giovedì 21 Novembre 2024

I servizi segreti italiani sono “preoccupati” per le mobilitazioni pacifiste

Mercoledì 24 febbraio, il Comparto Intelligence (CI) italiano ha presentato la propria relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza, nella quale affronta tutte le questioni più importanti relative alla sicurezza tanto esterna quanto interna all’Italia. Proprio sul fronte interno, molto dello spazio dedicato alla questione è rivolto a quelli che il CI definisce “attivismo anarco-insurrezionalista” e “attivismo dei ristretti ambienti dell’oltranzismo marxista-leninista”, tra cui figurano i casi di mobilitazione per il caso di Alfredo Cospito, le cause “dell’ambientalismo militante” e tutti quei movimenti pacifisti di stampo anti-militarista. A tal proposito il report si concentra molto sulle mobilitazioni, spesso dal carattere sovranazionale, a favore della Palestina e contro la guerra in Ucraina, segnalando la propria preoccupazione per le “iniziative di propaganda e controinformazione in chiave ‘antisionista’”, che porterebbero avanti e a loro volta verrebbero portate avanti da un “rinnovato tentativo di ampliamento e di compattezza del fronte del dissenso”.

Il documento dei servizi di sicurezza italiani, lungo 110 pagine, è fitto di informazioni spesso affiancate da materiale visivo e grafico ed è caratterizzato da tre capitoli in cui vengono descritti gli “scenari geostrategici”, viene affrontata l’analisi di un “mondo in trasformazione” e infine viene proposto un report sulla “sicurezza nazionale”. In quest’ultimo capitolo, è presente una sezione dedicata alla “minaccia interna”, nel quale l’intelligence affronta tutti quei movimenti dal respiro nazionale o transnazionale che, a suo parere, possono rappresentare una minaccia per la sicurezza interna del Paese, o che quanto meno vale la pena segnalare e tenere sott’occhio. Tra questi figurano i movimenti di estrema destra, a cui tuttavia il report dedica solo un piccolo spazio, pari a 4 capoversi e un breve box di approfondimento, così come le varie forme di criminalità organizzata, tanto italiana quanto straniera, che godono invece di maggiore aria. La sezione, tuttavia si apre sui movimenti che il CI definisce anarchici e di oltranzismo marxista-leninista, ai quali dedica all’incirca la stessa quantità di spazio che riserva alla criminalità organizzata in tutte le sue forme.

Per quanto concerne i movimenti anarchici, il documento si apre sulla questione di Alfredo Cospito, militante anarchico che si trova sotto regime di 41-bis dal 2022, e sugli attacchi in suo sostegno che hanno caratterizzato il 2023 tanto in Italia quanto all’estero. Il report passa poi a una descrizione dei movimenti di sinistra che nelle loro “iniziative propagandistiche e mobilitative dal respiro anti-militarista, anti-imperialista e di decisa opposizione alla NATO” avrebbero “lasciato spazio anche a interpretazioni di maggiore radicalità e intransigenza che si sono spinte a giustificare l’attacco armato di Hamas contro il ‘colonialismo sionista’”. Questo genere di manifestazione di dissenso viene in generale accusata di portare avanti una retorica propagandistica e rivoluzionaria, orientando l’opinione pubblica contro Israele e provando a riunire sotto una unica ala il fronte del dissenso, mediante una serie di “strategie di convergenza di temi e istanze” che coinvolgerebbe anche le proteste sulle controversie salariali e sulle condizioni di sicurezza sul lavoro. Riunite sotto la stessa categoria sarebbero le firme ambientaliste per cui “la campagna No TAV ha continuato a rappresentare il riferimento più insidioso”, da affiancare però a tutti coloro che hanno protestato contro “quei provvedimenti percepiti come restrittivi del dissenso”, come la legge contro gli ecologisti firmata dal Ministro della Cultura Sangiuliano.

Il documento del CI getta su sua stessa ammissione nel calderone del “fronte del dissenso” tutti quei movimenti anti-bellicisti, pacifisti e anti-militaristi, che si muovono tra le altre cose a favore dei diritti sociali e a tutela dell’ambiente, etichettandoli come vere e proprie “minacce interne”. Nel farlo li accusa di strumentalizzare sentimenti transnazionali, tra cui figura in primo piano “l’antifascismo”, per radunare più sostenitori e creare un senso di appartenenza comune nell’ottica “di rinsaldare contatti e sinergie”. In generale, insomma, di fronte a un sempre maggiore spirito bellicista, confermato dalle recenti dichiarazioni del Presidente francese Macron che ha suggerito un eventuale coinvolgimento diretto nella campagna in Ucraina, a far paura sembrano tutti coloro che portano avanti istanze sistematiche e che promuovono un modello orientato alla pace e che punti alla demilitarizzazione.

[di Dario Lucisano]

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4 Commenti

    • Perché i diritti sono solo per chi ammazza a tradimento? I milioni di idioti è meglio che vivano nel torpore, perché di intelligenti ce ne sono fin troppi a sostenere cause poco chiare. Chi la libertà se l’è ritrovata già pronta e non ha dovuto esporsi troppo per conquistarla da che parte può stare?

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