giovedì 21 Novembre 2024

Le élite globali si ritrovano a Davos per parlare di guerre, clima e IA

Il 15 gennaio ha preso il via la cinquantaquattresima edizione del World Economic Forum (WEF), il celebre incontro annuale delle élite politico finanziarie che si ritrovano ogni anno a Davos – nella Alpi svizzere – per discutere dei temi globali e indirizzare le scelte e i modelli politico-economici, in un modo spesso interpretato da alcuni osservatori come un’ingerenza nei processi e nelle dinamiche democratiche. I temi principali dell’edizione 2024 – che si svolge fino al 19 gennaio – riguarderanno le guerre in corso in Ucraina e Medio Oriente, la crisi climatica e i rischi e le opportunità legati all’Intelligenza Artificiale (IA), rischi connessi soprattutto ad un aumento della disinformazione e delle cosiddette “fake news”. Si tratta di questioni che avrebbero minato la sicurezza, la stabilità e dunque la fiducia globale: per questo la più importante delle oltre 200 sessioni di lavoro previste è dedicata al tema “Ricostruire la fiducia”, che è anche il titolo di questa edizione del Forum fondato dall’ingegnere ed economista Klaus Schwab, personaggio controverso fautore del transumanesimo e della Quarta rivoluzione industriale (4RI).

Non mancheranno anche quest’anno capi politici e di governo, oltre a figure di spicco che guidano le principali istituzioni mondiali. Saranno più di 300 i personaggi pubblici, tra cui più di 60 capi di Stato e di governo. Tra questi si annoverano il presidente francese Emmanuel Macron, il premier spagnolo Pedro Sanchez, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il segretario di Stato statunitense Anthony Blinken e António Guterres, Segretario generale delle Nazioni unite (Onu), nonché il premier cinese Li Qiang e il neopresidente argentino Javier Milei. A nome dell’Italia parteciperà il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Molto attesi anche il presidente ucraino Voldymyr Zelensky e il presidente israeliano Isaac Herzog, per discutere dei due più importanti conflitti in corso.

Secondo l’amministratore delegato del WEF, Saada Zahidi, “ci troviamo ad affrontare alcune delle condizioni economiche e geopolitiche più difficili degli ultimi decenni. E le cose potrebbero solo peggiorare”. Per questo, a Davos hanno individuato quattro temi chiave volti a ripristinare stabilità e sicurezza, stilando anche una classifica dei rischi globali percepiti per il 2024, contenuti nel Global Risks Report 2024 del World Economic Forum. Il primo tema chiave è il raggiungimento della “sicurezza e cooperazione in un mondo fratturato” a causa della guerra in Ucraina e Medio Oriente. Le tensioni geopolitiche stanno minando il commercio internazionale, la crescita economica e gli sforzi per mitigare la crisi climatica e sviluppare in sicurezza tecnologie avanzate. Di conseguenza, “L’impatto di vasta portata della geopolitica è il motivo per cui “Raggiungere sicurezza e cooperazione in un mondo fratturato” è uno dei quattro pilastri dell’incontro annuale 2024 del World Economic Forum”, si legge in un articolo del WEF. Priorità di Davos è quella di elaborare delle strategie per porre termine ai conflitti, che non stanno solo causando instabilità economica, ma stanno anche mettendo in crisi l’ordine liberal capitalista occidentale rappresentato massimamente proprio dalla cerchia economico finanziaria del WEF. È previsto quindi un “discorso speciale” di Zelensky nel pomeriggio del 16 gennaio ma già dal 14 settanta funzionari governativi daranno il via ai colloqui per discutere delle possibili soluzioni della guerra in est Europa. Stessa cosa vale per il conflitto in Medio Oriente, dove la crisi nel Mar Rosso – uno degli snodi nevralgici per il commercio internazionale – sta mettendo a rischio gli affari delle compagnie occidentali.

