Dopo essere in breve tempo passato dal catalizzare su di sé l’attenzione al finire nel dimenticatoio, il fenomeno dei “Fleximan” torna alla ribalta, reinventandosi, e colpendo anche le antenne del 5G. È accaduto nell’area della Ciociaria, nel Lazio, a Monte San Giovanni Campano in Provincia di Frosinone. La segnalazione ai carabinieri è arrivata martedì 5 marzo, mentre il giorno precedente si è verificato un nuovo caso in Veneto, in cui però è stato preso di mira un cartello stradale. Nonostante non più alla ribalta sui quotidiani nazionali, tra antenne e cartelli, i vari Fleximan in giro per l’Italia stanno insomma colpendo sempre più spesso, ampliando il proprio raggio d’azione.
I casi di attacchi agli oggetti situati in strada, sebbene non più al centro dell’attenzione non si sono mai fermati. Quello dell’antenna di 5G, tuttavia, è abbastanza particolare perché il primo segnalato relativo a un ripetitore di segnale. Nello specifico, i giornali locali riportano che è stato abbattuta un’antenna alta oltre venti metri presso la località Civitella del comune laziale di Monte San Giovanni Campano, probabilmente utilizzando la fiamma ossidrica. Non è ancora noto chi sia stato e cosa nello specifico sia accaduto, anche se con ogni probabilità a colpire l’installazione dovrebbe essere stato un abitante del luogo nella notte tra lunedì e martedì; in città infatti l’antenna non è mai stata la benvenuta dai cittadini, tanto che lo stesso Comune aveva emesso un’ordinanza provando a bloccare l’opera, che tuttavia venne annullata dal TAR.
Quello avvenuto in Ciociaria non è l’unico evento verificatosi negli ultimi giorni. È difficile tenere conto dei casi di attacchi ad antenne, cartelli e rilevatori installati lungo le strade, perché ormai a riferirne gli episodi, salvo casi eclatanti, è solo la cronaca locale. Nonostante il fenomeno Fleximan, a cui molti giornali hanno dedicato fantasiosi nuovi nomi in base all’oggetto colpito, non viaggi più sulla cresta dell’onda mediatica, però, non hanno mai smesso di verificarsi casi di attacchi a installazioni stradali pubbliche e private. Lunedì 4 marzo, infatti, presso il Comune di Cappella Maggiore, in Provincia di Treviso, è stato abbattuto un cartello stradale indicante il limite dei 30 chilometri orari, genere di attacco che dopo l’annuncio di Bologna Città30 sta in generale colpendo tutta Italia. I Fleximan che avevamo a inizio anno, insomma, stanno evolvendosi e prendendo forme sempre più nuove, assumendo i tratti di una forma di protesta.
[di Dario Lucisano]
Santo subito! Un grande! (… Sto scherzando onde non incorrere nel reato di apologia di reato…).
Considerando che da oltre tre anni “siamo in guerra” … e che in guerra vale tutto…. ci stiamo solo difendendo!
Nelle dittature bisogna pur difendersi.
Una tipica forma di auto-organizzazione dal basso, una classica emergenza. A quando le telecamere di Trento?
Se abiti a Trento, inizia tu !