In una sentenza pronunciata la settimana scorsa, la Corte Suprema dell’Alabama ha stabilito che gli embrioni formati attraverso la fecondazione in vitro – che vengono normalmente congelati e usati in modo selettivo dalle coppie con problemi di fertilità che cercano di avere figli – sono “esseri umani”. Il verdetto ha una valenza storica, poiché si tratta della prima volta che un tribunale americano riconosce diritti e tutele agli embrioni entro le prime otto settimane in seguito al concepimento. La Corte era chiamata a pronunciarsi in merito a un caso risalente al 2021, quando un paziente lasciò erroneamente cadere un ampolla contenente alcuni embrioni congelati, provocandone la distruzione, dovendo stabilire se la persona in questione potesse essere ritenuta responsabile di omicidio colposo. Se precedentemente il giudice della contea aveva archiviato il caso, la Corte Suprema ha respinto il suo pronunciamento, affermando che la norma “si applica a tutti i bambini, nati e non nati, senza limitazioni”.
Il procedimento era nato dalla denuncia sporta da tre coppie a cui appartenevano gli embrioni, che avevano espressamente richiesto che l’episodio venisse assimilato a una sorta di omicidio. La sentenza, passata con un’ampia maggioranza (7 voti favorevoli e 2 contrari), ha specificamente definito gli embrioni congelati come “bimbi extrauterini” e il luogo nel quale sono conservati “nursery criogenica”. Nello specifico, la corte ha decretato che il mancato controllo dell’area ha violato il Wrongful Death Act, legge dello Stato in cui si stabilisce che un atto ingiustificato o negligente che provoca la morte di qualcuno è da considerare reato. “Non è compito di questa Corte definire una nuova limitazione basata sulla nostra visione di ciò che è o non è saggio per l’ordine pubblico – hanno scritto i giudici –. Ciò è particolarmente vero quando, come in questo caso, il popolo di questo Stato ha adottato un emendamento costituzionale che mira direttamente a impedire ai tribunali di escludere la ‘vita non nata’ dalla protezione legale”. Al fine di giustificare una pronuncia che rischia di far scattare l’accusa di omicidio nei confronti di chi provoca la distruzione di embrioni non utilizzati, la Corte cita più volte passi della Bibbia. “Crediamo che ogni essere umano, dal momento del concepimento, sia fatto a immagine di Dio, creato da Lui per riflettere la Sua somiglianza. È come se il popolo dell’Alabama avesse preso le parole del profeta Geremia e le avesse applicate a ogni persona non ancora nata in questo Stato: ‘Prima di formarti nel grembo materno ti ho conosciuto, prima che tu nascessi ti ho santificato’. Geremia 1:5 (NKJV 1982)”, si legge all’interno del parere redatto dal presidente della Corte, Tom Parker. Nella sentenza vengono inoltre citati Sant’Agostino, Tommaso d’Aquino e altre figure centrali del pensiero cristiano al fine di sostenere che la Costituzione dell’Alabama è “basata su una visione teologica della santità della vita”.
La validità della sentenza è limitata allo Stato dell’Alabama, ma non sono mancate le reazioni a livello nazionale e internazionale. A criticare fortemente il contenuto della sentenza è stata, in primis, la Casa Bianca. «Nell’America del 2024 le donne vengono respinte dai pronto soccorso e costrette a fare centinaia di chilometri per l’assistenza medica, mentre i medici temono di essere perseguiti per gli aborti – ha dichiarato il presidente americano Joe Biden –. E ora una corte in Alabama ha messo a rischio l’accesso ad alcuni trattamenti di fertilità per famiglie alla disperata ricerca di una gravidanza. Il disprezzo verso la capacità delle donne di decidere del proprio corpo è vergognoso e inaccettabile». Nel frattempo, l’ospedale dell’Università di Birmingham in Alabama ha deciso di sospendere in via temporanea le fecondazioni in vitro, nel timore che dottori o pazienti possano essere perseguiti penalmente.
[di Stefano Baudino]