“Annunciato da uno squillo di pernacchie per il dott. Manotti [PM dell’inchiesta, ndr] e la triste coorte dei censori, in occasione dell’inizio del processo contro Gaia, Gino, Luigi e Paolo, schivando come in una favola di Natale i sicari di Erode, Bezmotivny è tornato”. Torna con queste parole il bisettimanale anarchico Bezmotivny, sotto inchiesta della procura di Genova per i suoi testi considerati “sovversivi”. Nonostante gli arresti, le perquisizioni e i sequestri di materiale cartaceo, tecnologico e utile alla stampa, i libertari non si danno per vinti e annunciano un nuovo numero della rivista, disponibile a 2 euro sui siti online [1].
“Questo numero speciale è innanzitutto una risposta alla repressione che vorrebbe mettere a tacere la nostra editoria, frutto delle fatiche collettive di diversi anarchici in varie località. Perché perseverare nella propaganda anarchica significa in primo luogo non fare passi indietro rispetto a chi vorrebbe tapparci la bocca, consapevoli che il terreno che abbandoneremo oggi non sarà facile recuperarlo domani,” scrivono nel testo [2] di accompagnamento alla notizia. Si susseguono infatti sempre più frequentemente le operazioni contro la stampa anarchica [3] e contro gruppi di libertari, verso i quali sembra quasi normalizzata la pesante accusa di “terrorismo” per le loro idee o azioni. Secondo gli anarchici legati – e non – al circolo Goliardo Fiaschi di Carrara, è necessario rispondere a questo attacco giudiziario. E mentre il teorema repressivo entra nel vivo ed arriva in aula con gli anarchici chiamati a processo, il giornale sequestrato torna in edicola.
Martedì 16 gennaio si è tenuta la prima udienza con giudizio immediato a carico di 4 dei 10 imputati nell’operazione Scripta Scelera [4], l’inchiesta che vede processare vari esponenti libertari per “istigazione a delinquere con finalità di terrorismo”, “stampa clandestina” e “offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica”. L’udienza avrebbe dovuto tenersi il 9 gennaio, ma a causa di un vizio di forma era stata subito rinviata. Il giudizio immediato permette di saltare l’udienza preliminare perché, a detta del giudice, ci sono elementi sufficienti per sostenere il processo, ma non comporta nessuno sconto di pena. A causa di un cambio del magistrato giudicante – dalla dottoressa Antonella Basilone al dottor Fabrizio Garofalo – è stata disposta una nuova udienza per l’apertura del dibattimento, fissata per l’8 marzo alle ore 15. Il 21 febbraio si terrà invece l’udienza in Cassazione sulle misure cautelari. In aula era presente anche il pm Federico Manotti, della DDA di Genova, che ha richiesto che vengano mantenute le scorte agli imputati per l’accesso futuro in aula.
“La volontà di far uscire un nuovo numero di Bezmotivny, però, non può essere ridotta a un mero fallo di reazione rispetto alle iniziative repressive messe in atto dal nemico di classe; nasce piuttosto dal sentimento di attualità e di continuità con la storia e le idee che hanno contraddistinto il quindicinale anarchico internazionalista. I venti di guerra che sferzano in sempre più regioni del pianeta sembrano sussurrare che il capitalismo sta di nuovo per trascinare l’umanità in una carneficina mondiale. Ci vogliono allineati, con l’elmetto in testa a gridare: signorsì! Le voci dissenzienti devono essere messe a tacere, i giornali anarchici vanno chiusi, i prigionieri che continuano a contribuire al movimento rivoluzionario vanno sepolti in 41 bis. La repressione non è altro che questo: la guerra del fronte interno” scrivono gli autori.
[di Moira Amargi]