Nella giornata di oggi, mercoledì 3 aprile, è stato ufficialmente pubblicato sulle testate nazionali, i quotidiani locali, e sui portali web ufficiali della Regione Calabria, della Regione Sicilia e dello Stretto di Messina l’avviso di avvio del procedimento per gli espropri dei terreni che serviranno per la costruzione del Ponte sullo Stretto. Nelle liste sono presenti tutte le abitazioni e le ditte private che hanno sede sul terreno utile per la costruzione del ponte, e che per tale motivo dovranno venire espropriati. La prossima settimana, verranno aperti specifici sportelli informativi sul territorio accessibili previa prenotazione, in modo tale da permettere ai cittadini interessati di condividere le proprie osservazioni. In seguito all’annuncio, non sono mancate le critiche da parte di comitati e iniziative contrarie alla costruzione del ponte, come per esempio nel caso del comitato Invece del ponte, secondo cui quello dell’avviso non sarebbe altro che «l’ennesimo tentativo di distrazione di massa» per convincere i cittadini che non ci sia più nulla da fare.
Gli annunci pubblicati oggi sui giornali locali e nazionali e sui vari portali online saranno funzionali all’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e alla dichiarazione di pubblica utilità, che dovrà venire ufficializzata con l’approvazione del progetto definitivo dell’opera da parte del Comitato interministeriale per la programmazione (CIPESS). Dalla presentazione del progetto definitivo emerge come gli espropri, pari a oltre 3,7 milioni di metri quadrati per 2.792 ditte coinvolte, riguarderanno in misura maggiore la Sicilia rispetto alla Calabria. Visionata la lista, a partire dal lunedì 8 aprile, i soggetti i cui beni sono interessati dalle procedure espropriative per il ponte sullo Stretto avranno 60 giorni di tempo per prenotare un appuntamento con il personale tecnico e presentare i propri reclami agli uffici di Messina e Villa San Giovanni. L’iter di espropriazione dei beni è piuttosto lungo e complesso: dopo questi 60 giorni di raccolta dei reclami e delle osservazioni, il progetto definitivo passerà nelle mani del CIPESS, che avrà l’onere di valutarlo ed eventualmente approvarlo dichiarandone lo stato di pubblica utilità. Solo a questo punto si potrà passare alla fase espropriativa vera e propria, che, tuttavia, prima di venire a tutti gli effetti messa in atto, dovrà prima vedere una fase di negoziazione e la registrazione del passaggio di proprietà.
Secondo molti, però, la pubblicazione delle liste degli espropri sarebbe solo uno specchietto per le allodole e la Società Stretto di Messina starebbe facendo i proverbiali conti senza l’oste. A tal proposito il comitato Invece del ponte, uno dei gruppi contro la costruzione dell’opera più attivi sul territorio, osserva come si debbano ancora fare numerose verifiche in seno al progetto definitivo – delle cui contestazioni L’Indipendente ha parlato in un articolo del mese passato –, e nota come con ogni probabilità «arriveranno invece in tempo utile montagne di osservazioni» e «partiranno innumerevoli ricorsi, anche per colmare l’incomprensibile e assurdo silenzio delle istituzioni locali». Quello che Invece del ponte lascia a intendere, insomma, è che la pubblicazione delle liste degli espropri sarebbe una mossa più politica che concreta, e che servirebbe a mostrare di stare facendo passi avanti nella costruzione del ponte quando in verità non è davvero così.
Il progetto del Ponte sullo Stretto è stato contestato sin dal suo concepimento. La sua costruzione viene vista dai suoi detrattori come una mossa propagandistica e di scarsa utilità per i territori interessati. La maggior parte delle voci di contestazioni sono arrivate da parte della sponda siciliana dello Stretto, che assieme a quella calabrese contesta anche il silenzio delle istituzioni territoriali, reputate complici in quello che temono sia un progetto dannoso per l’ambiente e per i cittadini. Alcune delle zone interessate sono infatti caratterizzate da altissime concentrazioni di biodiversità e costituiscono inoltre importantissimi luoghi di transito per l’avifauna e per i mammiferi marini, che – denuncia il Comitato No ponte – rischiano di venire deturpate tra le altre cose anche dall’inquinamento acustico e atmosferico.
[di Dario Lucisano]
Quanti altri disastri e sperchi deve fare questo governo prima che venga mandato a casa?
Li votaste ? Pigliatevelo, ora, il ponte: “A ogni porcu veni lu sò san Martinu”.