Circa 2500 persone hanno preso parte alla manifestazione Tuscia in Movumento – Marcia contro il deposito di scorie nucleari che si è svolta ieri in diversi Comuni della provincia di Viterbo. Cittadini e amministratori hanno marciato all’interno delle aree individuate dalla Sogin (la società di Stato incaricata dello smaltimento dei rifiuti radioattivi) come aree idonee ad ospitare il Deposito Nazionale delle scorie radioattive, il quale sarà destinato a contenere fino a 95 mila tonnellate di tali rifiuti. Delle 51 aree identificate come idonee su tutto il territorio italiano, ben 21 (oltre il 40%) si trovano nella sola area del viterbese. La costruzione del deposito in queste zone significherebbe «infliggere un colpo mortale a questa terra, costellata di riserve naturali e siti archeologici straordinari e da un’agricoltura che da sempre costituisce un patrimonio di eccellenze» ha dichiarato Famiano Crucianelli, presidente del Biodistretto della via Amerina e delle forre, tra i promotori dell’iniziativa insieme ai Comuni di Corchiano, Gallese, Vignanello e Vasanello.
A prendere parte alla marcia sono stati 60 Sindaci della zona (inclusa la sindaca di Viterbo, Chiara Frontini), il presidente e i consiglieri provinciali, i consiglieri regionali, alcuni parlamentari, il vescovo della Diocesi di Civita Castellana, numerosi comitati civici e circa 200 associazioni. “Non permetteremo a nessuno di imporci decisioni prese dall’alto e non permetteremo a nessuno di calpestare la nostra idea di territorio e del suo sviluppo futuro” ha dichiarato l’Amministrazione Comunale di Corchiano, uno dei Comuni coinvolti. Le preoccupazioni di sindaci ed enti riguardano in particolar modo la messa a rischio del patrimonio archeologico e paesaggistico della zona, insieme all’impatto sulla salute del territorio e, di conseguenza, dei cittadini. «Nella Tuscia esistono ben 5 biodistretti che coprono la maggioranza dei Comuni e che si adoperano per valorizzare la sostenibilità di queste terre e la loro preziosa produzione. Impiantare un deposito di scorie significherebbe vanificare tutto il lavoro fatto in questi anni» ha spiegato ancora Crucianelli.
Il Deposito Nazionale di rifiuti nucleari sarà un’area di 95 mila metri cubi dove verranno depositati i rifiuti radioattivi. Fino ad ora, l’Italia ha pagato Francia ed Inghilterra per lo smaltimento delle scorie nucleari che nel corso degli anni sono state inviate all’estero. Il loro rientro è previsto entro il 2025, quando dovrà essere completato il deposito. A tal fine, dopo il lungo lavoro svolto da Sogin, erano infatti stati individuati 67 siti idonei alla costruzione del deposito di scorie nucleari, riportati nella CNAPI nel gennaio 2021. Lo scorso dicembre, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha reso pubblico l’elenco delle 51 aree idonee alla localizzazione del deposito: di queste, 21 (ovvero il 41%) si trovano nella sola provincia del viterbese. In particolare, le zone nei pressi del Comune di Corchiano erano state identificate come ad idoneità particolarmente elevata. A metà febbraio, la provincia di Viterbo ha anche presentato ricorso al TAR contro la formazione della Carta delle aree potenzialmente idonee e “degli atti del procedimento che l’hanno approvata”, in ragione del fatto che “la stessa Provincia di Viterbo, unitamente alla Regione Lazio, le amministrazioni comunali interessate, i comitati ed altre entità, hanno contestato la Cnapi, con specifiche osservazioni, partecipando al seminario nazionale”.
[di Valeria Casolaro]