giovedì 21 Novembre 2024

Julian Assange potrà fare appello contro l’estradizione negli USA

La Corte di Londra ha emesso la sua decisione finale: Julian Assange potrà presentare appello contro l’estradizione negli USA. I giudici hanno determinato che le accuse contro il giornalista australiano sono discutibili e gli è stata data l’opportunità di presentare appello a maggio. “La Corte ha riconosciuto che Julian è a rischio di essere sottoposto alla violazione della propria libertà di espressione, di pregiudizi per la propria nazionalità e al rischio di incorrere in una sentenza di morte” ha spiegato la moglie, Stella Assange, all’uscita dal tribunale, sottolineando come sia vergognoso che sia stato comunque concesso alle autorità statunitensi di apportare “garanzie soddisfacenti” sul fatto che possa avvalersi del primo emendamento e che non sia soggetto alla pena di morte. “Questa sentenza dimostra che se lotti per la verità puoi essere perseguitato politicamente” ha dichiarato Stella, che ha sottolineato come Assange non avrebbe dovuto passare nemmeno un giorno della propria vita in carcere.

Il giornalista australiano sembrava ormai destinato ad essere trasferito entro pochi giorni negli Stati Uniti, dove avrebbe rischiato almeno 175 anni di reclusione in un carcere statunitense. Sono infatti 18 i capi d’accusa contro di lui, numerosi dei quali per violazione dell’Espionage Act, una legge federale americana risalente al 1917 volta a prevenire qualsiasi interferenza nelle attività militari dell’esercito. Per via del deteriorarsi del suo stato di salute (Julian soffre infatti di una grave condizione depressiva che, secondo i suoi legali e la moglie, Stella Moris, lo avrebbe indotto con certezza assoluta al suicidio se estradato), Assange non ha potuto presenziare alle udienze, nemmeno in video collegamento.

Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, si trova da ormai 5 anni rinchiuso nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, nel centro di Londra (dopo 8 anni trascorsi in esilio nell’ambasciata ecuadoriana), per aver rivelato al mondo alcuni tra i più vergognosi e cruenti crimini di guerra messi in atto dagli Stati Uniti e dai governi occidentali, oltre che le ipocrisie e i doppi giochi nelle relazioni politiche internazionali. I democratici e liberali governi occidentali hanno pensato bene non di punire chi quei crimini li aveva commessi, ma chi li aveva resi noti. Assange si è trovato così a rischio di essere condannato a una fine atroce (l’ipotesi più accreditata sono 175 anni di carcere in una prigione americana, con il serio pericolo di essere sottoposto a “trattamenti assimilabili alla tortura o altre forme di maltrattamenti o punizioni“, secondo l’opinione della relatrice speciale ONU sulla tortura). Per la sua liberazione si sono mobilitati in molti, dalla società civile alle istituzioni – il Parlamento australiano aveva votato con larga maggioranza una mozione che richiedeva il rilascio del giornalista e il suo ritorno in patria. Tuttavia, il suo destino rimane ancora incerto.

[di Valeria Casolaro]

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6 Commenti

  1. Grazie Valeria C.
    E’ possible che tutti gli stati per loro natura siano delle associazioni a delinquere.
    Il potere è per sua natura corrotto dalla facoltà di negazione delle Libertà.
    Non dobbiamo riferirci solo agli stati totalitari che sono quasi cento, o agli stati che perseguono la diffusione della verità come USA, GB…etc. nei confronti di Julian Assange o la Russia per Alexei Anatolyevich Navalny, o l’Ucraina per Gonzalo Ángel Quintilio Lira López…per citare i più conosciuti, o per tutti i giornalisti uccisi in Palestina da Israele…MA possiamo includere nella lista delle associazioni a delinquere tutti gli stati, compreso il nostro, che non fanno niente per contrastare queste infami, ingiuste, violenze.

  2. Ho l’ impressione che tutte le pezzenti autorità che sono coinvolte in questa storia la stiano tirando lunga di proposito, perché così è e nessuno può dire il contrario: perché sanno che qualsiasi scelta verrà fatta, verrà fuori un putiferio in un modo o in un altro? Non hanno nemmeno le PALLE di prendere una decisione. Oppure perché preferiscono vedere crepare Assange in una cella il prima possibile, viste le sue condizioni di salute precarie? E così tutta la Corte si libererebbe da un bel PESO, così non dovrà prendere nessuna decisione finale, così non farebbe un torno a nessuno. Bè, spero che il nostro Julian ve lo metta in quel posto brutti stronzi e che resti vivo, fino alla fine, perché prima o poi i cavalli legali a cui vi aggrappate ogni volta finiranno e una decisione la dovrete prendere, che vi piaccia o no. JULIAN SIAMO CON TE

    E usare una persona che sta soffrendo come un pupazzo, bè è da mostri.

    • Concordo pienamente, tra domiciliari autoinflitti e carcere duro per me ha già pagato molto di più di quello che la maggioranza dei giornalisti sarebbe disposto per la libertà di informazione…. c’è poi il precedente del presidente della Jugoslavia morto misteriosamente nella galera dell’ ICC!

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