In seguito allo sbandieramento pubblico della “tolleranza zero” da parte del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara nei confronti degli studenti che continuano a occupare le scuole in protesta contro le politiche dell’esecutivo, all’interno degli istituti milanesi le occupazioni non fanno che moltiplicarsi. Alla mobilitazione scolastica anti-governativa hanno infatti ufficialmente aderito, a poche ore di distanza, gli studenti del liceo classico Manzoni, che hanno trasformato l’autogestione in atto in una vera e propria occupazione, e quelli del liceo scientifico Bottoni. Questi ultimi, che hanno preso possesso delle aule dell’istituto per un’occupazione che dovrebbe durare fino questa sera, sono stati immediatamente identificati dalle Forze dell’Ordine. Gli studenti, comunque, tengono duro, invitando i collettivi degli altri istituti a unirsi alla loro azione.
Nelle scorse settimane, a organizzare occupazioni all’interno delle strutture scolastiche di Milano erano stati gli studenti del Liceo Severi Correnti, quelli del Liceo Virgilio – che comprende liceo classico, scientifico, linguistico e scienze umane – e quelli del Liceo classico Beccaria. L’impeto studentesco non si è arrestato nemmeno in questi giorni, coinvolgendo nelle proteste altre due importanti scuole della città. Il collettivo del Liceo Classico Manzoni ha tagliato ogni comunicazione con la stampa, utilizzando le sue piattaforme social per rivendicare le proprie azioni. Su Instagram gli studenti hanno dichiarato di essersi “trovati costretti a occupare”, essendo questa l’unica risposta efficace contro “le misure sempre più repressive del governo Italiano”, il “supporto del blocco occidentale al massacro del popolo Palestinese” e “le minacce di Valditara”. Il riferimento è a quanto dichiarato dal ministro dell’Istruzione in occasione della visita di lunedì 12 febbraio al liceo Severi Correnti di Milano, che aveva aperto il nuovo ciclo di occupazioni all’interno degli istituti del capoluogo lombardo. «Stiamo studiando una norma per far sì che chi occupa, se non dimostra di non essere coinvolto nei fatti, risponda civilmente dei danni che sono stati cagionati – aveva affermato il titolare del ministero di viale Trastevere -. È una presunzione che solo dimostrando di essere del tutto estraneo uno può vincere. Chi occupa, chi compie un atto illecito, deve rispondere dei danni». Valditara aveva poi aggiunto: «Questa è una mia riflessione personale: credo che studenti di questo tipo non possano essere promossi all’anno successivo».
Dopo il Liceo classico Manzoni, la quarta scuola milanese occupata, mercoledì è stata la volta del Liceo scientifico Bottoni. Gli studenti non sono infatti entrati in aula, ma hanno invece deciso di riunirsi in assemblea all’interno del cortile dell’istituto, dando l’avvio all’occupazione. Tra le motivazioni dell’iniziativa, che ha comportato la sospensione delle lezioni, c’è l’opposizione a un sistema scolastico “capitalistico e utilitaristico che porta a diventare lavoratori, non cittadini” e la contestazione della riforma sulle valutazioni di Valditara, nonché il “mostrarsi solidali nella lotta verso il popolo palestinese e tutti gli oppressi in lotta, rompere gli ingranaggi della propaganda sul genocidio in Palestina attraverso una narrazione differente del conflitto”. Le altre richieste riguardano poi l’introduzione dell’educazione sessuale e degli psicologi nelle scuole, maggiori investimenti nelle strutture scolastiche e la condanna al governo per le manganellate della Polizia ai giovani studenti di Pisa. Nel comunicato con cui è stata rivendicata l’occupazione, i ragazzi hanno invitato tutti gli studenti e le studentesse che hanno preso parte all’azione dimostrativa a “mantenere un atteggiamento rispettoso e responsabile all’interno della struttura, poiché ci ospiterà per i giorni a seguire”, sollecitando infine “tutte le scuole di Milano a mobilitarsi insieme a noi, poiché cambiando la scuola possiamo cambiare il sistema”. Nel corso della prima mattinata di mobilitazione, al Bottoni sono giunti gli uomini della Polizia di Stato, che hanno identificato gli studenti in protesta.
[di Stefano Baudino]
meglio tardi che mai, basta che non siano strumentalizzati a finni politici, la protesta è giusta e legittima. Sono loro il nostro futuro e purtroppo le premesse non sono per nulla buone
Hanno tutta la mia solidarietà questi ragazzi!
Fanno bene a ribellarsi al sistema, perchè da questo dipenderà anche il loro futuro.