Si aggrava di ora in ora il bilancio delle vittime dello spaventoso attentato verificatosi ieri a Krasnogorsk, nella periferia di Mosca, presso il centro commerciale Crocus City Hall e alla sala concerti che sorge al suo interno. L’attacco, per cui al momento si contano almeno 115 morti e oltre 120 feriti, sarebbe stato rivendicato dall’ISIS nella tarda serata di ieri. Tutto è iniziato poco prima delle 20, quando almeno quattro terroristi in tenuta mimetica hanno fatto irruzione nella struttura, sparando all’impazzata contro chiunque incontrassero sul loro cammino. Gli assalitori si sono poi diretti all’interno della sala, dove hanno continuato a mietere vittime a colpi di arma da fuoco e lanciato dell’esplosivo, innescando un enorme incendio che ha investito lo stabile. Questa mattina, le autorità di Mosca hanno comunicato che sono stati fermati 11 sospettati, tra i quali ci sarebbero anche i quattro terroristi che avrebbero aperto il fuoco.
Doveva essere un venerdì sera tranquillo quello che il pubblico del Crocus City Hall si apprestava a passare in compagnia della musica live del gruppo progressive rock Picnic. Invece, proprio mentre il concerto stava per avere inizio, si è scatenato l’inferno. Dai video girati da alcune delle persone che stavano prendendo posto in sala, si sentono colpi singoli e a raffica ripetuti per circa un minuto. Sono quelli sparati dai terroristi, i quali, dopo aver ucciso a sangue freddo decine di persone all’ingresso del centro commerciale, stavano entrando nel teatro. In quel frangente è scattato il panico generale, con centinaia di persone che si sono mosse in massa verso il palco e verso le uscite, mentre gli assalitori hanno continuato a sparare. In seguito, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i terroristi avrebbero usato un liquido altamente infiammabile per dare fuoco ai locali del Crocus, facendo divampare un incendio che ha provocato il crollo di una parte del tetto della struttura. A margine dell’attacco, il sindaco di Mosca, Sergey Sobyanin, ha annunciato che tutti gli eventi pubblici, sportivi e culturali programmati per il weekend a Mosca sono stati cancellati. Contestualmente, sono state rafforzate le misure di sicurezza all’interno degli aeroporti e le stazioni ferroviarie di Mosca. Nel frattempo, i soccorritori del Crocus continuano a rimuovere le macerie e a cercare i dispersi.
Nelle ore subito successive alla messa in onda delle immagini dell'attentato, che hanno fatto il giro delle televisioni e dei social network di tutto il mondo, non si è potuta avere alcuna certezza sui reali autori dell'eccidio, anche e soprattutto a causa degli attacchi incrociati e delle striscianti illazioni veicolate dalle autorità di vertice dei Paesi che, direttamente o indirettamente, giocano un ruolo nel conflitto russo-ucraino. Per quanto concerne il Cremlino, il primo a reagire con una dichiarazione è stato il numero due del Consiglio di sicurezza della Federazione russa Medvedev, il quale ha affermato che «la Russia ucciderà i dirigenti ucraini se sono legati all'attacco di Mosca». Kiev ha invece immediatamente preso le distanze dall'attentato, scaricando la responsabilità del disastro sulla Russia. «Si tratta di una provocazione deliberata da parte dei servizi speciali di Putin, dalla quale la comunità internazionale ha messo in guardia - ha dichiarato il portavoce del Gur Andriy Yusov -. Il tiranno del Cremlino ha iniziato la sua carriera con questo e vuole finirla con gli stessi crimini contro i suoi stessi cittadini». In tarda serata, è però arrivata la rivendicazione dell'attentato da parte dell'ISIS, che sul proprio account Telegram ha pubblicato una dichiarazione in cui si legge: «I combattenti dello Stato Islamico hanno attaccato un grande raduno di cristiani nella città di Krasnogorsk, alla periferia della capitale russa, Mosca, uccidendo e ferendo centinaia di persone e causando grande distruzione nel luogo prima che di ritirarsi sani e salvi nelle loro basi».
Gli Stati Uniti si sono subito detti «scioccati» per l'accaduto, esprimendo «sincere condoglianze» ai russi. Come ricordato dalle autorità americane, lo scorso 8 marzo, poco dopo l'eliminazione da parte dei servizi di intelligence russi di una cellula di terroristi islamici che sarebbe stata in procinto di organizzare un attacco contro una sinagoga moscovicita, proprio l’ambasciata statunitense in Russia aveva messo in guardia i propri connazionali a Mosca rispetto al rischio di attentati nel fine settimana. «L'ambasciata sta monitorando le notizie secondo cui alcuni estremisti hanno piani imminenti per prendere di mira grandi raduni a Mosca, includendo concerti, e i cittadini statunitensi dovrebbero essere avvisati di evitare grandi raduni nelle prossime 48 ore», era stato detto nell'alert. Ieri, subito dopo la diffusione della notizia dell'attacco al Crocus City Hall, la Casa Bianca ha smentito qualsiasi coinvolgimento americano nell’attentato, escludendo immediatamente anche quello dell'Ucraina. Una volta uscito il comunicato dell'ISIS, gli USA hanno confermato la responsabilità dello Stato Islamico. Netta la reazione del Cremlino, espressa dalle parole messe nero su bianco su Telegram dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova: “Se Washington ha qualche informazione sull’attacco terroristico a Mosca, deve condividerla immediatamente con la Russia - ha scritto -. Quali ragioni hanno i funzionari di Washington per dire che qualcuno non è coinvolto nella tragedia? Se gli Stati Uniti hanno o avevano dati affidabili al riguardo, questi dati devono essere immediatamente condivisi con la parte russa”. Nel frattempo, il capo del Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa (FSB) ha riferito a Putin della detenzione di 11 persone, tra cui figurerebbero anche tutti e quattro i terroristi direttamente coinvolti nell'attacco al Crocus. Questi ultimi, secondo quanto riferito dal comitato investigativo, sarebbero stati catturati vicino al confine con l'Ucraina.
Al momento non ci sono dichiarazioni ufficiali da parte delle autorità russe rispetto alla rivendicazione dell'ISIS, tuttavia sui media governativi come RT e RIA Novosti si sottolinea il fatto che gli assalitori avrebbero avuto contatti con Kiev e sarebbero stati catturati mentre cercavano di rientrare in Ucraina. Lo stesso Putin, in un messaggio alla nazione diffuso stamane, ha dichiarato che gli autori degli attacchi terroristici «hanno cercato di nascondersi nel territorio dell'Ucraina» e che sarebbe stata «preparata una finestra al confine perché entrassero nel territorio dell'Ucraina». È stato inoltre diffuso un video in cui si vede uno degli arrestati affermare di essere arrivato in Russia dalla Turchia il 4 marzo e di essere stato contattato un mese fa tramite Telegram per l'esecuzione del delitto. A tal fine gli sarebbero state fornite delle armi per uccidere tutte le persone presenti nella sala dietro l'offerta di circa un milione di rubli. Una importante commentatrice di RIA Novosti, Irina Alksnis, ha scritto oggi in un articolo che "è ora che l'Occidente paghi i conti". Segno di come, almeno al momento attuale, la Russia sia propensa a puntare il dito contro l'Ucraina e i suoi alleati piuttosto che contro il terrorismo islamico.
[di Stefano Baudino]