Oltre due tonnellate di dolciumi di Pasqua sequestrati, 574 violazioni penali ed amministrative contestate e irregolarità nel 38% delle aziende controllate: è oggettivamente allarmante il bilancio delle operazioni condotte dai Nuclei antisofisticazione dei carabinieri (NAS) al fine di verificare le condizioni di uova e colombe pasquali prodotte in Italia. Tra le violazioni riscontrate lungo tutta la Penisola, ci sono la carente pulizia e igiene degli ambienti di lavorazione e deposito, la mancata applicazione delle procedure preventive di sicurezza alimentare, l’omessa tracciabilità dei prodotti ed etichettatura irregolare e la presenza di ingredienti e semilavorati scaduti o detenuti in ambienti umidi e con infestazioni di roditori. Sono stati inoltre individuati dolci prodotti industrialmente, ma riconfezionati e venduti come produzioni artigianali a prezzo superiore.
I sequestri hanno coinvolto aziende di molte regioni d’Italia, da Nord a Sud. Tra le situazioni più significative c’è quella che i NAS hanno trovato all’interno di un laboratorio di una pasticceria in provincia di Bergamo – ai cui titolari sono state peraltro contestate violazioni amministrative per un ammontare di 3.500 euro – in cui erano presenti ben 70 kg di cioccolato e 90 kg di prodotti dolciari scaduti da alcuni anni. In provincia di Roma, invece, si è scoperto che i titolari di due attività, di cui sono state attestate le carenti condizioni igieniche e strutturali e che sono state colpite con una sanzione di 4.000 euro, hanno messo in vendita uova e colombe pasquali di produzione industriale dichiarandole come prodotti gastronomici artigianali. Duro colpo anche per la provincia di Caserta, dove i carabinieri dei NAS hanno sequestrato presso due pasticcerie e in una fabbrica di cioccolato 580 kg di prodotti tra quelli tipici delle festività pasquali che non erano sottoposti al piano di rintracciabilità alimentare. Situazione pesante anche a Catania, dove in un’industria alimentare e in due laboratori sono stati sequestrati oltre 1.400 kg di preparati e basi per prodotti dolciari: molti di questi erano infatti scaduti e senza etichette, in parte conservati all’interno di un deposito con gravi carenze dal punto di vista igienico-sanitario, specie a causa della presenza di escrementi di topi.
Nel complesso, 6 titolari di negozi, cui sono state sequestrate oltre 300 colombe e uova falsamente dichiarate di “propria produzione”, sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria per l’ipotesi di tentata frode in commercio. Per le gravi situazioni igieniche e strutturali, sono stati disposti 15 provvedimenti di chiusura o sospensione delle attività commerciali e produttive, per un valore economico di oltre 5 milioni di euro.
[di Stefano Baudino]