Il profumo non è solo una questione di raffinatezza, ma di identità personale. Ogni flacone racchiude una storia, una miscela di essenze che da vita ad una fragranza unica e indimenticabile. L’arte del creare profumi, nel XVIII° secolo, coinvolgeva maestri profumieri che, in modo del tutto naturale, mescolavano oli essenziali, estratti e tinte aromatiche per realizzare l’essenza perfetta. Oggi, tuttavia, la poesia è sfumata: i profumieri producono le proprie opere in laboratorio, miscelando un vasto numero di ingredienti (possono arrivare addirittura a metterne insieme anche 200) con solventi liquidi, che sono spesso considerati potenzialmente tossici. È quanto dimostra l’ultimo test del mensile tedesco ÖkoTest che ha passato in rassegna 20 profumi, di cui 16 venduti anche in Italia.
I laboratori indipendenti di Okotest hanno valutato i profumi in base alla presenza di formaldeide, antiossidante Butilidrossitoluene (BHT), octocrilene, benzofenone, composti organoalogenati, dietilftalato, fragranze dichiarabili che possono causare allergie, composti policiclici e nitromuschiati, Cashmeran e filtri UV discutibili. Inoltre, hanno testato in laboratorio le parti in plastica dell’imballaggio e verificato la neutralità climatica dichiarata dai flaconi.
I prodotti testati sono questi:
- La Vie Est Belle (Eau de Parfum) – Lancôme
- Queen of Life (Eau de Parfum) – La Rive
- Black (Eau de Parfum) – Mexx
- For Her (Eau de Parfum) – Narciso Rodriguez
- Moon Flower (Eau de Parfum) – Nature Blossom
- L’Éclat (Eau de Parfum) – Rituals
- Selection Woman (Eau de Parfum) – S.Oliver
- Libre (Eau de Parfum) – Yves Saint Laurent
- Daydream Rose Fava Tonka Geranio (Eau de Parfum) – Alverde Natural
- Eight Demeter Profumo Biologico – Baldini by Taoasis Mytao
- Happiness (Eau de Parfum) – Betty Barclay
- Goddess (Eau de Parfum) – Burberry
- Good Girl (Eau de Parfum) – Carolina Herrera
- Coco Mademoiselle Intense (Eau de Parfum) – Chanel
- Chloé (Eau de Parfum) – Coty
- Moonlight Bloom (Eau de Parfum) – Christina Aguilera
- Miss Dior Absolutely Blooming (Eau de Parfum) – Dior
- Nomad Natural (Eau de Parfum) – Farfalla
- Eau de Parfum No. 4 Velvet Roses – Florascent
- L’Occitane En Provence (Eau de Parfum) – Herbae
Secondo quanto emerso, prezzo elevato e scelte sostenibili non sono garanzia di ricette innocue. Inoltre, più della metà delle fragranze contiene ingredienti indesiderati. Nel profumo biologico Baldini by Taoasis Mytao Eight, ad esempio, sono state rilevate quantità significative di formaldeide libera, un composto chimico considerato cancerogeno che se inalato in piccole quantità può irritare le mucose e scatenare allergie. Più nello specifico, tra i peggiori prodotti – in termini di qualità, salubrità e impatto ecologico degli imballaggi – troviamo Chloé by Coty, Good Girl by Carolina Herrera, Baldini by Taoasis Mytao Eight, L’Éclat by Rituals, Miss Dior Absolutely Blooming by Dior, L’Occitane En Provence by Herbae, Queen of Life by La Rive e Selection Donna by S.Oliver. La valutazione estremamente negativa è dovuta al fatto che la stragrande maggioranza di questi prodotti contiene sostanze sospettate di essere interferenti endocrini, cioè capaci di alterare la funzionalità del sistema endocrino, mettendo a rischio fertilità, tiroide, sistema nervoso e immunitario. È il caso di muschi sintetici – composti le cui molecole possono accumularsi nel tessuto adiposo umano -, butilidrossitoluene (BHT) – un antiossidante sintetico usato per preservare le proprietà e l’efficacia dei prodotti – e alcuni filtri Uv (ad esempio Ethylhexyl Methoxycinnamate e Octocrylene che sono utilizzati per proteggere i profumi dall’esposizione alla luce e impedire che si degradino).
Alcuni dei profumi appena citati contengono anche composti organoalogenati, composti chimici caratterizzati da tossicità cronica e cancerogenicità variabile, Hydroxycitronellal, un composto chimico aromatico sintetico che fa parte dei 24 allergeni regolati dall’Europa, e Cashmeran, una fragranza classificata come pericolosa per l’ambiente. Anche le fragranze allergizzanti sono problematiche. Quasi tutti i prodotti analizzati ne contengono diverse. L’Isoeugenolo (presente in Selection Woman by S.Oliver, For Her by Narciso Rodriguez, Good Girl by Carolina Herrera e L’Éclat by Rituals) e il Cinnamal, ad esempio, provocano reazioni allergiche particolarmente frequenti. Mentre le fragranze idrossicitronella e l’alcol cinnamilico (Hydroxyxitronellal e Cinnamylalkohol), hanno un potenziale leggermente inferiore, ma comunque in grado di provocare allergie.
Pur non influendo sul giudizio finale, legato alla qualità degli ingredienti, ÖkoTest ha infine giudicato la sostenibilità del prodotto e dell’imballaggio. In questo caso è stata evidenziata negativamente la presenza di Pvc o Pvdc e composti clorurati nell’imballaggio ed eventuali dichiarazioni di presunta neutralità climatica, neutralità della CO2 o bilancio di CO2 fuorviante o non sufficientemente documentato. I profumi che hanno perso punti sono La Vie Est Belle by Lancôme, Libre by Yves Saint Laurent, Nomad Natural by Farfalla e For Her by Narciso Rodriguez.
Complessivamente quindi, dalla verifica di ÖkoTest è emerso che solo 5 prodotti testati sui 16, venduti anche in Italia, possono dirsi di qualità soddisfacente: La Vie Est Belle by Lancôme (qualità soddisfacente), Happiness by Betty Barclay (qualità soddisfacente), Libre by Yves Saint Laurent (qualità buona), Coco Mademoiselle Intense by Chanel (qualità molto buona), Nomad Natural by Farfalla (qualità molto buona). E per un mercato globale che vale circa 48,42 miliardi di dollari stupisce che anche i prodotti di marca e sostenibili possano nascondere ingredienti indesiderati.
[di Iris Paganessi]
Onde evitare di generare diffidenza verso tutti i prodotti di una categoria che fra l’altro ha molto poco a che vedere con gli argomenti dell’articolo, meglio precisare che la parola BIOLOGICO attribuita a uno dei profumi descritti nell’articolo non ha alcun significato usata in questo contesto, lo dico da operatore del settore: le aziende di cosmetica hanno imparato fin troppo bene ad utilizzare questo termine, dato che nessuno glielo vieta, anche quando i prodotti in esame di biologico non hanno assolutamente nulla, a fini di becero marketing, gettando così discredito anche sui prodotti che hanno veramente le caratteristiche richieste per essere chiamati così.