Un tribunale dello Stato di San Paolo, in Brasile, ha emesso una sentenza che ordina il rilascio di un titolo fondiario a favore della comunità afro-americana locale (chiamata quilombo) di Bombas. In questo modo, le istituzioni riconoscono, una volta per tutte, che gli appartenenti alla comunità quilombo sono i migliori amministratori del proprio territorio ancestrale, che si trova all’interno di un parco statale. Si tratta di una decisione di portata storica, perchè è la prima volta che comunità tradizionale di questo tipo si vede riconosciuti pieni diritti di amministrazione su di una parte del proprio territorio che si sovrappone a un’area protetta di appartenenza dello Stato. Quella del quilombo di Bombas è infatti una delle centinaia sparse per tutto il Brasile, ancora in attesa del riconoscimento, da parte dello Stato, della propria esistenza e dei propri diritti.
Con la sentenza emessa dal tribunale dello Stato di San Paolo la comunità afro-americana del quilombo di Bombas potrà ora gestire il territorio insieme alla FF, l’agenzia forestale del governo statale, rimanendo libera di utilizzare le risorse del territorio (in maniera sostenibile) come meglio crede. Con la decisione dei giudici, infatti, l’area non farà più parte del parco statale Alto Ribeira, amministrato da FF. Lo Stato di San Paolo sarà ora tenuto ad attribuire un titolo di proprietà legale al territorio, che si estende per 3200 ettari ed ospita alcune specie a rischio sparizione, e presentare un piano per la costruzione di una strada di accesso alla comunità. Il processo di regolarizzazione fondiaria dovrà essere portato a termine entro dieci anni dall’agenzia fondiaria di Stato (ITESP), pena il pagamento di sanzioni. È la prima volta che a un quilombo vengono attribuiti diritti di tale portata.
L’Alto Ribeira è stato dichiarato territorio statale nel 1958 e si è andato a sovrapporre alle terre originariamente di appartenenza dei quilombo. L’istituzione di aree protette ha portato con sè l’istituzione di nuove regole per il loro utilizzo, che hanno di fatto impedito agli abitanti di mettere in atto le proprie pratiche di sussistenza, quali coltivare il proprio cibo, costruire strade e allevare il proprio bestiame. «La sovrapposizione di un’area completamente protetta a un territorio tradizionale che esisteva già da secoli è un tipico esempio di politica ambientale arretrata e inefficace» ha commentato Marcondes Coelho, analista socio-ambientale per la trasparenza e la giustizia climatica presso l’Istituto Centro de Vida (ICV).
I quilombos sono comunità originariamente composte da schiavi afro-americani fuggiti dalle piantagioni brasiliane e attualmente abitate dai loro discendenti (i quilombolas). Quella di Bombas, in particolare, si trova in queste zone da oltre cento anni. Mentre qualche centinaio di esse ha ricevuto qualche forma di riconoscimento dal governo centrale brasiliano, altre migliaia sono ancora in attesa e questo le espone a rischi di vario genere, in primo luogo all’intrusione di allevatori, compagnie minerarie o guardie forestali, con i conseguenti potenziali danni irreparabili al territorio.
[di Valeria Casolaro]