domenica 22 Dicembre 2024

Alle elezioni presidenziali russe ha vinto ancora una volta Vladimir Putin

Non si preannunciavano certo piene di possibili colpi di scena le elezioni russe, specie dopo la messa al bando di numerosi candidati antagonisti, e così è stato. In Russia si sono chiuse le urne e i dati diffusi dalla Commissione elettorale, elaborati dopo lo scrutinio della quasi totalità delle schede, segnalano un vero e proprio plebiscito per Vladimir Putin, che dovrebbe ormai avere superato con certezza l’87% dei voti. Tutti sotto il 5% gli altri tre candidati ai quali è stato permesso di presentarsi. Secondo le stime divulgate dal Governo sarebbe stata molto alta anche l’affluenza, data a oltre il 77%. Durante le operazioni di voto sarebbero stati arrestati 74 “sabotatori” del voto. Putin è al potere dal 2000 e con la nuova elezione avrà altri sei anni di mandato, in questo modo arriverà a trent’anni ininterrottamente al potere, ad un passo dai 31 anni di Stalin.

Le elezioni presidenziali russe sono iniziate venerdì 15 marzo e sono terminate ieri, domenica 17 marzo, con la chiusura degli ultimi seggi attorno alle 19.00 (ora italiana). Stando ai dati pubblicati questa mattina dalla Commissione elettorale e condivisi dall’agenzia di stampa governativa TASS, alle 07.00 di oggi sarebbe stato scrutinato il 99,43% delle schede, e avrebbero votato il 77,44% degli aventi diritto, in seguito ai quali voti Putin si sarebbe affermato con una percentuale dell’87,32%, che risulta la più ampia nella storia della Russia postsovietica. A seguire ci sarebbero il candidato del Partito Comunista Nikolay Kharitonov con il 4,32% dei voti, il candidato del partito Nuova Gente Vladislav Davankov con il 3,79% e infine il candidato del Partito Liberal-Democratico Leonid Slutsky con il 3,19%. Putin si riconferma così per il quinto mandato presidenziale, terzo di fila dopo il periodo da Primo Ministro del 2008-2012, al termine del quale raggiungerebbe 30 anni di guida del Paese. Dopo la chiusura di questo ultimo ciclo appena aperto, vista la riforma costituzionale del 2020 che ha di fatto azzerato il conteggio dei precedenti mandati da Presidente, potrà ricandidarsi alle prossime elezioni del 2030, e in caso di vittoria rimanere in carica fino al 2036.

Il risultato delle elezioni presidenziali russe non genera alcun tipo di stupore, soprattutto dopo l’esclusione dalla corsa di Boris Nadezhdin, il politico più simile a un oppositore di Putin, a causa di una denunciata irregolarità nella raccolta delle firme. Alle elezioni di quest’anno si è dunque presentata la sola opposizione che viene definita “di sistema”, da anni presente nella politica moscovita, che vede correre candidati di Partiti d’opposizione di facciata per il mandato presidenziale. I moti di protesta in occasione di questa tornata elettorale sono stati molteplici e di svariato tipo. Quella che sembra essere stata la forma di protesta più sostenuta, ha visto i civili impegnati a gettare della vernice nelle urne contenenti le schede elettorali, ma qualcuno si è anche spinto oltre, arrivando a lanciare delle molotov sui seggi. A fare particolarmente scalpore è stato anche il cosiddetto “mezzogiorno contro Putin”, un’idea del defunto dissidente Alexei Navalny, rilanciata dalla moglie Yulia Navalnya. Questa forma di protesta intendeva spingere le persone ad andare a votare in massa alle 12.00 in punto dell’ultimo giorno disponibile, in modo da formare una cospicua fila che avrebbe dovuto rallentare l’accesso ai seggi. Una volta entrati, le indicazioni sarebbero state quelle di barrare il nome di più candidati o di votare per uno qualsiasi di essi che non fosse Putin e che avesse una minima possibilità di conseguire una parvenza di risultato.

Secondo i media occidentali a partecipare all’iniziativa del “mezzogiorno contro Putin” sarebbero state migliaia di persone, ma la verità è che, esattamente come non è possibile verificare i risultati delle elezioni, non si può in alcun modo dimostrare quante persone abbiano davvero preso parte all’atto dimostrativo. Quel che è certo è che il blocco occidentale che dallo scoppio della guerra in Ucraina si oppone con fermezza al Governo dell’appena riconfermato Presidente russo ha dato parecchio adito all’iniziativa e denunciato l’irregolarità delle elezioni, come per esempio ha fatto il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, che il 15 marzo, il giorno dell’apertura delle elezioni, si è sarcasticamente congratulato con Putin per la vittoria. Aspre critiche e denunce sono arrivate anche dalla Casa Bianca e dal Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, che hanno denunciato l’irregolarità e la illiberalità delle elezioni. Voci di autentico supporto sono giunte invece dalla Cina di Xi Jinping, che ha affermato che sotto la leadership di Putin la Russia è destinata a un florido futuro di sviluppo nazionale.

[di Dario Lucisano]

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4 Commenti

  1. Interessante paragonare Putin a Stalin, avendo come prova testimoniale il periodo potenziale di governo dell’attuale presidente. Gettare bombe Molotov e vernice sulle Urne, tentare di impedire nei vari consolati all’estero, a Berlino o a New York per esempio, a cittadini russi di andare a votare è uno dei maggiori esempi di democrazia che noi valorosi portabandiera dei valori occidentali abbiamo a disposizione. I russi vanno a votare in massa, un peccato mortale, le opposizioni ammesse alle elezioni, una farsa concordata con il Cremlino. E che dire della sfacciataggine di Putin di consentire per tre giorni di fila nell’immenso territorio russo di votare… in tempo di guerra poi… un vero obbrobrio. Il bravo Selensky le ha impedite le elezioni in Ucraina. Da lui dobbiamo prendere l’esempio. Non andiamo più a votare anche noi !

  2. Aspre critiche e denunce sono arrivate anche dalla casa bianca per l’illiberalità delle elezioni. Ma fatemi ridere…Gli stati uniti hanno messo capi di stato, là dove volevano che facessero quello che volevano loro. L’ultimo esempio è Volodymyr Zelensky in Ucraina, ma anche in Italia ci hanno messo sempre lo zampino per far pendere l’ago decisionale per un presidente del consiglio filo americano.

  3. Mi piacerebbe sapere, per quanto vale, quale è stata l’affluenza ed il risultato nelle zone Ucraine occupate dai Russi . Che le votazioni fossero scontate non è una meraviglia ma lo starnazzare degli Europei e soprattutto di Tajani mi irrita, viste le percentuali di voto e quelle di affluenza con cui si è aggiudicato la poltrona.

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