lunedì 4 Novembre 2024

Nardò: la protesta contro il centro Porsche che disbosca la Puglia varca i confini

La pista Porsche di Nardò torna a far parlare di sé, ma questa volta attira l’attenzione dei territori tedeschi, spostandosi su un palcoscenico sempre più internazionale. Nel pomeriggio di martedì 5 marzo a Stoccarda diverse associazioni ambientaliste hanno organizzato un sit-in di protesta contro la casa di produzione tedesca, evidenziando come l’ampliamento della pista di collaudo attraverso il cosiddetto progetto “Nardò Technical Center” (NTC) potrebbe portare a un vero e proprio disastro ambientale. A dare manforte alle associazioni ambientaliste, che tra le altre cose hanno anche raccolto oltre 80.000 firme contro la realizzazione dell’opera, pare essere arrivata anche la stessa amministrazione comunale della città sede dell’importante marchio automobilistico, che avrebbe richiesto un colloquio con i rappresentanti di Porsche. Nel frattempo in Italia stride il silenzio dei grandi movimenti a tutela dell’ambiente, ma la loro assenza viene colmata da firme più piccole e movimenti locali, che hanno presentato un esposto al TAR Puglia e lanciato, similmente alle omologhe tedesche, una petizione che in 3 mesi ha raccolto 40.000 firme. A interessarsi dell’argomento anche qualche politico, che ha presentato la questione davanti alla Camera dei Deputati e al Parlamento Europeo.

In occasione del sit-in di protesta tenutosi a Stoccarda, il gruppo politico Sos Linke Puls Fraction di Zuffenhausen ha aperto la discussione parlando delle eventuali conseguenze derivanti dal piano di ampliamento del NTC. Secondo quanto riportano quotidiani tedeschi e omologhi giornali locali italiani, tanto le associazioni ambientaliste quanto i consiglieri comunali avrebbero chiesto a Porsche di specificare se fossero state considerate alternative per lo sviluppo della pista che non contemplassero la demolizione di 200 ettari di bosco che costituiscono un’autentica riserva naturale nel territorio, e, in caso di risposta affermativa, per quale motivo esse fossero state scartate. In aggiunta a ciò, durante gli atti dimostrativi, sarebbero state rilevate le contraddizioni del progetto NTC: questo, infatti, sarebbe dedicato al “collaudo di future tecnologie di mobilità” come per esempio i motori elettrici, e verrebbe costruito nell’ottica di un futuro più verde e in nome della sostenibilità; eppure, denunciano le associazioni tedesche, questa stessa sostenibilità verrebbe meno al momento dell’ampliamento del circuito, rivelando la maschera di greenwashing con la quale l’azienda automobilistica copre l’iniziativa.

In Italia, similmente a quanto fatto dal gruppo politico tedesco, il Vicepresidente del Consiglio Regionale pugliese Cristian Casili ha chiesto chiarimenti in merito al progetto, spingendo affinché venissero considerate delle alternative. Insieme a lui, nonostante una timida partecipazione da parte delle maggiori associazioni ambientaliste, si sono mossi nomi meno noti sul panorama ecologista italiano: a ottobre è nato il Comitato custodi del bosco d’Arneo, il quale il 22 gennaio, assieme all’associazione Italia Nostra e al Gruppo di Intervento Giuridico, ha presentato un esposto al TAR Puglia per fermare il progetto dell’azienda tedesca, che dovrà esprimersi in merito alle autorizzazioni rilasciate; oltre a questi, anche l’associazione Verdi Ambienti e Società ha alzato la voce contro il piano NTC, ed è stata citata in una seduta parlamentare dal Deputato Filiberto Zaratti di Europa Verde, che ha chiesto maggiori chiarimenti al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. Sempre sul piano politico, si è mossa la Eurodeputata Rosa d’Amato che ha presentato i propri dubbi sull’iniziativa davanti all’Eurocamera, che ha risposto che verranno chiesti “ulteriori chiarimenti” alle autorità italiane.

Progetto ampliamento pista di Porsche \ Fonte Italia Nostra
Il progetto di ampliamento della pista Porsche a Nardò [Fonte “Italia Nostra”]
Tanto dall’Italia quanto dalla Germania sono stati lanciati appelli per fermare il progetto di Porsche, e sono state raccolte decine di migliaia di adesioni. Il piano, da 450 milioni di euro, prevede la demolizione di 200 ettari di bosco per eseguire lavori sulla pista di collaudo di Nardò, una delle più all’avanguardia del continente. Da quanto si apprende dalla descrizione del progetto, al posto della riserva naturale verrebbe costruito un eliporto per l’elisoccorso, ampliata (e rinnovata) la pista già esistente, eretto un centro di sicurezza antincendio, e riqualificata l’area pubblica di Porto Cesareo, anche attraverso la costruzione di strade dedicate a pedoni e biciclette. Oltre a tutto ciò, Porsche avrebbe in programma di ripiantare gli alberi abbattuti, triplicandone l’estensione dell’area di interesse, e arrivando dunque a restituire 600 ettari di bosco. Secondo le associazioni ambientaliste, però, una simile azione sarebbe a tratti irrealizzabile a causa delle condizioni del terreno, e in ogni caso non meno nociva per l’ambiente, vista l’estrema rarità della flora interessata.

[di Dario Lucisano]

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