Ci siamo. Oggi e domani, 20 e 21 febbraio 2024, va ufficialmente in scena l’appuntamento giudiziario decisivo per le sorti del giornalista australiano Julian Assange, attualmente recluso nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh (Londra), che potrebbe cambiare per sempre la storia della libertà d’informazione. L’Alta Corte di Londra, infatti, sarà chiamata a stabilire se il fondatore di WikiLeaks – che rischia 175 anni di carcere negli USA per aver pubblicato file riservati del governo statunitense che hanno svelato i crimini di guerra consumati dagli USA in Iraq, Afghanistan, Cuba e Guantanamo -, potrà continuare a discutere il suo caso davanti ai tribunali inglesi o se, al contrario, egli abbia esaurito i ricorsi a sua disposizione, con conseguente estradizione a Washington. I comitati e le associazioni che, in tutto il mondo, supportano attivamente la causa di Assange, hanno indetto una grande manifestazione a Londra, che si terrà in contemporanea con l’udienza. Anche in Italia, da Nord a Sud, avranno luogo sit-in e presidi in occasione del giorno X.
Saranno quattro le principali manifestazioni in sostegno ad Assange nella Penisola, che andranno contemporaneamente in scena dalle ore 17. A Milano gli attivisti si riuniranno davanti al Consolato britannico (lato Piazza del Liberty), a Roma davanti all’Ambasciata britannica (nei pressi di Porta Pia, via XX settembre 80), a Napoli davanti al Consolato degli Stati Uniti (Piazza della Repubblica 2) e a Catania davanti alla Prefettura (Via Prefettura 14). Un sit-in si terrà anche, alle ore 18.30, in Piazza Matteotti a Perugia; un altro avrà luogo, dalle ore 19 alle ore 20, in Piazza Roma ad Ancona. Un presidio è poi previsto a Cagliari, dove i cittadini manifesteranno in favore della liberazione del fondatore di WikiLeaks dalle 18 in Piazza del Carmine. Oggi pomeriggio, alle 17.30, prenderanno parte all’ondata di sensibilizzazione anche i componenti del Coordinamento No Green Pass e Oltre, che saranno a Trieste, in Piazza Ponterosso.
La partita si giocherà davanti a un collegio di due giudici, che dovranno riesaminare una precedente decisione dell’Alta Corte, che nel giugno dell’anno scorso ha negato ad Assange il permesso di fare appello. Se anche questo ricorso dovesse essere respinto, il giornalista potrebbe essere estradato in tempi brevi e in mano gli resterebbe soltanto la carta del ricorso alla CEDU. L’iter giudiziario sull’estradizione è stato lungo. Nel gennaio del 2021, per Assange si era aperto uno spiraglio nel momento in cui il Tribunale inglese aveva negato la sua estradizione negli USA, ma la Corte d’Appello, pochi mesi dopo, ribaltò la sentenza. Nella primavera del 2022 la Westminster Magistrates’ Court di Londra emise l’ordine formale di estradizione, su cui la ministra degli Interni britannica Priti Patel pose il suo timbro. Ora, però, è tutto in mano ai giudici dell’Alta Corte di Londra.
[di Stefano Baudino]
… cane non mangia cane, sono entrambi anglosassoni gli inglesi e gli yankee …