giovedì 21 Novembre 2024

Trattori in rivolta: le ragioni della sfida degli agricoltori a Bruxelles (Monthly Report)

In questi mesi le proteste dei trattori hanno nuovamente infiammato l’Europa. E nonostante la politica, tanto europea quanto (in alcuni casi) dei singoli Stati, abbia fatto alcuni passi indietro per scendere a patti con le rivendicazioni degli agricoltori, la lotta non accenna a fermarsi. Ma quali sono le ragioni che si celano dietro al malcontento degli agricoltori? Che cosa hanno in comune la rabbia dei contadini indiani e quella dei contadini europei? E poi, come si può tenere in equilibrio produzione agricola, questione ambientale e salute dei consumatori?

Sono queste alcune delle domande alle quali abbiamo provato a trovare una risposta all’interno del nuovo Monthly Report, il mensile de L’Indipendente dove trattiamo tematiche di particolare rilevanza che riteniamo non sufficientemente approfondite dalla comunicazione mainstream. Il numero è disponibile in formato digitale e cartaceo per gli abbonati (qui tutte le info per abbonarsi) ed ora anche per i non abbonati (a questo link).

L’editoriale del nuovo numero: I trattori che mettono a nudo il sistema

Le proteste scoppiate in tutta Europa hanno costretto le autorità politiche sulla difensiva. L’Italia, come molti altri governi nel continente, ha prontamente promesso sgravi fiscali e bonus per far cessare le marce dei trattori. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, a fine mandato e in cerca di rielezione, ha assicurato repentine
marce indietro su alcuni punti della nuova Politica Agricola Comune (PAC) e sulle misure ambientali: prima l’introduzione di meccanismi di tutela dalle importazioni a dazio zero dall’Ucraina, poi la proroga di un anno sulla norma che richiede di lasciare il 4% dei
terreni incolti e l’introduzione di nuovi sussidi, infine il ritiro della proposta Sur, che mirava a dimezzare l’uso di pesticidi nel settore agricolo entro il 2030. Si tratta di indiscutibili vittorie per gli agricoltori, che tuttavia non si accontentano. Ancora mentre scrivo queste righe, continuano ad arrivare notizie di proteste diffuse in tutta Italia, dalle marche, al Veneto, fino a Trapani. Lo stesso avviene in tutti i Paesi europei, anche se la cosa non interessa più il grosso dei media: a Barcellona, per esempio, i trattori hanno occupato la piazza del Parlamento catalano.

La domanda nasce spontanea. Per quale ragione i contadini continuano a protestare, se la Commissione Europea ha eliminato (quasi) ogni misura contestata dalla nuova PAC? Proprio per andare oltre i limiti dell’attualità è nata l’esigenza di dedicare questo nuovo numero del Monthly Report, il mensile di approfondimento e inchiesta de L’Indipendente, alla rivolta dei trattori. E come sempre ce ne siamo occupati andando oltre la cronaca, per provare a
capire le ragioni profonde del malcontento. Senza analizzarle è infatti impossibile comprendere non solo perché la rivolta prosegue, ma anche (e soprattutto per tutti i cittadini che agricoltori non sono) come la contestata politica agricola europea si leghi a molte altre questioni utili ad afferrare diverse problematiche cruciali: da come i trattati internazionali di libero scambio abbiano eroso i redditi degli agricoltori (e di molte altre categorie), a come il sistema della Grande Distribuzione Organizzata abbia progressivamente strangolato le piccole aziende. Ricomponendo le tessere di questo puzzle, emerge chiaramente come le rassicurazioni europee non rappresentino che un palliativo. Oltretutto (come al solito) fatto pagare non alla ristretta cerchia di grandi attori del sistema, che in questi anni si sono arricchiti enormemente, ma alla collettività: utilizzando fondi pubblici e rimandando ancora una volta la necessità oggettiva di un cambio nei metodi di produzione agricola, che garantisca una maggiore protezione ambientale nonché il diritto ad avere frutta e verdura liberi da pesticidi dannosi.

Parlare della rivolta degli agricoltori, infine, ci permette ancora una volta di mettere a fuoco un punto che ci sta a cuore: comprendere come l’unione di tanti in una lotta comune possa effettivamente portare risultati, costringendo a rivedere le proprie posizioni anche a istituzioni che di solito pensiamo inscalfibili, come appunto la Commissione Europea. Quantomeno se si hanno dei trattori e una certa forza economica complessiva. Per chi non ha questi due fattori dalla sua parte, come gli ambientalisti o i movimenti contro il massacro in Palestina, è già un grande risultato non essere manganellati e arrestati. Ma questa è un’altra storia…

L’indice del nuovo numero:

  • La rivolta dei trattori parte da lontano
  • Furore 2.0
  • La riforma della Politica Agricola Comune europea
  • Come i fondi europei sovvenzionano gli ultraricchi dell’agricoltura
  • Neoliberismo e trattati di libero scambio hanno travolto gli agricoltori
  • Come il sistema della Grande Distribuzione strozza i produttori
  • Non per i sussidi, ma per rovesciare il sistema: i contadini ribelli di Via Campesina
  • Il sistema dell’agricoltura intensiva è oggettivamente da cambiare
  • Cibo sano, salute e agricoltura intensiva sono compatibili?
  • La tecnologia potrebbe aiutare un futuro sostenibile in agricoltura

Il mensile, in formato PDF, può essere acquistato (o direttamente scaricato dagli abbonati) a questo link: https://www.lindipendente.online/monthly-report/

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