“Una strategia a lungo termine per il clima, la natura e l’energia” è un altro tema chiave della riunione di Davos: l’obiettivo dovrebbe essere quello di “sviluppare un approccio sistemico a lungo termine per raggiungere gli obiettivi di un mondo a zero emissioni di carbonio e rispettoso della natura entro il 2050, fornendo al contempo un accesso conveniente, sicuro e inclusivo all’energia, al cibo e all’acqua”. Il WEF si avvale della collaborazione della First Mover Coalition, una coalizione globale di aziende che accelera l’adozione di tecnologie climatiche emergenti per decarbonizzare i settori mondiali ad alte emissioni. Impossibile, tuttavia, non notare come i partecipanti del Forum abbiano “dichiarato guerra” alle emissioni di carbonio presentandosi paradossalmente nella cittadina svizzera con jet privati e suv in una stortura che rende poco credibile l’impegno a favore dell’ambiente e del clima dei magnati internazionali, lasciando adito al sospetto che i reali obiettivi siano in realtà di altra natura, quali la riconversione dell’intero sistema energetico a fini geopolitici e finanziari.

Gli altri due temi chiave dell’edizione 2024 di Davos riguardano la creazione di posti di lavoro, con particolare riguardo alla dimensione dei “lavori digitali globali”, e lo sviluppo dell’IA “come motore dell’economia e della società”. Secondo il WEF, l’impatto che l’IA avrà sull’occupazione è al centro dell’attenzione del Fondo Monetario Internazionale (FMI)  che ha appena pubblicato un rapporto dal titolo Gen-AI: Artificial Intelligence and the Future of Work. “Si scopre che quasi il 40% dell’occupazione a livello globale è esposta all’intelligenza artificiale, una percentuale che sale al 60% nelle economie avanzate. Tra i lavoratori, quelli con un’istruzione universitaria e le donne sono più esposti all’intelligenza artificiale, ma hanno anche maggiori probabilità di trarne i benefici, mentre forti incrementi di produttività potrebbero stimolare la crescita e i salari”, si legge nell’articolo dedicato al tema, in cui l’IA è presentata come la tecnologia di sviluppo del futuro.

Non mancano, tuttavia, i rischi connessi all’IA rappresentati soprattutto dalla possibilità di creare contenuti e immagini “fake” altamente ingannevoli: non a caso tra i dieci rischi globali più importanti dei prossimi due anni, al primo posto compare quello della disinformazione. Questo però non è dovuto esclusivamente alla presenza di tecnologie sempre più sofisticate come l’IA, ma soprattutto al fatto che buona parte dei cittadini ha perso fiducia nelle fonti di informazione “ufficiali” e nelle istituzioni, cosa che crea una certa inquietudine tra i membri del WEF. Tra gli altri rischi sistemici compaiono, in ordine di importanza, gli eventi climatici estremi, la polarizzazione sociale, l’insicurezza informatica e i conflitti armati. Elementi che avrebbero contribuito alla crisi di fiducia all’interno delle società liberal occidentali e tra le nazioni, indebolendo la posizione delle potenze capitaliste e il loro modello di sviluppo, sul piano geopolitico ed economico, e la credibilità delle istituzioni e delle fonti “ufficiali” di informazione sul piano sociale. Ripristinare la fiducia significa allora recuperare il consenso, base imprescindibile dei sistemi liberal democratici, e rilanciare lo sviluppo economico e tecnologico, ripristinando un “dialogo aperto e costruttivo tra leader di governo, imprese e società civile”.

[di Giorgia Audiello]

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7 Commenti

  1. In realtà si incontrano proprio per aumentare la DISINFORMAZIONE e fare in modo che venga percepita come VERA solo l’informazione da loro proveniente, indi la cd NARRAZIONE DOMINANTE. In spregio alla libertà d’informazione il loro Obiettivo finale è far percepire come COMPLOTTISTA chiunque non sia ALLINEATO alla loro narrazione, e poco importa se ad esempio il non allineato è uno scienzaito, diventerà subito uno SCIENZIATO COMPLOTTISTA!!

  2. Questo però non è dovuto esclusivamente alla presenza di tecnologie sempre più sofisticate come l’IA, ma soprattutto al fatto che buona parte dei cittadini ha perso fiducia nelle fonti di informazione “ufficiali” <– Una prima buona notizia.

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