Sulla scorta di quanto sta accadendo in Germania e in Francia, anche gli agricoltori italiani stanno scendendo in strada a bordo dei loro trattori, protestando contro le mancate risposte del governo sull’aumento dei costi di produzione – tra cui quello del gasolio – e le politiche europee su cibi sintetici e farine insetti. In particolare, i dimostranti lamentano una scarsa protezione dei prodotti italiani, che ritengono essere stati penalizzati rispetto a quelli provenienti da altri Paesi. Ieri mattina la città di Bologna è stata invasa da oltre 200 trattori, che hanno raggiunto il capoluogo emiliano lungo le maggiori direttrici stradali. Stesso scenario in Calabria, dove centinaia di trattori hanno percorso le principali strade della regione – producendo disagi alla circolazione – dalla Sila fino a Catanzaro. Hanno partecipato alle proteste anche gli agricoltori di Viterbo, che hanno creato problemi al traffico sulla Cassia e in autostrada, e quelli foggiani, che hanno organizzato presidi in vari centri della provincia. Coinvolte anche la Sicilia, con un corteo sull’autostrada Palermo-Sciacca, la Toscana, con manifestazioni a Grosseto e Lucca, e le Marche, con presidi e cortei a Civitanova. A livello nazionale, la mobilitazione è stata proclamata dai Comitati Riuniti Agricoli C.R.A, ma livello locale alcuni dimostranti manifestano autonomamente.
I circa 200 trattori arrivati a Bologna hanno sfilato sotto il Palazzo della Regione Emilia-Romagna per chiedere sostegni concreti. I mezzi sono arrivati in Piazza della Costituzione, tra Fiera e Regione, fino a via Stalingrado. I dimostranti hanno sventolato bandiere italiane e alzato cartelli con scritte quali “Traditi dall’Europa” e “L’agricoltura sta morendo”. Forte partecipazione anche a Foggia, dove gli agricoltori hanno posizionato i mezzi in un terreno vicino ai parcheggi del centro commerciale Grandapulia, come concordato con la Questura. La protesta ha coinvolto anche i coltivatori di Orta Nova e dei Cinque Reali Siti; altri mezzi hanno marciato verso il Green Park, mentre vari presidi sono stati organizzati a Castelluccio dei Sauri, Lucera, San Paolo di Civitate e Torremaggiore. Anche la Sicilia ha visto marciare un centinaio di mezzi agricoli, che hanno sfilato lungo la SS624 Palermo-Sciacca, rimpinguando un corteo aperto da un fuoristrada con una bara al traino per simboleggiare la “morte” del settore agricolo.
Più contenute le manifestazioni a Viterbo, che hanno coinvolto circa 30 trattori, riusciti comunque a paralizzare il traffico sulla Cassia nord. I mezzi si sono riuniti nel parcheggio antistante al centro commerciale Pietrini, per poi percorrere un tratto di due chilometri fino alla rotonda dei Vigili del Fuoco, creando disagi al traffico. Al contempo un gruppo di altri trattori si erano radunati nel piazzale adiacente all’uscita dal casello Orte dell’autostrada A1, per una protesta organizzata da un comitato autonomo di agricoltori della provincia, “Rispetto e Dignità”. I membri hanno diffuso un comunicato in cui hanno elencato “diritti che riteniamo siano e stiano per essere violati”, tra cui l’eliminazione dell’esenzione Irpef attraverso cui “gli agricoltori saranno tassati a formula piena su redditi agrari e domenicali” e le politiche europee che invitano a “dare le nostre proprietà ad aziende multinazionali per l’istallazione di pannelli fotovoltaici” e che hanno aperto alla “commercializzazione di farine di insetti”. Nelle Marche, invece, gli agricoltori che hanno aderito alla protesta si sono ritrovati a Civitanova, presso il casello autostradale della A14, sfilando fino a mezzanotte.
Oggi e domani le proteste andranno in scena anche a Verona, dove sono in arrivo i trattori al mercato ortofrutticolo di via Sommacampagna. La processione dei mezzi è già passata stamane da Isola della Scala e da Villafranca. Gli agricoltori sono scesi in piazza anche a Grosseto, con vibranti critiche alle istituzioni europee. La situazione è calda anche a Lucca, dove 60 trattori – cifra massima che è stata loro consentita per non creare troppi disagi al traffico – alle 10 di domani lasceranno il punto di raduno in Piazza Aldo Moro a Capannori, dove si sono fermati ieri e dove resteranno oggi per tutto il giorno, marciando per un tratto di circonvallazione e facendo tappa nel piazzale Don Baroni in tarda mattinata.
