Il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Torino – con la motivazione “perché il fatto non sussiste” – ha accolto la richiesta del pubblico ministero Valentina Sellaroli di archiviare le denunce nei confronti dei nove attivisti di Extinction Rebellion e Fridays For Future che il 29 novembre 2023, nel corso dell’Aerospace and Defence Meeting svoltosi nel capoluogo piemontese, si erano calati dal tetto dell’Oval Lingotto con delle imbracature per appendere uno striscione con scritto “Qui si finanzia la guerra e la crisi climatica”. Le accuse nei confronti degli attivisti erano di manifestazione non autorizzata, non ottemperanza con un ordine dell’autorità, invasione e violenza privata. «Le condotte statiche e ostruzionistiche degli indagati non integrano nessuna forma di violenza nemmeno impropria», ha dichiarato la pm.
La decisione è stata accolta con entusiasmo da Extinction Rebellion, i cui componenti, nelle scorse settimane, erano stati sottoposti a varie misure di prevenzione per l’azione intrapresa a Torino. Nello specifico, quattro dei nove attivisti avevano ricevuto il foglio di via dalla città per due anni in quanto “individui socialmente pericolosi”, mentre altri due erano stati raggiunti da un avviso orale firmato direttamente dal questore. La protesta si era tenuta in occasione dell’Aerospace and Defence Meeting, la più grande fiera internazionale su aerospazio e difesa militare, teatro dell’incontro tra i governi e centinaia di aziende dell’industria bellica e dell’aerospazio, tra cui anche l’italiana Leonardo. I dimostranti, imbrigliati in sicurezza, si erano appesi dal tetto della struttura, srotolando un maxi-striscione con la scritta “Qui si finanzia guerra e crisi climatica” insieme ad alcune bandiere arcobaleno, mentre due persone in piedi sul tetto reggevano la scritta “Stop war now”. L’azione dimostrativa del gruppo era partita il giorno prima, quando altri attivisti si erano calati con delle funi dalla passerella pedonale di collegamento tra il Lingotto e via Mattè Trucco, esponendo uno striscione recante le parole “Guerra sulla Terra, affari sulla luna”.
“Le motivazioni della giudice sono una bella lezione di democrazia in difesa del diritto di manifestazione – ha riportato il movimento in un comunicato -. La notizia di oggi ci conferma che il Questore di Torino ha deciso arbitrariamente che sei persone incensurate, che a questo punto possiamo finalmente dire che non avevano commesso alcun reato, siano pericolose per la sicurezza di Torino, al punto da cacciarle della città. Procederemo con il ricorso al TAR, ma i ricorsi costano migliaia di euro. Migliaia di euro per provvedimenti illegittimi. Chi ci ripagherà?”. A esprimersi è stato anche il legale degli attivisti di Extinction Rebellion, Marino Careglio: «La magistratura torinese ha archiviato – e non è la prima volta – una denuncia avanzata dalla locale Questura nei confronti di attivisti ambientali di Extinction Rebellion e Fridays for Future, che si sono limitati ad esercitare diritti costituzionalmente garantiti, quali quello di riunione e di libera manifestazione del pensiero. – ha spiegato l’avvocato -. Mi auguro che per il futuro le forze dell’ordine siano più prudenti nel denunciare ragazze e ragazzi che, con modalità del tutto pacifiche e non violente, come ben sottolinea la richiesta di archiviazione accolta, si mobilitano per sensibilizzare i governi ad affrontare seriamente la grave crisi climatica in atto, raccogliendo il grido di allarme espresso già da molti anni dalla comunità scientifica internazionale».
Effettivamente, a Torino la morsa repressiva verso le iniziative di dissenso è sempre più pesante. Qualcosa di simile era avvenuto nel luglio 2022, quando furono addirittura denunciate per “invasione” 20 persone che si trovavano in piazza per dare solidarietà ad alcuni dimostranti di Extinction Rebellion che si erano incatenati al balcone del Palazzo della Regione sventolando uno striscione. Ampliando lo sguardo su tutto lo Stivale, si può evidenziare che, nelle ultime settimane, un centinaio di attivisti di Extinction Rebellion stati convocati in questura o in commissariato e denunciati o addirittura espulsi dalle città di Roma, Venezia e Torino, per un periodo che va da 1 fino a 4 anni, per una serie di pacifiche azioni dimostrative intraprese sul territorio. Il movimento ha reso noto di aver già inoltrato i primi ricorsi al TAR per i fogli di via e gli avvisi orali. Procederà in questo modo per tutte le notifiche ricevute.
[di Stefano Baudino]
Ogni tanto una buona notizia.
Ovvio che non sia un reato protestare contro un paese invaso e decerebrato da assassini seriali che già hanno causato il genocidio dei nativi Americani e ora stanno causando il genocidio totale dell’umanità.
Perché gli assassini seriali sono incapaci per natura di auto sostenersi e quando non c’è piú niente da rubare, come i Lemming si buttano nell’Oceani, loro si fan nemici tutti fin quando le bombe nucleari partono tutte.