martedì 3 Dicembre 2024

Il giornalismo di esteri nell’era della disinformazione globale

«Ci stanno i giornalisti giornalisti e i giornalisti impiegati» dice un impeccabile Ernesto Mahieux a Libero De Rienzo, che in Fortapàsc (2009) interpreta Giancarlo Siani, uno dei simboli della prima - e sempre più rara - categoria. Nel panorama giornalistico odierno regnano sovrane spettacolarizzazione, fretta e assenza quasi generalizzata del processo di verifica delle notizie. Il risultato non può che essere una mole inquantificabile di articoli-fotocopia, spesso servili, lanciati in pasto a un pubblico sempre più svogliato e dunque accondiscendente. Nell’era della disinformazione globale i...

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4 Commenti

  1. Personalmente ho sempre considerato tutta l’informazione falsa e mi sono concentrato su assorbirne quantità enormi cominciando dal peggio e poi lasciando la mia mente libera di processarla: Secondo me quelli che sanno poco, son molto peggio di quelli che non sanno nulla e se si comincia a studiare si deve sapere che non è ammesso fermarsi.

  2. L’ informazione indipendente da politici e potentati economici è stata sempre difficile e, come dimostra l’ autore dell’ articolo, oggi più che mai è rara. La concentrazione della stampa nelle mani di pochi editori “impuri” (Angelucci, Caltagirone, Elkann, per citarne alcuni) non ha arginato la fuga dei lettori. Indagare sui motivi della crescente disaffezione è compito dei giornalisti, come cittadina ritengo che l’ unica strada percorribile per i “giornalisti giornalisti” sia quella di continuare ad essere voce critica e controcorrente.

  3. E’ tutto certo. In realta’ stiamo vivendo un processo di rapidi cambiamenti. Mentre e’ vero che sia la stampa, sia la Tv, sia blog popolari sono controllati dai grandi finanzieri, e’ ancora giusto constatare che si sta sviluppando tutta una catena di informazioni indipendenti dal potere. Un esempio e’ la situazione in Palestina. Mentre in generale le persone non avevano chiaro cosa succedesse, ora ci sono state diverse iniziative che hanno portato alla coscienza gli avvenimenti storici che stanno dietro alla fondazione di Israele, il ruolo della GranBretagna prima e degli Usa poi. La stessa storia della popolazione ebrea e’ stata mostrata nella mescolanza tra mito, storia e leggende. Molte persone ormai non si fidano piu’ e di fronte a una notizia vanno a ricercare altre fonti per fare una verifica incrociata. In sostanza il lettore fidato non esiste piu’, ma sta nascendo il lettore critico.

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