I promotori delle proteste – accomunati dalla rabbia nei confronti dell’Unione Europea e del governo e dell’ostilità nei confronti delle organizzazioni sindacali di settore, in particolare Coldiretti e Confagricoltura – non intendono interrompere le mobilitazioni. Dalla loro pagina Facebook hanno invece lanciato un appello per estenderle in tutte le regioni d’Italia. “Agricoltori dal 22 gennaio in strada a oltranza”, si legge in un post del comitato, in cui vengono promosse ulteriori dimostrazioni a Frosinone, Latina, Torino, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Firenze, Milano, Roma, Caserta e Napoli, ma anche in varie città dell’Umbria, della Sicilia e della Puglia. «La mobilitazione nazionale sarà a oltranza, crescerà costantemente a macchia d’olio – ha dichiarato in una diretta sui social Danilo Calvani, ex capo dei Forconi, punto di riferimento di questa protesta -. Coldiretti e gli altri sono un disastro, non rappresentano più il mondo agricolo, cercano di sabotarci ma ormai non sono più credibili».
[di Stefano Baudino]
In Italia Abbiamo ancora una realtà agricola in mano ad agricoltori italiani che si tramandano da generazioni terreni e aziende tra mille difficoltà e sacrifici ; negli anni lentamente ci hanno legato alle sovvenzioni (PAC) e al contempo lentamente hanno aumentato tutti i costi fissi di produzione dal gasolio agricolo ai concimi ecc. e la GDO ha fatto la sua parte …. tanto che alla fine le sovvenzioni sono diventate indispensabili per la sopravvivenza delle aziende agricole . Insomma un bel guinzaglio che ora stringe a tal punto che le opzioni sono vendere a grandi gruppi e multinazionali o sottomettersi a politiche agricole scellerate con lo scopo di favorire gli interessi delle sopracitate lobby ; considerato che tali personaggi come il sig. Bill Gates per citarne uno , vengono accolti come capi di stato tutto è abbastanza chiaro per chi ha ancora un pensiero critico . Se riescono ad estirpare le nostre radici agricole allora la nostra società per come la conosciamo è condannata .
Vero, gli agricoltori dovrebbero divincolarsi da questo sistema malato vendendo direttamente, magari su scala più ridotta, prodotti genuini e di altissima qualità, senza utilizzare veleni, nè sfruttare lavoratori agricoli. Dovrebbero anche trasformare i propri prodotti in modo da guadagnare sempre più anelli della catena.. I più illuminati, partiti dal biologico, al biodinamico, fanno già tutto questo. In questo modo possono avere maggiore margine, sfuggire a molti di questi lacci criminali imposti dall’alto e compiere un’azione incisiva e significativa dal punto di vista della salvaguardia di un equilibrio a livello di ecosistema oltrechè evolutivo nei rapporti con la terra e la Terra.
Se non l’avete già fatto, penso che dovreste dedicare uno speciale alla situazione dell’agricoltura in Italia e nel mondo. E’ un tema cruciale per la sopravvivenza del genere umano. Sarebbe interessante capire cosa muove gli agricoltori che protestano, cosa sperano di ottenere. Mi stupisce, per esempio (o forse non dovrebbe) la presenza degli agricoltori della zona di Foggia, da sempre nota per lo sfruttamento inumano dei lavoratori migranti; e la presenza degli agricoltori siciliani, dove molte terre sono controllate dalla mafia. Gli intrecci sono tanti e tali, che sarebbe bello capirne qualcosa di più.
Sono basito e anche un pizzico disgustato, che il mio giornale preferito parli degli agricoltori invece di riportare i passi avanti del Federalismo in Italia, strano non avendo sovvenzioni Statali, che non ricerchiate quelle del popolo che in Veneto ha votato per l’autonomia con tale schiacciante maggioranza, contro tutti i poteri occulti, quale al Mondo non si era vista mai.
Non mi risulta chiaro il suo commento: serio od ironico, si spieghi meglio per favore.