Prontamente è stato creato un nuovo canale YouTube su cui andranno in onda le trasmissioni durante il “periodo di punizione”.
Importante sottolineare che tale “punizione” è stata comminata da una piattaforma privata che segue interessi privati ma che deve sottostare – o dovrebbe farlo – alle leggi dello Stato in cui opera. Così come le regole della community si devono adeguare alla legge nazionale in ambito di pedopornografia e terrorismo, non si capisce perché questo non debba valere rispetto all’informazione e alla libertà di espressione, sia individuale, e, nello specifico, di tesate giornalistiche regolarmente riconosciute dagli organi statali, uniche istituzioni pubbliche a cui queste testate dovrebbero rispondere del proprio operato in base alle leggi e i modi previsti dell’ordinamento.
D’altronde YouTube e similari, benché siano piattaforme private che rispondono a interessi privati, hanno oggi assunto un ruolo primario nella divulgazione della comunicazione politica così come dell’informazione, in quella che oggi viene definita “sfera pubblica digitale”, la quale si rende necessaria nel processo di formazione dell’opinione pubblica. In altre parole, sebbene queste piattaforme siano private rivestono un interesse pubblico, come sancito dal fatto che l’UE abbia speso mesi a concepire un provvedimento (il Digital Service Act) che ne dovrebbe regolare ed orientare l’operato.
Quanto accaduto a La Casa del Sole Tv è solo l’ultimo episodio. Tempo fa venne chiuso e cancellato definitivamente il canale ByoBlu, nonostante la storia decennale e centinaia di migliaia di iscritti. Caso recente è invece legato a Visione TV, anch’esso oscurato per una settimana, ad inizio dicembre, per violazione delle “regole della community”. Sulla questione specifica, e su quella generale, è intervenuto il deputato Emanuele Pozzolo, eletto tra le fila del partito di governo, Fratelli d’Italia, con una interrogazione parlamentare rivolta al suo stesso capo partito, nonché presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al ministro delle imprese e del made in Italy. Nell’interrogazione, Pozzolo spiega che il comportamento censorio praticato dalle piattaforme private di social network incide «sulla libertà correlata all’attività politica», aggiungendo che arriva anche a «imporre una sorta di «bavaglio digitale» anche a testate giornalistiche legalmente registrate».
[di Michele Manfrin]
Vero, i social vanno lasciati, almeno per le cose veramente importanti. Una fra le alternative possibili può essere andare con un sito web su server privati. Se il sito viene reso irraggiungibile, lo si passa su un altro server. E’ sicuramente più dispendioso e meno efficace… È il prezzo da pagare purtroppo.
Bisogna abbandonare i principali social. Lasciamoli a coloro che vogliono l’informazione precotta e preconfezionata. Sono tossici a prescindere, creano dipendenza nei giovani, sono disinformazione pura.
da tempo non siamo più padroni in casa nostra