lunedì 4 Novembre 2024

Il sottovalutato potere delle parole nel veicolare l’ideologia dominante

“La parola è un potente signore, che col più piccolo e impercettibile dei corpi riesce a compiere le imprese più divine”. Così scriveva il filosofo greco Gorgia nell’opera Encomio di Elena del VI secolo a.C.: la parola - il logos - ha, infatti, il potere non solo di persuadere e formare le opinioni, ma anche di plasmare i contenuti della mente e il pensiero stesso, riuscendo a confondere abilmente il vero e il falso. Per questo, essa è strumento tanto potente quanto pericoloso. La concezione del logos proprio dei sofisti e dei retori - antesignani del nichilismo moderno - nega ogni realtà all’...

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13 Commenti

  1. Nell’epoca della velocita’, del mordi e fuggi, dell’economia della mente intesa non come ottimizzazione delle risorse ma come abitudine alla pigrizia e alla rapidita’ dell’efficenza, il chiudere, imbrigliare ogni idea dentro una categoria (“complottista”, “ecogreen”, “sinistra / destra”, novax…) diventa il modo per squalificare chi vuoi che non debba essere ascoltato: “ti definisco con una parola o una frase e come tale giudico-a-priori cio’ che vuoi dire affinche’ tu non possa raggiungere come un fiume vivificante la mente di chi ascolta, ma sia invece gia’ bloccato come “res aliena” e come tale non degna di essere ascoltata-assunta-digerita. Perche’ ascoltare VERAMENTE significa ammettere umilmente che qualcosa di te possa venire contaminato-trasformato da qualcosa di esterno a te: e cio’ implica umile riflessione, che e’ azione faticosa richiedente tempo, e che quindi implica indipendenza e “lentezza” riflessiva: e allora prevalgono le opinioni basate su frasi ad effetto, su emozioni trasmesse e trangugiate acriticamente, su prese di posizione rapide e superficiali e quindi subito mutevoli come acqua sul vetro. E’ cosi’ che la parola diventa semplice, potente trasmissione partigiana e ammaliante di “opinioni”.

  2. Sono Gens Cornelia, quindi meno adatto alle astrazioni ad esempio degli Ebrei, solo un umile artigiano prima delle guerre, poi delle toghe e devo dire che l’Europa è ancora occupata dagli USA dalla Seconda Guerra Mondiale, seppure nessun soldato USA fu mai ucciso da esercito Italiano in USA quindi un’occupazione che è crimine di guerra.
    Pertanto vi chiedo, ma gli Europei sono tutti cretini che non capiscono che oggi siamo cento volte di più gli Europei che conoscono la lingua degli USA rispetto gli Americani che conoscono le nostre lingue???
    Conseguenza è che siamo cento volte di più in grado noi di comandare loro, che loro di tenere occupati noi, io ho già cominciato a scrivere, ogni volta che piove, in Washington Post, NYT, WTJ ecc. Biden away whatever it takes! Per evitare la Guerra nucleare che avremmo prima della fine del suo secondo mandato e mi diverto moltissimo, sapendo che è utile, fatelo anche voi e vinceremo!

  3. Parafrasando il titolo del celebre saggio di Naomi Klein – No Logo – potremmo affermare SI LOGOS. La differenza sta appunto in quella semplice S finale, S come Svuotamento Sistematico Scellerato Scientificamente Studiato del Senso delle parole, del linguaggio tout court e, aspetto del tutto trascurato, dello stretto legame tra Pensiero ed Azione. Fino alla Schizofrenia che si respira, agita e Scuote l’iper-modernità.
    Giorgia Audiello è di quelle giornaliste-scrittrici delle quali si riconosce un pezzo fin dalle prime battute.

  4. Un articolo-lezione molto ben delineato. Rimane un gran lavoro da fare sui confini. Nello specifico, le parole, nella civiltà delle immagini, si sono ridotte a didascalie, oppure fanno parte di un montaggio di tipo cinematografico mixandosi con gli altri segnali, oppure ancora servono a forzare l’interpretazione come avviene nei servizi giornalistici?
    Le parole, è vero, non sfuggono alle leggi della retorica ma nella nostra epoca di analfabetismo ermeneutico, dove tutto a causa dei social non è quasi più interpretabile ma è parola isterica e scarsamente razionale, emotiva e polemica, allora come agisce il condizionamento e il controllo?
    Non è più questione di omologare politica a pubblicità, opinione a consumo, informazione a censura, semmai si potrebbe dire che il discorso pubblico non soltanto è fonte di manipolazione ma di occultamento e chiusura. Le parole del potere sono serrature a doppia mandata di cui si è gettata la chiave.

    • ‘tutto a causa dei social’

      Attribuire TUTTO ai social origini e cause della situazione descritta e nella quale siamo imbarcati, significa semplicemente misconoscere o trascurare del tutto quanto è avvenuto progressivamente (in realtà molto rapidamente, con ampio dispiego di mezzi d’ogni sorta e su scala praticamente mondiale) nel breve arco di 50/60 anni a seconda di come ci si situa cronologicamente Oramai ne cogliamo i frutti, pienamente maturi e a nulla serve sciorinare banalissme ovvietà, sua ben nota cifra, Caprettini.

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