giovedì 21 Novembre 2024

Sospensioni contro le proteste: così i licei vogliono zittire il dissenso studentesco

Dai licei Virgilio e Tasso di Roma al Barozzi di Modena: la repressione del dissenso entra a scuola sotto la forma del “processo disciplinare” contro oltre 700 studenti. Rischiano dai 5 ai 15 giorni di sospensione e quindi la bocciatura. Il tutto per aver preso parte a scioperi e proteste contro la carenza di fondi e di personale o addirittura per il semplice fatto di aver rilasciato interviste alla stampa. Al Virgilio sono ben 548 gli studenti che, secondo la dirigente Isabella Palagi, avrebbero semplicemente «cercato una effimera quanto breve visibilità mediatica». Al liceo Tasso invece, altri 170 ragazzi sono stati puniti con una sospensione di 10 giorni, proposta in precedenza dal preside Paolo Pedullà. Infine, al Barozzi di Modena lo studente Damiano Cassanelli rischia una sospensione di dodici giorni ed il “no” all’esame di maturità semplicemente per aver rilasciato un’intervista alla Gazzetta di Modena sulle problematiche dell’istituto. «Da parte della scuola c’è una volontà ben precisa: “eliminare” lo studente il per il suo impegno politico», ha dichiarato il legale del ragazzo.

Al liceo Virgilio diretto da Isabella Palagi ben 548 studenti rischiano la sospensione dai 5 ai 15 giorni per aver partecipato all’occupazione studentesca della seconda settimana di dicembre scorso indetta per richiedere – come spiegato dal sindacato SI COBAS che si è schierato con gli studenti – “l’introduzione in ogni scuola di una sezione sperimentale senza voti per diminuire la competitività, l’abolizione dell’alternanza scuola lavoro e per dichiarare l’opposizione alla riforma degli istituti tecnici professionali”. Anche il partito comunista dei lavoratori poi si è schierato dalla parte degli studenti esprimendo «piena e incondizionata solidarietà». Di posizione diametralmente opposta la dirigente Isabella Palagi, la quale ha affermato che si tratta di una «minoranza di studenti» che ha semplicemente cercato «una effimera quanto breve visibilità mediatica» con «un’azione unilaterale e divisiva» che «ha interrotto il dialogo educativo». Il Collegio docenti ha poi rincarato la dose descrivendo le proteste come «una parodia della lotta».

Al liceo Tasso invece è già arrivata la sospensione fino a 10 giorni sommata al cinque in condotta per 170 ragazzi che si sono autodenunciati come partecipanti agli stessi movimenti di protesta che avevano animato il Virgilio. La scelta di prendere provvedimenti così fermi deriva non soltanto dalla presenza di danni e dal costo della sanificazione, ma dalla necessità di voler ricordare che «esistono forme democratiche per rivendicare la libertà d’espressione e di opinione», aveva già spiegato il preside Paolo Pedullà. In risposta, gli studenti hanno organizzato un presidio all’uscita da scuola e hanno dichiarato: «È più facile concentrarsi sul rumore mediatico piuttosto che cambiare punto di vista e cercare di capire il nostro. Non siamo d’accordo sul come protestare, sul come far arrivare la nostra voce, ma oggi più che mai siamo tutti uniti nella nostra insofferenza verso questa politica che preferisce concentrarsi sul rumore suscitato dalle sanzioni disciplinari piuttosto che su ciò che abbiamo da dire noi».

Infine, la repressione è giunta fino al liceo Barozzi di Modena, dove il rappresentante degli studenti Damiano Cassanelli ha ricevuto l’avviso di sospensione di 12 giorni per aver “infangato il buon nome della scuola” semplicemente rilasciando dichiarazioni alla stampa locale. In risposta, gli studenti si sono imbavagliati la bocca e hanno organizzato un sit-in indossando una maglietta con la scritta «Je suis Damiano», parafrasando il «Je suis Charlie» a seguito degli attentati a Charlie Hebdo. Alla manifestazione era presente anche l’avvocato di Damiano, Stefano Cavazzuti, che ha ricostruito la vicenda ai componenti del Consiglio d’istituto scrivendo: «Il ragazzo ha parlato in qualità di rappresentante degli studenti e, quindi, nello svolgimento di una funzione politica che legittima il diritto alla libertà di espressione e di critica». Infine, il legale ha dichiarato: «Temo che ci saranno altri ragazzi che subiranno la stessa punizione di Damiano. Ai ragazzi che chiedono di essere ascoltati gli si risponde con un clima persecutorio. Se il ragazzo verrà sospeso la conseguenza sarà la probabile perdita dell’anno scolastico». Sulla questione è poi intervenuto anche il mondo politico: Elisabetta Piccolotti, deputata di Alleanza Verdi e Sinistra, ha annunciato di aver presentato un’interrogazione parlamentare al ministro Valditara e Anna Laura Orrico, deputata del Movimento 5 Stelle, ha dichiarato: «Non vorrei che con la scusa del voto in condotta ci si trovi davanti all’eccessiva leggerezza nel reprimere il diritto al dissenso tipico della gioventù ma prezioso per il futuro di un Paese come il nostro dove la frattura generazionale è particolarmente profonda».

[di Roberto Demaio]

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